"Iperprolattinemia iatrogena e contraccetivo"
Ho 24 anni. Assumo al bisogno farmaci per gastrite e dai 20 ai 23 anni ho assunto un contraccettivo a base di etinilestradiolo/drosperinone. In agosto 2012 scopro una galattorrea non spontanea, da stimolo, bilaterale con iperprolattinemia. Nessuna anomalia sulla sella turcica, ovaie normali. L’endocrinologa si orienta su una forma iatrogena. Sospendo i farmaci, compreso il contraccettivo e dopo un mese la prolattina è assolutamente normale. Trattandosi di una forma iatrogena, quali sono i rischi concreti se riprendo ad assumere un contraccettivo, a parte l'inibizione della gravidanzadovuta all'aumento della prolattina? La ginecologa mi ha consigliato di sostiuire la cura orale con l'anello vaginale: quale differenza ci potrebbe essere?
Purtroppo i contraccettivi orali possono aumentare, anche se non drasticamente, la prolattina nel sangue, che poi causa i disturbi che ha sperimentato. La pillola di ultima generazione che assumeva è molto valida, in quanto è dotata anche di un'azione antiandrogenica e quindi è indicata anche per combattere l'acne giovanile. Alla pillola le consiglio di abbinare una cura fitoterapica per inibire la produzione ipofisaria di prolattina. La pianta indicata è l'Agnocasto sotto forma di estratto secco titolato in agnuside minimo 2% in capsule o compresse. Il suo dosaggio medio è di circa 20-30 mg al mattino al risveglio e 20-30 mg nel tardo pomeriggio, sempre quindi a stomaco vuoto. Può continuare la cura cronicamente perché questo estratto è ottimamente tollerato. Dopo 3 mesi di cura ripeta il dosaggio della prolattina.
Ha risposto Sannia Antonello