Sport a livello agonistico e morti improvvise

DOMANDA

Sono un ragazzo di 19 anni che pratica ormai da numerosi anni calcio a livello agonistico e, nel tempo libero, podismo, ma ora, sulla base dei recenti avvenimenti (la morte di Morosini, il caso Muamba) mi pongo alcune domande. Il mio cuore è stato sempre sanissimo (ogni anno mi viene rilasciato il certificato medico per attività agonistica), ma mia nonna e sua sorella hanno avuto problemi con la valvola mitrale e altre disfunzioni, mentre lo zio di mia mamma ha avuto un ictus. Ora mi chiedo: mia mamma potrebbe aver ereditato qualcosa e io, di conseguenza, avere problemi in futuro con lo sport? Dovrei preoccuparmi già da ora?

RISPOSTA DELL'ESPERTO

Risponde: Claudio Panciroli, Cardiologo

Il problema è serio: tutti gli sportivi agonisti sono sottoposti da molti anni a controlli molto accurati, soprattutto di tipo cardiologico. Da anni siamo a conoscenza di patolgie congenite cardiache aritmiche di difficile diagnosi, ma che portano alla morte improvvisa negli atleti, anche professionisti. Nel nostro ambiente da anni c'è molta attenzione - quasi maniacale - al problema, ma ora vi è molta rilevanza giornalistica perché, per casualità, si sono verificati due eventi mortali ravvicinati. Non è davvero facile diagnosticare tali malattie aritmiche, se non facendo a tutti gli sportivi la RMN cuore. Ma eseguirla a tutti non è possibile. L'unica chances per evitare eventi drammatici è avere il defibrillatore (DAE) al bordo di ogni campo sportivo o dove si esegue attività sportiva. Non è vero forse che ci sono estintori ovunque? E i DAE dove sono? È molto più pericoloso usare un estintore che un DAE, e per l'estintore non sono necessari corsi. Per quanto riguarda un soggetto come chi ha posto la domanda, sono sicuramente sufficienti gli accertamenti che fanno fare a ogni gonista ogni anno: come ho detto da tempo sono molto scrupolosi, soprattutto quelli cardiologici.

Claudio Panciroli
Cardiologo
Dal 1985 esercita la professione presso l’Azienda Ospedaliera della Provincia di Lodi, in USS Interdipartimentale di Emodinamica di cui è responsabile e in USC di Cardiologia e, privatamente, in ambulatorio.
Laureato e specializzato presso l’Università degli studi di Pavia, dal 1996 si occupa principalmente di emodinamica e dal 2001 anche di interventistica coronarica.
Ha frequentato negli anni, per studio, i seguenti reparti ospedalieri: CNR Fisiologia Clinica di Pisa, Centro Medico di Montescano, Cardiologia di Trieste, Centro Trapianti di Milano Niguarda Cardiologia, l’emodinamica di Cittadella (PD), l’emodinamica di Legnano, l’emodinamica di Pavia (consecutivamente per 5 anni in comando periodico), l’emodinamica HSR Milano occupandosi di Angina di Prinzmetal ed aritmie ischemiche, scompenso cardiaco, sindromi coronariche acute, IMA.
Ha ricoperto diversi incarichi pubblici, tra i quali: Ufficiale Medico con incarico di Dirigente del Servizio Sanitario, Direttore sanitario provinciale CRI Lodi, VicePresidente CRI Lodi, Presidente Lega Navale Italiana sez. Lodi, Insegnante scuola infermieri AO Lodi.
È autore e coautore di 153 pubblicazioni scientifiche tra articoli ed abstracts su riviste cardiologiche nazionali ed internazionali; è stato relatore a 34 congressi/convegni nazionali ed a 10 congressi di cardiologia internazionali.
Ha eseguito diversi studi clinici policentrici; ora sono in corso o appena conclusi cinque studi clinici policentrici per l’emodinamica (Early ACS, Cactus, Patogenesi della trombosi acuta nell’IMA, Apical Balloning, BLINK)

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