Positivitrà all’HPV 33: che cosa fare

DOMANDA

Oggi ho ritirato il Pap-test: sono positiva all'HPV 33. Che conseguenze porta questo? È curabile?

RISPOSTA DELL'ESPERTO

Risponde: Emilio Arisi, Ginecologo

Il gruppo degli HPV (human papilloma virus) è molto consistente e supera il centinaio. Tra di essi ve ne sono una quarantina definiti a rischio e, tra questi, un sottogrppo ad alto rischio, che comprende il 33. Alto rischio significa che questi tipi di virus sono potenzialmente in grado di dare luogo a un cancro a livello ano-genitale. Tale potenzialità è però solitamente controllabile con il Pap-test e, se del caso, con piccoli gesti chirurgici che asportino parte del collo dell’utero interessato dall'infezione nel caso che questa tenda a evolversi in senso maligno (CIN 2-3), tenendo presente che questa evoluzione, se avviene, necessita di anni per esprimersi per cui la donna ha tutto il tempo di essere controllata e adeguatamente trattata. Non esiste al momento spazio per una cura definitiva, mentre per alcuni tipi di HPV (16-18 e 6-11) esiste la possibilità di una vaccinazione preventiva solitamente proposta, in Italia, alle adolescenti nel corso del loro dodicesimo anno di vita, ma fattibile anche in età più avanzata.

Emilio Arisi
Ginecologo
Dal 1993 al 2010 è stato Direttore della U.O. di Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale Regionale “S. Chiara” di Trento dove, dall’inizio del 2002 è stato coordinatore del Dipartimento Materno-Infantile della Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari della Provincia di Trento. Attualmente esercita la sua attività ambulatoriale come libero-professionista a Carpi (Modena) e Trento. Laureatosi in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli studi di Parma, si è specializzato in Ostetricia e Ginecologia nella stessa Università. Tra il 1969 ed il 1993 ha lavorato in vari ospedali (Carpi MO, Correggio RE, Policlinico Universitario di Modena, Suzzara MN, Guastalla RE). Ha effettuato migliaia di interventi chirurgici, in ambito sia ostetrico sia ginecologico. Negli ultimi anni ha posto principalmente la propria attenzione sulla chirurgia oncologica-ginecologica. Ha al suo attivo circa 500 pubblicazioni, dedicate soprattutto ai problemi della contraccezione, dell’aborto volontario e della oncologia ginecologica, ma anche della gravidanza e della menopausa, inclusi articoli su riviste nazionali e internazionali, relazioni a congressi nazionali e internazionali, e alcuni volumi. È stato Direttore Scientifico della edizione italiana della rivista specialistica “Current Obstetrics & Gynecology” dal 1992 al dicembre 2006. Per molti anni è stato Presidente nazionale dell’UICEMP (www.uicemp.org), una associazione di consultori privati (CEMP), che è federata alla IPPF (International Planned Parenthood Federation) (www.ippf.org), la più grande organizzazione non governativa mondiale dedicata ai problemi della salute riproduttiva. Per molti anni è stato nel Consiglio mondiale e in quello europeo della IPPF. È membro del Consiglio nazionale dell’AOGOI (Associazione Ginecologi Ospedalieri Italiani), di cui è segretario regionale per il Trentino-Alto Adige. È stato per il triennio 2005-2007 consigliere nel Direttivo nazionale della SIGO (Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia) ed è stato eletto tesoriere della SIGO per il triennio 2008-2010. È Presidente della SMIC (Società Medica Italiana per la Contraccezione), che è stata fondata nel luglio 2006. È Direttore scientifico della rivista “Contraccezione Sessualità Salute Riproduttiva”, organo ufficiale della SMIC. È membro di varie organizzazioni scientifiche nazionali e internazionali. Per il periodo 2012-2016 è stato eletto nel Board of Directors della ESC (European Society of Contraception). Nel giugno 2012 è socio fondatore dell’ECEC (European Consortium for Emergency Contraception), ed è nominato nel ECEC Board.

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