Diarrea in bambino di 5 anni

DOMANDA

Mio figlio di 5 anni ha da 20 giorni feci molle, maleodoranti e chiare, senza febbre, ma con tanta aria nella pancia. Una volta liberato passa tutto. In questo periodo di tempo ha perso 1 kg, mangia volentieri ed è vivace. Abbiamo eseguito esami delle feci e delle urine, che sono risultati negativi. Ora stiamo aspettando gli esiti dell’emocromo e dei test per la celiachia. Oggi ho notato la lingua patinata e qualche bollicina in fondo alla lingua. Sono preoccupata perché non passa. Cosa posso fare? Gli sto dando integratori alimentari a base di fermenti lattici sotto consiglio medico.

RISPOSTA DELL'ESPERTO

Risponde: Marina Battaglioli, Pediatra e neonatologa

La diarrea cronica è un disturbo alquanto complesso. Si definisce diarrea cronica una modificazione delle caratteristiche delle feci, che appaiono meno formate e con maggior frequenza di evacuazione, che dura più di 3-4 settimane.

Le cause sono diverse: malattie da malassorbimento, tra cui la celiachia, malattie infiammatorie intestinali, colon irritabile, infezioni croniche batteriche, virali o da parassiti; infine un discreto numero di casi viene definito "idiopatico" perché la causa non è ben definibile.

Si valutano sempre anche i sintomi che accompagnano la diarrea, come perdita di peso o arresto della crescita in altezza.

È corretto eseguire esami per capirne l'origine, come le sta prescrivendo il suo medico. L'esame delle feci, chimico-fisico e colturale è uno dei primi che vengono prescritti. Serve a capire com'è la composizione delle feci, in particolare se contengono parti di alimenti non digeriti (reperto che orienta eventualmente verso un malassorbimento di qualche alimento o un'intolleranza alimentare) o cellule infiammatorie (suggestivo per un'infiammazione intestinale).

I successivi esami sono in genere un prelievo di sangue, che aiuta a rilevare eventuali segni indiretti di malassorbimento, come l'anemia, oppure alterazioni degli indici infiammatori. Successivamente possono essere indicati esami radiologici, come una TAC addominale, e in alcuni casi anche esami più invasivi come un'endoscopia.

Il trattamento, ovviamente, dipende dalla diagnosi: può essere una dieta, l'eliminazione di un alimento o di un gruppo di alimenti a cui il bambino è allergico, un trattamento antibiotico o antielmintico mirato, una terapia antiinfiammatoria. 

Marina Battaglioli
Pediatra e neonatologa
Dirigente medico di 1° livello c/o Patologia Neonatale – Nido P.O. Buzzi.
Laureata in Medicina e Chirurgia a Milano nel 1990, opera fino al 1994 come studente interna prima e poi come specializzanda presso la Clinica De Marchi e la Clinica Mangiagalli dell’Università degli Studi di Milano dove consegue la specializzazione in Pediatria Generale nel 1994 e in Neonatologia nel 1996.
Tra il 1994 e il 1996 è titolare di una borsa di studio per il Trasporto Neonatale d’Emergenza presso il reparto di Patologia Neonatale della Clinica Mangiagalli, dove opera fino al 1998. Tra il 1998 e il 2000 presta la propria opera al Nido dell’Ospedale S.Giuseppe di Milano prima e poi alla Divisione di Pediatria e Patologia Neonatale dell’Ospedale “Valduce” di Como.
Dal 2000 assume l’incarico a tempo indeterminato presso il reparto di Patologia Neonatale e Nido dell’Ospedale Buzzi, attualmente è Dirigente medico di 1° livello.

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