Quasi tutti lo abbiamo sperimentato almeno una volta nella vita, ma oltre un quinto della popolazione ne soffre in modo più o meno cronico. Ecco come il caldo può aiutare.
Il mal di schiena non fa distinzione: colpisce uomini e donne, anziani e non. Le cause possono essere molte, a partire dal classico colpo di freddo a un movimento sbagliato.
Piccoli traumi, movimenti bruschi o a un’attività fisica eseguita senza adeguata preparazione possono indurre dolore alla schiena.
Ma nella maggior parte dei casi alla base ci sono stili di vita errati: cattive posture, spesso associate a sedentarietà e a qualche chilo di troppo, e ovviamente non va sottovalutato lo stress che fa la sua parte.
Il risultato è la comparsa di dolore, a cui si associa quasi sempre una contrattura muscolare. Per fortuna in genere si risolve in pochi giorni con alcuni semplici accorgimenti.
Solo se il dolore si ripresenta di continuo o si protrae senza diminuire per 2-3 giorni è necessario rivolgersi al medico per indagarne la causa ed escludere condizioni che richiedono un’attenzione e trattamenti specifici.
In ogni caso quando compare, questo fastidioso disturbo intralcia o impedisce le normali attività quotidiane e il nostro unico pensiero è che passi in fretta.
Combattere il dolore e riprendere il movimento
Può accadere che il male alla schiena sia così intenso da necessitare inizialmente il riposo a letto e l’assunzione di farmaci analgesici per alleviare il dolore.
Ma appena è possibile, muoversi è sicuramente meglio che stare fermi: escluse patologie particolari il dolore alla colonna e ai muscoli del dorso migliora con una blanda e opportuna attività fisica, stando sempre attenti ad evitare sforzi eccessivi.
Oltre a “sciogliere” le tensioni muscolari il movimento induce la produzione di endorfine, in grado di aumentare la sensazione di benessere e contrastare il dolore.
È naturale, però, che con il mal di schiena si tenda a evitare di muoversi, soprattutto per la paura che peggiori. Prima di tutto, pertanto, è necessario alleviare il dolore.
Un metodo che ha radici antiche ed è spesso molto efficace è l’applicazione di calore: la classica borsa dell’acqua calda o gli impacchi caldo-umidi sono usati da secoli, rilassano la muscolatura e inducono un immediato sollievo.
Questo perché il calore favorisce la vasodilatazione e quindi si ha un maggiore afflusso di sangue nella parte colpita: più sangue vuol dire più ossigeno che favorisce la distensione delle fasce muscolari.
Un’applicazione continua di calore sulla parte dolente è quindi un’ottima misura antalgica e decontratturante,
E per effettuare la terapia anche fuori casa oggi esistono fasce autoriscaldanti facilmente acquistabili in farmacia senza ricetta: possono essere indossate anche sotto i vestiti, aderiscono alla parte da trattare, si attivano a contatto con l’aria e sprigionano calore per circa otto ore.
Se però il dolore non è causato da una contrattura il calore non deve essere usato perché il caldo non è indicato in caso di infiammazione acuta, dovuta per esempio a un trauma recente come uno strappo o uno stiramento, o all’irritazione di un nervo.
In questi casi si può optare per farmaci antinfiammatori con attività analgesica, come i FANS naprossene, acido acetil salicilico o diclofenac che riducono il dolore e migliorano i sintomi.
Gli effetti dei FANS sono riassunti nella tabella seguente:
Antinfiammatorio |
Riducono vasodilatazione, arrossamento, bruciore ed edema a livello di tessuti e articolazioni |
Analgesico | Attenuano il dolore, soprattutto quello di origine infiammatoria (traumi, osteoartrosi, nevralgie, dolori mestruali ecc.) |
Antipiretico | Riducono la febbre (salvo quella associata a infezioni batteriche, contro le quali è necessario utilizzare anche antibiotici) |