- Le cause da fine settimana
- Sonno e caffè
- Le insidie degli svaghi
- Qualche consiglio per evitarlo
- Tecniche di rilassamento
- Agire subito è essenziale
A volte insorge durante il fine settimana, proprio quando si vorrebbe dedicare un po’ di tempo alla famiglia e a se stessi. Ecco come possiamo combatterlo.
Finalmente venerdì. Per molti una benedizione, per qualcuno l’inizio di ore di biblica passione. Per chi soffre di cefalea da week end l’arrivo della pausa settimanale può essere l’inizio di un vero calvario, che impedisce di godere meritati momenti di riposo e svago.
I primi fastidi di solito si fanno sentire già al risveglio del sabato. Testa pesante, senso di costrizione, difficoltà a concentrarsi, talvolta anche a tollerare luce e rumori.
Così il fine settimana fuori porta diventa un strazio, giocare con i figli una fatica, fare shopping o uscire a cena uno sforzo di cui si farebbe (e, spesso, si fa) volentieri a meno.
Ma perché questa forma capricciosa di mal di testa arriva proprio quando le circostanze esterne dovrebbero favorire un maggior benessere e l’approccio alle situazioni dovrebbe essere più rilassato e positivo del resto della settimana?
Le cause da fine settimana
Posto che una reale spiegazione del fenomeno ancora manca e che l’effettivo impatto dei possibili eventi scatenanti può variare molto da persona a persona, l’idea generale è che a promuovere questo tipo di cefalea sia soprattutto il cambiamento di ritmi e abitudini associato al fine settimana.
Così, se per qualcuno è lo stress e la concitazione dei giorni lavorativi a indurre cefalea tensiva o a slatentizzare una forma emicranica, per altri è il venir meno delle continue sollecitazioni a procurare cerchio alla testa e dolore diffuso.
Sonno e caffè
A volte basta davvero poco per risvegliarsi storditi, ritrovandosi poi rallentati e infastiditi durante tutto il resto della giornata. Un’ora o due di sonno in più rispetto al solito o un dormiveglia protratto e incerto, per esempio, possono rivelarsi più controproducenti che utili se si tende a soffrire di questo tipo di mal di testa.
Un buon caffé potrebbe aiutare, ma non tutti ne tengono conto. Anzi, in molti casi è proprio la sua mancanza, voluta o casuale, all’origine del dolore: se lo si beve abitualmente durante la settimana, magari in grandi quantità, e lo si evita per “compensazione” nel week end, l’insorgenza di una cefalea da astinenza di caffeina, è quasi assicurata.
Le ragioni alla base del mal di testa da fine settimana, tuttavia, possono anche essere molto più scontate e banali.
Le insidie degli svaghi
Una serata in discoteca o con gli amici protratta più a lungo del dovuto; qualche bicchiere di troppo, soprattutto se non si è abituati a bere alcolici; una cena abbondante o con cibi inusuali, indigesti o a cui si può essere intolleranti; un pranzo domenicale troppo ricco; una vita sociale particolarmente intensa che, anche se piacevole e desiderata, rischia di risultare più faticosa della routine settimanale consolidata.
Una cefalea più o meno intensa e ricorrente può, poi, colpire chi ha l’abitudine di lasciare la città per concedersi un paio di giorni di pausa al mare, in montagna o in città d’arte, soprattutto se per raggiungere la destinazione scelta sono necessari spostamenti in auto, treno o aereo di alcune ore.
In questo caso, al di là della fatica e degli eventuali inconvenienti del viaggio, è soprattutto il cambiamento di ritmi, alimentazione, temperatura, quota e ambiente a incidere negativamente sul benessere individuale.
Un altro fattore che può scatenare facilmente il mal i testa è l’attività fisica, da molti praticata in misura eccessiva nel week end per far pace con la tendenza alla sedentarietà del resto della settimana. O più semplicemente per approfittare, soprattutto nella bella stagione, delle ore finalmente libere per lunghe nuotate, passeggiate, corse o gite in bicicletta che in altri momenti non si avrebbe tempo e modo di fare.
Qualche consiglio per evitarlo
Oltre che per il malessere estemporaneo e oggettivo, la cefalea da week end va contrastata perché impedisce di recuperare energie fisiche e mentali, di ricaricarsi emotivamente e di arrivare al lunedì successivo nelle migliori condizioni per affrontare una nuova settimana densa di incombenze e impegni. Come fare?
Sul fronte della prevenzione non esiste una soluzione valida per tutti, ma alcuni consigli di carattere generale possono sicuramente aiutare.
Innanzitutto, dal momento che il primo motore della cefalea da week end è il riassetto psicofisico associato al cambiamento di stile di vita, per tutelarsi da fastidi bisogna cercare di uniformare attività svolte, orari dei pasti, ritmi sonno-veglia e approccio generale al mondo esterno.
È importante quindi ridistribuire in modo equilibrato i carichi di lavoro e il numero di impegni professionali, sociali e familiari nei sette giorni della settimana, evitando, per esempio, di scapicollarsi dal lunedì al venerdì per ritrovarsi con il sabato libero, ma sfiniti e in balia del mal di testa. Meglio rinunciare a qualcosa, se possibile, o rimandare il rimandabile direttamente al fine settimana.
Che sia poco, troppo, frammentato o mal distribuito nell’arco delle 24 ore, il sonno è un elemento cruciale nell’insorgenza della cefalea da week end. Qui il suggerimento è mantenere orari costanti, coricandosi e alzandosi sempre più o meno alla stessa ora, anche se il sabato e la domenica mattina non se ne avrebbe una reale necessità.
Può sembrare uno sforzo inutile, ma spesso è il rimedio migliore per evitare di soffrire e riuscire sentirsi in forma durante la giornata. Ma se c’è una festa in programma? Sarebbe sciocco rinunciare: se l’occasione è desiderata, il mal di testa postumo sarà accettato con un’indulgenza e i rimedi per sedarlo quando dovesse eventualmente insorgere, comunque, non mancano.
Passando al cibo, è noto che molti alimenti, anche apparentemente innocui, possono scatenare attacchi di mal di testa talvolta severi. Se il disturbo settimanale compare dopo pranzi o cene tra amici o al ristorante, all’origine potrebbero esserci formaggi stagionati o fermentati, uova, molluschi, selvaggina, hot dog e altri insaccati, cioccolato, glutammato. Ma anche banane, agrumi, fichi, fragole, avocado, pomodori, cipolla e crauti.
Ciascuno dovrà, poi, fare attenzione a eventuali intolleranze individuali, ricordando che possono insorgere spontaneamente anche in età adulta. Ultima raccomandazione: non eccedere con le quantità che, se eccessive, procurano un banale, ma fastidioso, mal di testa da cattiva digestione sperimentato un po’ da tutti, di tanto in tanto.
Tecniche di rilassamento
Se durante la settimana lavorativa il livello di stress è elevato può essere il caso di adottare strategie di rilassamento specifiche per cercare di ridurlo, in modo che il fisiologico calo di tensione del fine settimana sia meno drastico e la cefalea non compaia.
La scelta è ampia: dallo yoga alla riflessologia plantare, dall’agopuntura al re-birthing, dai massaggi all’attività fisica, straordinaria valvola di sfogo per la tensione se eseguita con piacere e costanza e senza strafare.
Agire subito è essenziale
Quando, invece, il sabato è ormai arrivato e il mal di testa inizia a far capolino per evitare di veder distrutti i programmi del week end non resta che cercare di sedarlo nel modo più rapido ed efficace. Fortunatamente, questa forma di cefalea tende a rispondere meglio di altre a rimedi semplici e accessibili come i farmaci antinfiammatori non steroidei (Fans) acquistabili in farmacia senza ricetta. La tabella seguente ne riporta gli effetti:
Antinfiammatorio | Riduzione di vasodilatazione, arrossamento, bruciore ed edema a livello di tessuti e articolazioni; |
Analgesico | Attenuazione del dolore, soprattutto quello di origine infiammatoria (traumi, osteoartrosi, nevralgie, dolori mestruali ecc.) |
Antipiretico | Riduzione della febbre (salvo quella associata a infezioni batteriche, contro le quali è necessario utilizzare anche antibiotici) |
Ciò che conta è non aspettare nella speranza, mai soddisfatta, che la situazione migliori da sé. Contro il mal di testa bisogna sempre agire presto per evitare che gli stimoli iniziali sollecitino altri recettori del dolore, amplificando i sintomi e riducendo le possibilità dell’eventuale farmaco assunto in seguito di riuscire a offrire un reale sollievo.
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