Sangue dal naso: le cause

L’epistassi, termine medico per definire il sangue dal naso, è un evento abbastanza frequente: ecco le cause più comuni.

Episodi occasionali di rinorragia (sangue dal naso) sono comuni, soprattutto nei bambini. Certo è che un abbondante flusso rosso che improvvisamente cola dalle narici può davvero spaventare, sia i bimbi sia gli adulti. La buona notizia è che, di solito, si tratta di eventi benigni scatenati da cause per nulla gravi.

Una mucosa riccamente vascolarizzata

Il naso contiene molti piccoli vasi che, essendo situati superficialmente nelle mucose, possono facilmente sanguinare. L’epistassi è perciò frequente, specie nei bambini di età compresa tra 3 e 10 anni, ma anche gli adulti ne possono soffrire.

Al disturbo possono essere attribuite molte cause, ma in generale un flusso di sangue che compare saltuariamente non rappresenta quasi mai un sintomo grave, mentre se gli episodi si ripetono spesso potrebbero essere la spia di un problema più serio.
Vediamo insieme quali possono essere le situazioni che portano all’epistassi, partendo da quelle più frequenti e innocue.

Aria secca, riscaldamenti centralizzati

Una delle cause più comuni di sangue dal naso è l’aria secca, dovuta sia al clima sia ad ambienti con riscaldamento centralizzato o con condizionamento.
La scarsa umidità dell’aria che respiriamo disidrata infatti le mucose nasali e questo fa sì che si formino crosticine che possono prudere o irritarsi. Il fastidio provocato induce a grattarsi, o comunque a toccarsi ripetutamente il naso e le crosticine possono rompersi o staccarsi con conseguente emorragia.

Anche il contatto con agenti esterni irritanti (polvere, fumo, pulviscolo atmosferico o pollini) è un’evenienza frequente che induce secchezza delle mucose, con possibilità di sanguinamenti.

Alla sbarra il raffreddore e i suoi rimedi

Data la fragilità dei capillari presenti nella parte anteriore del naso, starnutire ripetutamente o soffiarsi frequentemente il naso possono causare sanguinamento; ugualmente, assumere antistaminici e/o decongestionanti per combattere raffreddore, allergie e disturbi ai seni nasali, può seccare le mucose e indurre, di conseguenza, l’epistassi.

Così come l’acido acetilsalicilico che, se assunto in dosi elevate, può essere alla base di sanguinamento nasale data la sua azione anticoagulante.

Nei più piccini, attenzione all’oggetto estraneo

Soprattutto nella prima infanzia non va sottovalutata la possibilità che l’emorragia nasale sia dovuta alla presenza di un corpo estraneo nella narice. Gli oggetti che più comunemente vengono introdotti nel naso sono: perline, caramelle, pezzetti di carta, piccole parti di giocattoli.

Anche l’abitudine di mettersi le dita nel naso può essere causa di sanguinamenti ripetuti, così come è possibile che siano prodotte piccole lesioni durante il gioco.

I segnali da non sottovalutare

Sebbene la maggior parte degli episodi di sanguinamento nasale non richieda attenzione medica e si arresti da sola, vanno sempre tenute in debito conto alcune possibili cause che devono essere valutate attentamente.
Per esempio, epistassi che si verificano dopo un infortunio potrebbero sottendere a un naso rotto, alla frattura del cranio o a emorragie interne.

E va anche ricordato che l’ipertensione arteriosa, disturbi della coagulazione del sangue, oltre che alcuni tumori (per fortuna rari) possono essere alla base di episodi ricorrenti di sangue dal naso.

Pertanto è bene consultare il medico quando la rinorragia dura più di 20 minuti o continua a ripresentarsi, quando la perdita di sangue è notevole, se il soggetto si sente debole e se il sanguinamento inizia lungo la parte posteriore della gola piuttosto che a partire dalla zona anteriore del naso.

Susanna Trave
Susanna Trave
Nasce a Milano, dove vive da allora. Dopo aver pensato di fare la giornalista prima e l'architetto poi, alla fine segue le orme della famiglia (che nel codice genetico ha la chimica) e si iscrive a Chimica e Tecnologia Farmaceutiche. Si laurea alla Statale di Milano e, appassionatasi alla materia, mentre lavora come borsista all'Università frequenta, nel medesimo Ateneo, il triennio di Specializzazione in Endocrinologia Sperimentale, specializzandosi nel 1987. Nel 1988 consegue l’Abilitazione all’esercizio della professione di Farmacista.Ma la sua curiosità e la passione - mai sopita - per il giornalismo la portano ad accettare con entusiasmo un posto in una casa editrice scientifica. Da quel momento inizia la carriera giornalistica che la porterà a diventare pubblicista prima e giornalista professionista poi, dopo il superamento dell'Esame di stato nel 1999.Lavora da allora sia per testate rivolte al medico sia in riviste dedicate al grande pubblico, prima come dipendente e, più avanti, come freelance.Oltre che di salute e benessere è appassionata di sport e di animali. Sposata, ha due figli, ormai grandi, quattro gatti, due cani, un cavallo e una vita sempre in movimento.

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