Quando amore fa rima con dolore

Anche se non è detto, la "prima volta" con lui può essere dolorosa. Ma questo è del tutto normale. Non lo è, però, se il dolore si protrae nel tempo o se insorge più avanti, improvvisamente.

Il dolore durante l’atto sessuale è un disturbo più diffuso di quanto si creda anche se, per vergogna o riservatezza, non se ne parla.

E non ci riferiamo al disagio che si trova ad affrontare una giovane donna durante il suo primo rapporto completo, ma a una sofferenza che si ripresenta costantemente, o che insorge da un momento all’altro pregiudicando una sessualtà vissuta fino ad allora senza problemi.

Un problema sommerso, che colpisce tanto le più giovani quanto le donne mature, rendendo i momenti di intimità un inferno anziché un piacere da condividere con il proprio compagno.

In termini medici si parla di dispareunia e di vaginismo, ma per le donne che ne soffrono significa una vita sessuale priva di qualsiasi beneficio, fisico, emotivo e psicologico.

Il dolore le accomuna

Le cause possono essere diverse, ma il comune denominatore è il dolore che insorge durante la penetrazione.

Può essere causato da infiammazioni o infezioni (per esempio da candida), così come squilibri ormonali o anomalie anatomiche. Sono questi i casi in cui si parla di dispareunia.

Ma la sessualità femminile è fatta di sottili equilibri, e spesso la causa primaria della loro rottura sono l’ansia e la paura. In questi casi siamo nella sfera di ciò che viene definito vaginismo.

Caratterizzato da una contrazione involontaria dei muscoli vaginali che rende terribilmente doloroso o addirittura impossibile l’atto sessuale.

Il silenzio non serve

È l’errore più comune, quello di non dire nulla. Magari neppure al proprio compagno.

Con l’illusione che il disturbo si risolva da solo, nonostante sia comparso già da molti mesi, o addirittura da anni.

Al contrario è bene affrontarlo subito, con determinazione. Prima cosa, un controllo dal ginecologo accerterà la causa organica, se presente, in modo da impostare la cura più adeguata.

E se non si dovesse trovare nulla a livello fisico, niente rassegnazione: il vaginismo si può curare e guarire completamente.

Se è l’inconscio a prevalere

Molto spesso è la nostra mente a rifiutare inconsciamente il rapporto. Le ragioni possono essere molte e assai diverse in relazione alla particolare esperienza di vita di ciascuna donna.

Ma con uno stesso risultato: ansia e paura che si rincorrono in un carosello di auto alimentazione. L’ansia provoca tensione e dolore, e la paura di provare nuovamente dolore porta una maggior tensione.

Se lo si ignora non se ne viene a capo. Talvolta le cause hanno radici molto profonde, e possono essere individuate con chiarezza soltanto da uno specialista.

Ma spesso può essere la situazione in cui ci si trova ad avere il rapporto sessuale che inibisce a tal punto da renderlo sgradito.

Non siamo tutti “casual”

Anzitutto si deve essere il più possibile a proprio agio: per qualcuna l’ambiente è essenziale (e, in tal caso, la macchina o un luogo poco intimo di certo non aiutano).

E poi, calma. Tante volte la foga del partner non viene vissuta positivamente; qualche attenzione in più e l’assecondare ritrosie o desideri può essere la chiave di un rapporto intimo vissuto con piacere da entrambi.

Non ultimo, a creare ansia può essere la paura di gravidanze indesiderate o di contrarre malattie sessualmente trasmesse. Una sessualità consapevole, serena e soddisfacente parte quindi anche da una adeguata contraccezione.

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