Deglutizione atipica a 10 anni

DOMANDA

A mio figlio di 10 anni è stata diagnosticata la deglutizione atipica, migliorata e non risolta con l'ausilio di una griglia. Ora l’odontoiatra mi dice di consultare un logopedista e qualcuno mi suggerisce una possibile connessione con un problema, focalizzato da poco e non ancora affrontato, di sbilanciamento anteriore del carico (il bambino cammina appoggiando prima la punta dei piedi). Può essere? Chi devo consutare? Un osteopata, un logopedista, un ortopedico?

RISPOSTA DELL'ESPERTO

Risponde: Elena Boccalandro, Terapista della Riabilitazione, Dottore in Osteopatia

La deglutizione rappresenta una delle fisiologiche funzioni della vita di ogni individuo. Quando questa funzione si effettua con modalità tipiche dell'età infantile in un soggetto adulto si parla di deglutizione atipica. Generalmente il meccanismo patologico che sta alla base dell'alterazione è la spinta e l'interposizione della lingua tra le arcate dentali. Questa alterazione provoca una ridotta attività dei muscoli masticatori e della muscolatura facciale, in particolare del muscolo orbicolare delle labbra. La deglutizione di norma si attua nel giro di 1-2 secondi e si ripete dalle 1.500 e 2.500 volte al giorno. Se tale meccanismo è atipico significa che per 1.500-2.500 volte al giorno la lingua, che è la protagonista principale del processo, invece di favorire una funzione incrementa sempre di più una disfunzione che oltre a provocare dei danni a carico dei denti (malocclusioni) può provocare anche problemi che si ripercuotono a livello posturale e linguistico. Per questo motivo la terapia deve necessariamente coinvolgere più specialisti: l'ortodonzista che si occuperà di ripristinare una corretta occlusione, il logopedista che si concentrerà sulla riabilitazione funzionale della lingua e dei muscoli connessi a essa, l'osteopata che attraverso il suo intervento avrà il compito di mantenere in "equilibrio" la funzionalità dell'intero organismo, infine l'ortopedico che focalizzerà l'attenzione sui distretti articolari direttamente interessati dal problema (articolazione temporo-mandibolare) osservando la crescita armonica scheletrica del paziente. È di fondamentale importanza che tutti questi interventi siano coordinati secondo le priorità del paziente, e perché questo accada non deve mancare la comunicazione tra i diversi professionisti. Solo così si potranno ottenere validi risultati finali.

Elena Boccalandro
Terapista della Riabilitazione, Dottore in Osteopatia
Diplomata in Terapia della Riabilitazione nell’anno 1993/94 e Dottore in Osteopatia dal 1999, è regolarmente iscritta al Registro Osteopati Italiani.
Dal 1994 lavora in qualità di libera professionista.
Ha prestato servizio presso il “Centro Emofilia e Trombosi Angelo Bianchi Bonomi” dell’Ospedale Maggiore di Milano da luglio 1992 a luglio 1993. Dal 1994 fino a marzo 2002 è stata impegnata con incarico libero-professionale in qualità di fisioterapista, presso il Day-Hospital del Pio Albergo Trivulzio.
Si è classificata prima al concorso pubblico per fisioterapisti indetto il 10 marzo 2003 presso il Pio Albergo Trivulzio.
Ha partecipato all’evento formativo pluriennale (2006-2007, 2007- 2008) di “scuola di posturologia integrata” tenutosi a Roma.
Ha vinto il premio nella sessione Caregiver’s Education Award con il seguente progetto: “Analisi posturale e trattamento fasciale in pazienti affetti da artropatia emofilia: studio con gruppo di controllo”.
È stata relatrice in numerosi congressi scientifici e corsi di formazione
professionale.
Ha redatto il capitolo “Rieducazione neuromotoria di gruppo” all’interno del libro ”Parkinson” della dottoressa E.Hartmann.

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