Latte vaccino nell’alimentazione umana

DOMANDA

Vorrei sapere se bere una tazza di latte al dì fa veramente bene oppure no!! Ho trovato molte notizie su Internet che riportano come il latte darebbe un sacco di problemi compresi una carenza di ferro, un depauperamento delle ossa, un aumentato rischio di fratture, un aumento delle allergie. Secondo lei sono vere oppure no?

RISPOSTA DELL'ESPERTO

Risponde: Patrizia Maria Gatti, Specialista in Scienza dell’Alimentazione

Questa domanda è molto interessante per tutti, e quella che segue è la mia opinione, sostenuta da molte prove scientifiche. Per prima cosa, bere una tazza di latte al dì fa bene certamente a: bambini dopo l'anno, ragazzini, adolescenti, adulti, anziani, sempre a patto che non sia presente un’intolleranza che però non deve essere solo presunta, ma ben accertata. Per ciò che riguarda ciò che è scritto in molti siti, compreso quello da lei indicato, io non posso smentire del tutto, ma neanche appoggiare incondizionatamente. È ovvio che il latte materno è meglio di quello artificiale e che quello animale si può somministrare solo dopo 1 anno di vita, tuttavia in molti casi la madre non può allattare. È pure ovvio che il latte intero può danneggiare la salute, ma solo in caso di persone che hanno problemi di controllo del peso o che devono limitare i grassi nella dieta per ragioni diverse o ancora per tutti gli intolleranti al lattosio o alle proteine del latte, ma è altrettanto vero che i latti vegetali (per esempio di soia) non hanno lo stesso valore nutritivo del latte animale (tant’è che la legge impone di specificare con la dicitura “bevanda a base di soia” cioè: non è latte). Comunque, in linea generale, non è che ciò che è scritto sui siti che demonizzano il latte sia del tutto vero o del tutto falso, ma non è il caso di fare del “terrorismo” sui danni per la salute e l’ambiente provocati dalle proteine di natura animale. Caso per caso, invece, è necessario valutare chi ne ha bisogno e chi no. Del resto è bene tenere presente che l’uomo non è nato per mangiare semi e piante, ma è sempre stato cacciatore e la specie umana si è evoluta comunque. Per concludere, io ritengo, come la maggior parte dei nutrizionisti, che una sana dieta mediterranea a base di latte fresco (nelle versioni magre), uova (2 la settimana), verdure fresche in abbondanza, frutta di stagione e quantità adeguate di yogurt e formaggi freschi, carni bianche e di pesce, con condimenti sani (olio di oliva extravergine), non possa essere dannosa in assoluto e neppure inutile o inadatta per tutti. Altrimenti, non si spiega come mai le popolazioni che vivono nelle zone del mar Mediterraneo sono tra le più longeve del mondo. Tutto dipende, come sempre, dal buon senso e dalla corretta informazione.

Patrizia Maria Gatti
Specialista in Scienza dell’Alimentazione
Laureata in Medicina e Chirurgia nel 1983 presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia Università degli Studi di Milano si è Specializzata in Scienza dell’alimentazione (indirizzo dietetico) presso il medesimo Ateneo nel 1986. Nel 1994 ha conseguito il Dottorato di Ricerca in Biochimica e la Specializzazione in Biochimica Clinica (indirizzo diagnostico) nel 1997.

Attualmente lavora come libero professionista: svolge attività privata come medico specialista e come author and medical editor multimedia communication. È autore di numerose pubblicazioni in: ricerca clinica, ricerca scientifica di base, biochimica nutrizionale e delle malattie legate alla nutrizione (diabete, obesità, dislipidemie, aterosclerosi). Ha al suo attivo numerose partecipazioni in qualità di docente e/o di relatore a convegni e corsi di educazione nutrizionale per la popolazione generale e per le scuole e a congressi nazionali e internazionali. Possiede oltre 10 anni di esperienza nella comunicazione multimediale salute, medicina e nutrizione.

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