Fattore Rh e gravidanza: ecco cosa bisogna sapere


Semplici controlli per monitorare madre e figlio possono mettere al sicuro da malattie in alcuni casi anche gravi.
Noto con il nome di fattore Rh, il suo nome completo è fattore Rhesus. Si tratta di una proteina che si trova sulla membrana esterna dei globuli rossi.
Non tutti ce l'hanno: chi la possiede viene definito Rh + (positivo), mentre le persone i cui globuli rossi non portano questa proteina sono denominate Rh - (negativo). Il tipo Rh + è quello più diffuso e la presenza o l'assenza di tale fattore non ha alcuna influenza sullo stato di salute della persona.
Se una donna è Rh - e ha un partner Rh +, può verificarsi un fenomeno di incompatibilità del fattore Rh tra madre e figlio, in quanto quest’ultimo potrebbe ereditare dal padre la presenza di questa proteina.
Il contatto tra sangue materno Rh - e sangue fetale Rh + potrebbe scatenare una reazione di rigetto da parte dell'organismo della madre. Il sistema immunitario materno, infatti, riconoscerebbe il sangue del bambino, di tipo Rh +, come estraneo. E comincerebbe a produrre anticorpi contro i globuli rossi del nascituro (anticorpi anti-D): si parla in questo caso di immunizzazione materna contro il sangue Rh +.
Il contatto tra sangue materno e fetale può avvenire:
Se il contatto avviene durante il parto, gli anticorpi anti-D prodotti dalla madre non avrebbero il tempo necessario per danneggiare il nascituro.
Il discorso è diverso nelle gravidanze successive oppure se il contatto avvenisse durante la gravidanza. In questi casi, infatti, gli anticorpi anti-D prodotti dalla madre avrebbero tutto il tempo di attraversare la placenta e attaccare i globuli rossi fetali. Quando ciò avviene si verifica una condizione di anemia che può raggiungere livelli molto gravi, portando in alcuni casi alla morte del bambino nell'utero.
Per fortuna, i casi di bambini che muoiono in utero a causa di questa malattia sono meno del 10%. E questo grazie al miglioramento della sorveglianza materno-fetale.
Prima di cercare una gravidanza, ogni coppia dovrebbe conoscere il proprio gruppo sanguigno e il fattore Rh, per individuare i possibili casi di incompatibilità. Se ciò si verifica, è necessario che la futura mamma si sottoponga al test di Coombs indiretto: questa analisi è in grado di stabilire se la madre stia producendo anticorpi anti-D contro i globuli rossi del bambino.
In caso positivo, il feto e la madre verranno monitorati attentamente. In alcuni casi, potrebbe essere necessario sottoporre il bambino a una trasfusione attraverso il cordone ombelicale, oppure subito dopo il parto proprio per scongiurare lo svilupparsi dell'anemia.