Le calorie nascoste nelle bibite

Quando arrivano i primi caldi è giusto bere di più, ma è anche bene tenere a mente che soltanto l’acqua è senza calorie.

Negli ultimi anni la ricerca scientifica in tema di bevande analcoliche zuccherate si è veramente consumata. E forse si può dire altrettanto delle industrie di produzione.

Ci sono diversi studi scientifici che mettono al bando tutte le bibite dolcificate, gasate e non, accusandole di favorire il sovrappeso e l’obesità specie nei ragazzi che sono grandi consumatori.

E altri che mettono sotto accusa alcuni ingredienti poiché potenzialmente dannosi per la salute.

Se le industrie hanno risposto riducendo soprattutto gli zuccheri, non hanno ricevuto lo stesso trattamento coloranti e additivi. E, in ogni modo, le bevande “diet” qualche caloria se la portano comunque dietro.

In pratica, per non rischiare di vanificare i sacrifici fatti per perdere peso ed essere sicuri di assumere prodotti salutari e tutte le sostanze che ci servono, la cosa migliore sarebbe bere acqua e mangiare frutta fresca che, oltre al valore nutrizionale ineguagliabile, ha un ottimo potere saziante.

Ma al fascino della bibita, fresca, frizzante e colorata, è difficile resistere, soprattutto d’estate e in compagnia. E per mettere a tacere la vocina insistente che recita “attenzione al peso!” scegliamo le versioni “light” o “zero” delle bibite che in qualsiasi quantità bevuta dovrebbero corrispondere a zero calorie. Ma è poi vero?

Lo sapevi che chi dorme molto non ingrassa? Scopri il perché in questo articolo.

Gli studi e le norme

Sebbene siano numerosi gli studi che mettono al bando l’abitudine di sorseggiare bibite, c’è anche chi ha rilevato, in uno studio condotto sui bevitori di succhi di frutta, che questi hanno abitudini alimentari salutari e più corrette rispetto a chi non li beve.

Va precisato, però, che i succhi di frutta consumati dagli individui in studio erano al 100 per 100, ovvero si trattava in pratica di vera frutta e di consumatori attenti.

Una buona abitudine sarebbe, quindi, quella di leggere attentamente le etichette poste su bottiglie e lattine che, per legge, dovrebbero dichiarare specificamente tutti gli ingredienti. E anche le calorie corrispondenti.

Calorie a colori: diamo i numeri

Perché se non stiamo più che attenti possiamo trovarci ad assumere più calorie del dovuto visto che anche le bibite che sembrano più innocue nascondono insidie caloriche.

Cominciamo dalle tanto amate bevande a base di cola: un bicchiere da 15 cl fornisce 55 Kcalorie, una lattina da 33 cl 122 Kcalorie e con una bottiglietta da 50 cl passiamo a 185 Kcalorie.

Ci sono poi una quantità infinita di tipi di tè in bottiglia, in lattina, in cartone: al limone, alla pesca, ai frutti di bosco, tè verde. Per prima cosa è bene sapere che in questi tè, già pronti da bere, c’è poco o niente delle foglie del tè.

Più che altro si tratta di bevande “al gusto di tè”, come è indicato sulle etichette, anche se non sempre in modo ben visibile.

Meglio una tazza di tè verde, fatto come si deve in infuso e senza zucchero, che equivale a 2 Kcalorie, e che con un cucchiaino di zucchero ne apporta 22. Invece, un bicchiere piccolo di tè alla frutta di quelli pronti ne fornisce circa 50.

Arriviamo così ai consumatori salutisti che bevono soltanto bibite di frutta.
Se si tratta di una spremuta di arance senza aggiunta di zucchero, 1 bicchiere equivale a circa 50 Kcal, ma con l’aranciata si sale a 60 Kcalorie al bicchiere.

E, infine, il succo di frutta può arrivare a più di 65 Kcal al bicchiere. Ma dentro, in realtà, di frutta ce n’è pochina, mentre abbondano gli additivi addensanti, quelli che migliorano il gusto e i coloranti.

E questi, anche se non sono calorici, non possono essere definiti salutari.

Patrizia Maria Gatti
Patrizia Maria Gatti
Laureata in Medicina e Chirurgia nel 1983 presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia Università degli Studi di Milano si è Specializzata in Scienza dell’alimentazione (indirizzo dietetico) presso il medesimo Ateneo nel 1986. Nel 1994 ha conseguito il Dottorato di Ricerca in Biochimica e la Specializzazione in Biochimica Clinica (indirizzo diagnostico) nel 1997.

Articoli correlati

Pubblicità

Gli articoli più letti

I servizi per te
Farmaci a domicilio
Prenota una visita