Zanzare & Co. In estate proteggi così i tuoi bimbi


Ci sono le zanzare, certo, ma non bisogna dimenticare che esistono anche altri insetti che possono pungere. Ecco come difendersi.
Fastidiosi, soprattutto se è impossibile evitarli, di giorno e di notte: gli insetti pungenti, che più facilmente si incontrano durante l'estate, possono rovinare il sonno e addirittura le vacanza.
A maggior ragione se la “vittima” è un bambino o un neonato. Se ci si trova in una zona ad alta densità di zanzare, la migliore difesa sono i metodi di barriera: zanzariere su culle, carrozzine e finestre (ce ne sono anche di portatili), gerani su davanzali e balconi (il profumo funge da repellente, ma attenzione ai sottovasi: l'acqua che ristagna può attrarre gli insetti).
Con neonati e bambini molto piccoli possono andare bene le candele alla citronella, mentre è meglio evitare piastrine elettriche e zampironi con sostanze potenzialmente tossiche e, in ogni caso, è bene ventilare la stanza prima di mandare i piccoli a nanna.
Anche i repellenti da spruzzare sulla cute vanno usati con parsimonia – per esempio solo se si esce per una passeggiata serale - e scegliendo quelli vegetali (a base di geranio o lavanda). In caso di puntura, va bene una pomata lenitiva o, nei casi più gravi, antistaminica.
Le zanzare possono essere più di una seccatura se si viaggia in un paese esotico, perché sono il veicolo di trasmissione di malattie come la malaria o la febbre gialla.
In questi casi, è bene informarsi sulle precauzioni e le eventuali profilassi vaccinali. «Quando si programma un viaggio con un bambino in un Paese a elevato rischio» sottolinea Susanna Esposito, direttore del “Centro per il bambino viaggiatore” della Fondazione Irccs Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico dell’Università degli studi di Milano e presidente dell’Associazione mondiale per le malattie infettive e i disordini immunologici (Waidid) «è importante essere ben informati sui rischi di contagio di malattie infettive non presenti in Italia».
Una corretta profilassi vaccinale ha bisogno di un tempo adeguato, differente da patologia a patologia, per garantire la protezione dalla malattia.
«Per questo è sempre bene quando possibile, programmare il viaggio con anticipo. Bisogna anche considerare che, in presenza di una stessa patologia, come per esempio la malaria, profilassi e terapia possono essere diverse a seconda del Paese che si visita. A questo si aggiunge che i bambini richiedono forme di intervento specifiche, spesso diverse da quelle per gli adulti, nel dosaggio dei farmaci da utilizzare e per la differente possibilità di impiego dei vari vaccini disponibili» aggiunge l’esperta.
In Italia ogni anno oltre mezzo milione di bambini e adolescenti viene punto dagli imenotteri (api, vespe, calabroni).
Circa il 5 per cento ha una reazione allergica, lieve o grave: lesioni locali che possono durare per giorni, a reazioni sistemiche, più rapide, che oltre alla cute possono riguardare l'apparato gastrico, respiratorio e cardiocircolatorio, fino allo shock anafilattico che mette a rischio la vita del paziente, ma che per fortuna riguarda solo l’1 per cento dei casi.
«È importante distinguere le reazioni allergiche dalle manifestazioni di ipersensibilità cutanea» spiega Marzia Duse, presidente della Società italiana di immunologia e allergologia pediatrica (Siaip).
«Non tutte le reazioni irritative sottintendono il rischio di una possibile futura risposta anafilattica, che per fortuna resta un evento raro, soprattutto tra bambini».
Aggiunge Marina Mauro, coordinatore clinico dell’ambulatorio di allergologia dell’Azienda ospedaliera “Ospedale Sant’Anna” Asst Lariana-Como: «Le mamme dei bambini che sono stati punti da vespe, api o calabroni e che hanno avuto una reazione locale anche estesa, ma solo nella zona della puntura, non devono preoccuparsi. Se il bambino sviluppa una reazione generalizzata, ma si tratta di orticaria, la prognosi è di nuovo favorevole. Ci si deve preoccupare solo quando c'è una reazione grave: come chiusura della gola o abbassamento della pressione. In questi casi è bene sottoporre il piccolo a immunoterapia specifica (vaccino) e in ogni caso farlo visitare in un centro specializzato per questo tipo di reazioni allergiche».
Un vaccino contro le punture degli imenotteri Il vaccino, che deve essere eseguito da personale esperto in centri allergologici qualificati, viene praticato per 3-5 anni, ed è in grado di modulare la risposta immunitaria nei soggetti allergici, proteggendoli nel medio-lungo termine dalle reazioni dovute a successive punture.
Per saperne di più, c'è la campagna d’informazione “Punto nel Vivo”, patrocinata da FederAsma e Allergie Onlus – Federazione Italiana Pazienti, che punta a far conoscere agli italiani l’esistenza, le caratteristiche e le terapie delle reazioni allergiche da punture di imenotteri, una famiglia che comprende oltre 100mila specie d’insetti.
Per altro quest’estate secondo gli esperti aumenterà nella nostra penisola la diffusione della Vespa Velutina, conosciuta come “Calabrone Killer”, una specie particolarmente aggressiva.