Fibromi uterini, tumori benigni e silenziosi: ecco come si curano


Una patologia spesso silente, colpisce una donna su quattro e può essere trattata con successo grazie a farmaci e chirurgia.
Ne soffre una donna su quattro, per un totale di quasi 3 milioni di persone, solo nel nostro Paese.
Eppure, le donne sono ancora poco informate riguardo ai fibromi uterini. I sintomi sono spesso sottovalutati e si arriva tardi a una diagnosi precisa.
Si tratta di tumori benigni che si formano nel tessuto muscolare dell'utero. Singoli o multipli, possono essere localizzati all'interno della cavità uterina, svilupparsi verso l'esterno o essere intrusi nello spessore della parete uterina.
Le dimensioni variano da quelle del seme di un frutto (pochi millimetri), fino a raggiungere la grandezza di un'anguria.
Nella maggior parte dei casi, i fibromi non provocano sintomi. Tuttavia, alcune pazienti riferiscono la presenza di:
A volte possono comparire dolori intestinali, dovuti alla pressione del fibroma sull'intestino.
I fibromi uterini possono essere diagnosticati mediante una visita ginecologica.
In alcuni casi, tuttavia, queste formazioni sono localizzate in aree difficili da osservare oppure sono di dimensioni molto ridotte.
È quindi raccomandabile eseguire un'ecografia trans vaginale, oppure, se suggerito dallo specialista, un'ecografia trans addominale, che permetterà di escludere o confermare con sicurezza la diagnosi.
Non si conosce con certezza il motivo per cui queste formazioni si sviluppino. È probabile che esista una predisposizione genetica, ma ci sono anche ipotesi secondo cui l'esposizione a terapie ormonali potrebbe influenzarne la comparsa.
È stato infatti osservato che in presenza di elevati livelli di estrogeni e progesterone, ad esempio durante la gravidanza, i fibromi aumentano in dimensioni, mentre, al contrario, sembrano ridursi durante le fasi di bassi livelli ormonali, come si verifica durante la menopausa.
Per le pazienti che non riportano sintomi non è necessario sottoporsi ad alcuna terapia: è sufficiente effettuare una visita ginecologica periodica (ogni 6-12 mesi) per controllare l'evoluzione dei fibromi.
Se i sintomi sono evidenti, invece, esistono tre possibilità di cura:
Possono essere utilizzati farmaci non ormonali (antiemorragici) oppure vari tipi di ormoni, che:
Per queste ragioni, la terapia farmacologica viene prescritta in casi particolari:
Esistono diverse procedure chirurgiche, che vengono scelte in base a caratteristiche dei fibromi, come:
A seconda di queste caratteristiche, il chirurgo potrà consigliare alla paziente un intervento di natura conservativa, mediante l'esportazione di ogni singolo fibroma, oppure optare per un'isterectomia, che prevede l'asportazione di tutto l'utero.
Le tecniche chirurgiche utilizzate sono:
Si tratta di una tecnica radiologica, attraverso la quale si impedisce al fibroma di ricevere nutrimento mediante il flusso sanguigno.
In altre parole, si blocca l'arteria che trasporta il sangue al fibroma, impedendogli di essere nutrito e, quindi di crescere. In questo modo, si assiste a una progressiva riduzione del volume dei fibromi stessi, senza dover ricorrere all’intervento chirurgico.
Tuttavia, l'embolizzazione non può essere utilizzata per tutti i fibromi. Durante la fase di riassorbimento del fibroma, inoltre, può verificarsi la comparsa di dolore e perdite di sangue.