"Sport a livello agonistico e morti improvvise"
Sono un ragazzo di 19 anni che pratica ormai da numerosi anni calcio a livello agonistico e, nel tempo libero, podismo, ma ora, sulla base dei recenti avvenimenti (la morte di Morosini, il caso Muamba) mi pongo alcune domande. Il mio cuore è stato sempre sanissimo (ogni anno mi viene rilasciato il certificato medico per attività agonistica), ma mia nonna e sua sorella hanno avuto problemi con la valvola mitrale e altre disfunzioni, mentre lo zio di mia mamma ha avuto un ictus. Ora mi chiedo: mia mamma potrebbe aver ereditato qualcosa e io, di conseguenza, avere problemi in futuro con lo sport? Dovrei preoccuparmi già da ora?
Risponde: Panciroli Claudio - Cardiologo
Il problema è serio: tutti gli sportivi agonisti sono sottoposti da molti anni a controlli molto accurati, soprattutto di tipo cardiologico. Da anni siamo a conoscenza di patolgie congenite cardiache aritmiche di difficile diagnosi, ma che portano alla morte improvvisa negli atleti, anche professionisti. Nel nostro ambiente da anni c'è molta attenzione - quasi maniacale - al problema, ma ora vi è molta rilevanza giornalistica perché, per casualità, si sono verificati due eventi mortali ravvicinati. Non è davvero facile diagnosticare tali malattie aritmiche, se non facendo a tutti gli sportivi la RMN cuore. Ma eseguirla a tutti non è possibile. L'unica chances per evitare eventi drammatici è avere il defibrillatore (DAE) al bordo di ogni campo sportivo o dove si esegue attività sportiva. Non è vero forse che ci sono estintori ovunque? E i DAE dove sono? È molto più pericoloso usare un estintore che un DAE, e per l'estintore non sono necessari corsi. Per quanto riguarda un soggetto come chi ha posto la domanda, sono sicuramente sufficienti gli accertamenti che fanno fare a ogni gonista ogni anno: come ho detto da tempo sono molto scrupolosi, soprattutto quelli cardiologici.