Residuo di tampone interno e cisti tubarica

DOMANDA

Nel 2009 mi è stata diagnosticata una cisti tubarica. È stata sempre tenuta sotto controllo, ma essendo aumentata di dimensione da 3 a 4 cm all'incirca nel corso degli anni (inoltre sono comparse due papillette) il mio ginecologo ha deciso di intervenire per toglierla entro quest'estate. Alcuni anni fa avevo avuto un piccolo incidente con un tampone interno: nell'estrarlo dalla vagina per riposizionarlo si è rotto ed era rimasta in vagina la parte superiore. Ho pensato che sarebbe uscito da solo e non ci ho più fatto caso. È possibile che in fase di ecografia un pezzo di tampone interno sia stato scambiato per una cisti?

RISPOSTA DELL'ESPERTO

Risponde: Emilio Arisi, Ginecologo

Dubito che un residuo di tampone possa restare in vagina per anni, poichè darebbe segni di infezione e/o putrefazione tali che la donna non potrebbe non accorgersene. D’altro lato non potrebbe non accorgersene il ginecologo durante la esplorazione vaginale per la visita ginecologica.
In ogni caso la vagina abita anatomicamente un po’ distante e separata dalla tuba, e d’altro lato una cisti viene ecograficamente definita se ha un contenuto liquido, mentre cosi’ non sarebbe un tampone o un suo residuo.

Emilio Arisi
Ginecologo
Dal 1993 al 2010 è stato Direttore della U.O. di Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale Regionale “S. Chiara” di Trento dove, dall’inizio del 2002 è stato coordinatore del Dipartimento Materno-Infantile della Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari della Provincia di Trento. Attualmente esercita la sua attività ambulatoriale come libero-professionista a Carpi (Modena) e Trento. Laureatosi in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli studi di Parma, si è specializzato in Ostetricia e Ginecologia nella stessa Università. Tra il 1969 ed il 1993 ha lavorato in vari ospedali (Carpi MO, Correggio RE, Policlinico Universitario di Modena, Suzzara MN, Guastalla RE). Ha effettuato migliaia di interventi chirurgici, in ambito sia ostetrico sia ginecologico. Negli ultimi anni ha posto principalmente la propria attenzione sulla chirurgia oncologica-ginecologica. Ha al suo attivo circa 500 pubblicazioni, dedicate soprattutto ai problemi della contraccezione, dell’aborto volontario e della oncologia ginecologica, ma anche della gravidanza e della menopausa, inclusi articoli su riviste nazionali e internazionali, relazioni a congressi nazionali e internazionali, e alcuni volumi. È stato Direttore Scientifico della edizione italiana della rivista specialistica “Current Obstetrics & Gynecology” dal 1992 al dicembre 2006. Per molti anni è stato Presidente nazionale dell’UICEMP (www.uicemp.org), una associazione di consultori privati (CEMP), che è federata alla IPPF (International Planned Parenthood Federation) (www.ippf.org), la più grande organizzazione non governativa mondiale dedicata ai problemi della salute riproduttiva. Per molti anni è stato nel Consiglio mondiale e in quello europeo della IPPF. È membro del Consiglio nazionale dell’AOGOI (Associazione Ginecologi Ospedalieri Italiani), di cui è segretario regionale per il Trentino-Alto Adige. È stato per il triennio 2005-2007 consigliere nel Direttivo nazionale della SIGO (Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia) ed è stato eletto tesoriere della SIGO per il triennio 2008-2010. È Presidente della SMIC (Società Medica Italiana per la Contraccezione), che è stata fondata nel luglio 2006. È Direttore scientifico della rivista “Contraccezione Sessualità Salute Riproduttiva”, organo ufficiale della SMIC. È membro di varie organizzazioni scientifiche nazionali e internazionali. Per il periodo 2012-2016 è stato eletto nel Board of Directors della ESC (European Society of Contraception). Nel giugno 2012 è socio fondatore dell’ECEC (European Consortium for Emergency Contraception), ed è nominato nel ECEC Board.

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