Disturbo bipolare: i sintomi d’esordio e le cure

Colpisce almeno una persona su cento e può presentarsi con una grande varietà di manifestazioni. È una patologia importante, da non trascurare, ma con cure mirate può essere gestita in modo efficace.

A tutti può capitare di avere sbalzi d’umore, ma a volte l’alternarsi tra fasi euforiche e momenti di depressione è talmente marcato da connotare una malattia psichica vera e propria: il disturbo bipolare.

In chi ne soffre si alternano appunto periodi di eccitazione o eccitazione moderata (fase maniacale o ipomaniacale) e periodi di depressione (fase depressiva). Sebbene sia evidente una predisposizione familiare ad ammalarsi, il disturbo non si eredita. Il rischio di svilupparlo è favorito da cattive abitudini di vita, soprattutto per quanto riguarda il sonno, e dall’abuso di sostanze (stupefacenti, alcolici, ecc.).

I campanelli d’allarme

Il disturbo bipolare spesso si manifesta sin dall’adolescenza, solo che in molti casi non viene riconosciuto o scambiato con altre condizioni, dalla depressione alla schizofrenia.

Prima che si manifestino episodi maniacali veri e propri (ci possono volere anni), si possono avere disturbi di ansia, del sonno ed episodi depressivi.

I sintomi del disturbo dipolare sono legati alle fluttuazioni dell’umore e possono essere molto variegati. In genere le fasi depressive durano di più nel tempo, mentre quelle maniacali o ipomaniacali hanno durata minore (da una settimana a poco più di un mese).

Il passaggio tra queste due fasi può essere relativamente lungo, consentendo al paziente un periodo di benessere, oppure molto repentino.

Sintomi maniacali Sintomi depressivi
Aumento dell’energia vitale e creativa Umore depresso per la maggior parte del tempo
Incapacità di frenare i propri impulsi (spese eccessive, abuso di sostanze, ecc.) Perdita di interesse per le attività quotidiane
Promiscuità sessuale Tendenza all’isolamento
Aumento della socievolezza Sentimenti di colpa
Riduzione del bisogno di sonno Alterazioni del sonno e dell’appetito
Pensieri di morte/suicidio

Che cosa fare

Il disturbo bipolare può essere facilmente riconosciuto soprattutto nella fase maniacale, in quanto è molto ben definita e ha caratteristiche peculiari che persistono per almeno una settimana.

Se, al contrario, il paziente arriva dallo specialista nella fase depressiva (cosa più probabile) possono volerci anche molti anni prima di riconoscere con chiarezza il disturbo. Può infatti capitare che alcuni pazienti abbiano per anni solo episodi depressivi senza mostrare fase maniacali o ipomaniacali. Questi pazienti vengono perciò diagnosticati come depressi fino alla comparsa, magari a molti anni di distanza, di una prima fase maniacale. Da qui l’importanza di una valutazione clinica molto dettagliata dei sintomi e della storia familiare che potrebbe portare alla diagnosi corretta.

Le cure

Il trattamento del disturbo bipolare si basa da una parte sull’impiego di farmaci, che puntano a stabilizzare l’umore e a migliorare il sonno, e dall’altra su un approccio psicoeducazionale, che mira a insegnare al paziente e ai familiari a riconoscere i segnali di una prossima ricaduta maniacale o depressiva. Il problema, soprattutto negli adolescenti, è l’aderenza alla terapia e alle indicazioni inerenti lo stile di vita, soprattutto nelle fasi maniacali.

I farmaci più utilizzati sono i sali di litio, anche se da alcuni anni sono disponibili antipsicotici di seconda generazione, rivelatesi particolarmente utili in alcune forme del disturbo.

Antonella Sparvoli
Antonella Sparvoli
Nata e cresciuta a Milano, dopo il Liceo scientifico, decide di iscriversi alla Facoltà di Scienze biologiche all’Università Statale di Milano. Le materie di studio la appassionano molto e si laurea a pieni voti nel 1995, dopo un periodo di studio come studente Erasmus al Trinity College di Dublino e l’internato per la tesi di laurea nel Laboratorio di immunologia molecolare del Dibit, all’Ospedale San Raffaele di Milano. Si dedica per un breve periodo alla ricerca, ma poi capisce che il suo posto non è tra le provette di un laboratorio, ma tra le pagine di un giornale. Frequenta il Corso post-Laurea in Comunicazione scientifica, organizzato dalla Facoltà di Farmacia dell’Università degli Studi di Milano, e inizia a scrivere per riviste specializzate e divulgative. Dal 1998 collabora in modo continuativo con il Corriere Salute, nel 2010 inizia a collaborare con Io Donna, il femminile del Corriere della sera, e nel 2016 inizia a scrivere per Sapere Salute. Ha scritto alcuni testi di Biologia per le scuole superiori, il volume “Mi spieghi dottore”, ma il suo sogno è scrivere un romanzo. Scherzosamente si definisce «giornalinga», un po’ giornalista… un po’ casalinga. Tra un articolo e l’altro, si dedica al marito Davide e ai figli Andrea e Sofia. Nel tempo libero ama fare sport, andare in bicicletta e, quando possibile, viaggiare. 

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