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RISPOSTA DELL'ESPERTO

Tatuaggi

Tatuaggio eseguito durante trattamento con isotretinoina

Sono in cura con isotretinoina 20 mg da 5 mesi e peso 70 kg. Posso fare un tatuaggio? Se sì, cosa può comportare come rischi o inconvenienti?

L'isotretinoina comporta alterazioni cutanee (si spera a fin di bene) che rendono tra l'altro la pelle secca e facilmente irritabile. Per prudenza, data anche la stagione estiva, consiglierei di fare il tatuaggio a distanza di un mese dalla fine del trattamento. Si eviteranno reazioni infiammatorie che potrebbero provocare un parziale riassorbimento dei pigmenti.

Tatuaggio per coprire cicatrici dell'antivaiolosa

Sul braccio ho le "cicatrici" di due vaccini per vaiolo fatti quando ero bambina. Siccome a differenza di altri le mie sono due, bianche e ben visibili desideravo coprirle con un tatuaggio. Prima di rivolgermi a un tatuatore esperto volevo comunque il parere di un medico.

La pratica di coprire cicatrici o altre imperfezioni cutanee mediante tatuaggi è oggi abbastanza diffusa e generalmente ben tollerata. Non è indicata se la cute è predisposta a formare cicatrici cheloidee o ipertrofiche in seguito a ferite o infezioni (foruncoli per esempio) e in caso di allergia a pigmenti specifici. Il tatuatore professionista sarà in grado di usare i pigmenti adatti, in quanto non tutti vengono assorbiti correttamente dal tessuto cicatriziale.

Terapia antivirale e tatuaggi

Per una terapia contro l'herpes, a cui sono molto soggetta, sto assumendo pastiglie di aciclovir 400. Vorrei farmi un tatuaggio a breve e vorrei sapere se l'assunzione del medicinale potrebbe influire negativamente in qualche modo.

La terapia in corso non compromette la riuscita di un tatuaggio. È comunque opportuno evitare, per precauzione, la zona dove l’herpes è solito manifestarsi.

Tatuaggio e cura con antivirale

Sto facendo una cura a base di aciclovir per l'herpes labiale a cui sono molto soggetta. Volevo chiedere se il medicinale potrebbe interferire sulla buona riuscita di un tatuaggio.

No, problemi per il tatuaggio non ce ne sono, a patto che non si tratti di un tatuaggio cosmetico sulla regione labiale!

Tatuaggio all'hennè se si assume isotretinoina

Vorrei fare un tatuaggio naturale all'hennè fatto in casa, posso farlo anche se prendo isotretinoina?

La terapia in corso non presenta controindicazioni specifiche. È opportuno però verificare scrupolosamente la qualità dell’hennè che si vuole usare: deve essere puro, senza aggiunta di altre sostanze, per evitare problemi di infiammazioni o allergie.

Tatuaggio quando è presente un angioma

Ho un angioma superficiale con vene abbastanza in rilievo nella parte superiore del braccio destro che si estende dalla spalla fino all'inizio dell'avambraccio. Vorrei farmi un tatuaggio che parte dal polso fino a poco prima dell'avambraccio, posso procedere o sarebbe meglio lasciar stare? Il tatuaggio non andrà a finire sopra l'angioma, ovviamente.

Gli angiomi in questione non compromettono l’integrità della cute circostante, che è da considerarsi perfettamente sana. Relativamente a queste considerazioni il tatuaggio si può tranquillamente effettuare.

Tatuaggio quali rischi se si è in terapia immunosoppressiva

Sono affetto da rcu atipica in quanto non ho mai avuto sangue nelle feci. I primi disturbi sono iniziati 6 anni fa, ho seguito numerose cure e attualmente sono approdato ai farmaci biologici (infliximab), che assumo insieme con azatioprina e prednisone. Ci sono controindicazioni gravi a fare un tatuaggio vista la terapia? Meglio aspettare la fine del cortisonico?

Tutti farmaci che attualmente sta assumendo hanno azione immunosoppressiva, per cui il rischio di complicanze di tipo infettivo in seguito a un tatuaggio, anche se praticato con tutte le precauzioni, è sicuramente più elevato. Molto dipende ovviamente dal tipo, dalle dimensioni e dalla localizzazione del tatuaggio che si vuole effettuare.

Tatuaggi su nevo di Becker

Sin dall'adolescenza mi è comparso sulla spalla destra un nevo di Becker, diagnosticato da diversi dermatologi, di forma "tondeggiante" con un diametro di 12 cm circa. Ho provato a trattarlo con laser: Q-switch, candela, chirurgico, ma con scarsissimi risultati. Vorrei chiederle se ritiene una soluzione estetica praticabile quella di eseguire un tatuaggio sul nevo andandolo a coprire. Rischierei di produrre un danno biologico facilitatore di evoluzioni maligne cancerose? Oppure tale zona presenta un rischio di degenerazione uguale ad ogni altra parte del corpo?

A mio avviso non esistono dati sufficienti per valutare la sicurezza di un tatuaggio su un nevo di Becker; benchè si tratti di una alterazione cutanea benigna, personalmente preferirei non rischiare.

Tatuaggi e rischio di cheloidi

Buongiorno, sono a richiedere se con un tatuaggio all'interno del polso c'è il rischio che si formi un cheloide. Premetto che qualche anno fa, a causa di un piercing nella parte alta dell'orecchio ho avuto la formazione di un cheloide, poi risolta quasi completamente con delle iniezioni. Quando mi capita di tagliarmi o graffiarmi la cicatrice rimane nella norma e, a parte il caso citato sopra, non ho avuto altri problemi di quel genere. Corro un alto rischio con un tatuaggio? C'è la possibilità di fare delle "prove" per verificare il rischio?

La formazione di cheloidi, o meglio di cicatrici ipertrofiche o cheloidee, dipende da fattori genetici che determinano diversi gradi di intensità. Se la sua cicatrizzazione è risultata nel complesso regolare direi che il rischio è limitato; eventualmente è bene eseguire il tatuaggio in modo più superficiale possibile. Le "prove" non possono fornire indicazioni attendibili.

Orticaria da stress: che succede a fare un tatuaggio

Ho 31 anni e dalla età di 12 anni soffro di orticaria da stress; devo dire che negli ultimi anni la patologia è abbastanza migliorata però non è sparita come mi dissero sarebbe avvenuto. Ora vorrei fare un tatuaggio ma ho avuto sempre paura che la mia pelle non l'avrebbe sopportato per via della mia patologia, non so che correlazione ci possa essere tra il tatuaggio e la mia orticaria da stress, ma volevo un suo parere in merito.

Nei casi di orticaria cronica, qualunque ne sia la causa, la pelle potrebbe trovarsi in uno stato in cui piccoli traumi o pressioni sono in grado di provocare liberazione di istamina con conseguente reazioni pomfoidi limitatamente alle zone interessate (dermografismo), questo anche in assenza di manifestazioni orticarioidi conclamate. Questa condizione può non essere costante, per cui è bene verificarla. I traumi rappresentati dagli aghi adoperati per il tatuaggio potrebbero infatti generare un'eccessiva infiammazione che comporterebbe un assorbimento disomogeneo dei pigmenti.

Tatuaggio sulla vena

Avendo sul braccio il segno della farfallina dell'ospedale perché ho tenuto per tanto tempo la flebo, vorrei coprire questo segno con un tatuaggio. Essendo proprio sulla vena dove la pelle è fine, c'è rischio che l'inchiostro passi nel sangue?

I tatuaggi, purché eseguiti da mani esperte e qualificate, non comportano i rischi che la preoccupano. C'è da dire che, spesso, i segni o macchie di questo tipo si attenuano e scompaiono nel giro di qualche mese; se ciò non accade si può pensare al tatuaggio. Bisogna considerare che in quel punto sarà molto visibile, pertanto la scelta del disegno deve essere attentamente valutata.

Rimozione del tatuaggio con latte materno

Un conoscente mi ha raccontato di aver rimosso un tatuaggio con il latte materno, iniettandolo utilizzando la macchinetta per i tatuaggi. È davvero possibile che il latte contenga sostanze in grado di togliere i pigmenti senza nuocere alla pelle?

La rimozione di un tatuaggio prevede sempre una lesione cutanea, fisica e/o chimica che sia. La riparazione tissutale che ne consegue è spesso in grado di asportare i pigmenti in tutto o in parte. Se i pigmenti del tatuaggio sono superficiali e distribuiti in modo omogeneo i risultati saranno soddisfacenti con minimi esiti cicatriziali, se invece sono situati in profondità e a livelli differenti, il risultato sarà parziale o incompleto; il trattamento dovrà essere ripetuto o diversificato, aumentando il rischio di danni permanenti.

Tatuaggio per coprire un angioma superficiale

Ho un angioma superficiale sulla schiena da quando sono nata. Era violaceo, circolare: una serie di venette scure assolutamente asintomatiche che non si rilevano al tatto. Nel tempo l'angioma è cambiato, si è allargato e sbiadito, ma mai scomparso. Vorrei coprirlo con un tatuaggio. È possibile o ci possono essere dei rischi?

Negli angiomi i vasi sanguigni sono numerosi, dilatati e superficiali. L'esecuzione di un tatuaggio su tale terreno può provocare sanguinamenti difficilmente controllabili, oltre a una mancata o incompleta fissazione del pigmento. Consiglio vivamente visita e parere dermatologici prima di procedere al tatuaggio.

Creme per eliminare i tatuaggi

Volevo sapere da un esperto la (eventuale) reale efficacia delle creme per eliminare i tatuaggi.

Le creme cui si riferisce sono probabilmente quelle che contengono sostanze in grado di legarsi al pigmento del tatuaggio per fare in modo che, successivamente, venga eliminato dalla reazione tissutale. Non è sufficiente applicare il prodotto sulla superficie cutanea, questo deve essere iniettato con tecnica appropriata a livello del derma, dove si localizza il pigmento. In seguito a questo intervento si forma una crosta che dovrebbe rimuovere il tatuaggio. L'efficacia di questo trattamento, come di altri, dipende dalle caratteristiche del tatuaggio stesso (profondità, modalità di esecuzione) e dalla reattività individuale. L'eliminazione potrebbe risultare incompleta, oppure si potrebbero verificare esiti cicatriziali o depigmentazioni permanenti, rischi che si possono meglio valutare dopo un attento esame.

Allergie, orticaria e tatuaggio

Sono allergica a parietaria, graminacee, olivo e acari e mi è capitato che facendomi una tintura ai capelli mi si sia gonfiata tutta la testa. La tintura è andata anche a finire sulla guancia e un po' sul braccio facendo gonfiare anche lì. Visto che vorrei fare un tatuaggio, è possibile che sia allergica anche a quello? Da mesi soffro anche di orticaria.

Una reazione allergica ai pigmenti utilizzati per i tatuaggi è sempre possibile, soprattutto per chi già soffre di altre allergie. Questa eventualità comporterebbe inoltre il problema della rimozione dei pigmenti fissati nelle strutture cutanee. Può essere utile un patch-test (test del cerotto, per evidenziare le dermatiti da contatto), da effettuarsi presso un laboratorio di analisi, aggiungendo un campione dei colori che si intendono usare. Durante l'esecuzione del tatuaggio l'orticaria, se ancora presente, verrebbe stimolata localmente, compromettendone la riuscita.

Tatuaggio dopo eritema nodoso

Due anni fa ho avuto un eritema nodoso, di cui non si è mai scoperta la causa, che si è risolto naturalmente senza uso di farmaci. Ho intenzione di fare un tatuaggio e volevo sapere se ci sono controindicazioni.

L'eritema nodoso può essere indice di svariate patologie, infezioni, oppure può essere provocato da farmaci o altre sostanze. Spesso, pur eseguendo tutti gli esami del caso, le cause rimangono sconosciute. Riguardo al possibile rapporto tatuaggi-eritema nodoso non mi risulta esistano statistiche o segnalazioni in merito. I rischi che il tatuaggio comporta sono costituiti da reazioni allergiche al pigmento usato, dalla formazione di granulomi cutanei o da infezioni, dovute a mancata sterilizzazione degli strumenti o da inquinamento dei coloranti.

Tatuaggio semipermanente ed herpes

Ho deciso di effettuare un tatuaggio semipermanente sulle labbra in centro specializzato. Mi preoccupa il fatto che soffro di herpes, e anche spesso. La tatuatrice mi ha consigliato di assumere due giorni prima del tatuaggio delle pasticche di aciclovir e di mettere sulle labbra una pomata anestetica. Mi chiedevo se nel tempo il fatto che io soffra di herpes possa interferire con la buona riuscita del tatuaggio e se posso continuare a utilizzare l'aciclovir anche dopo senza creare alterazioni al colore della bocca.

L'aciclovir, somministrato prima del tatuaggio avrebbe lo scopo di prevenire un'eventuale eruzione erpetica, cosa che ne comprometterebbe il risultato. Il rischio è rappresentato dalle eruzioni successive in quanto potrebbero determinare un parziale riassorbimento del pigmento. La terapia topica antivirale non provoca modificazioni del colore.

Tatuaggio su cicatrice cheloidea

Volevo chiedere se è possibile effettuare un tatuaggio su una cicatrice cheloidea di vecchia data (ormai di colore rosa chiaro e molto piatta) per coprirla. Ho parlato con un tatuatore bravo e mi ha detto di sì. Lei che ne pensa? Che rischi corro?

A mio parere il tessuto cheloideo non va sottoposto a traumatismi (anche se lievi come nel caso di un tatuaggio) che lo potrebbero riattivare peggiorando la situazione: esistono infatti cheloidi che insorgono su cute sottoposta a questi interventi. Alcuni soggetti sono particolarmente predisposti a sviluppare tale patologia cutanea. Consiglierei di eseguire il tatuaggio sulla cute circostante la cicatrice, scegliendo un disegno adatto allo scopo.

Tatuaggio che prude d'estate

Quasi 5 anni fa ho fatto un tatuaggio sul braccio. Ogni estate, quando espongo il tatuaggio al sole, in maniera sporadica inizia a prudere e il tatuaggio stesso diventa in rilievo, sopratutto nei contorni. In inverno invece, quasi mi dimentico di averlo. Il tatuatore ha usato solo il colore nero, osso essere diventato intollerante all'inchiostro?

Nei tatuaggi per ottenere il colore nero si possono usare vari pigmenti di composizione diversa. Nel suo caso si è verosimilmente verificata una forma di fotosensibilizzazione, cioè una reazione al pigmento che ha bisogno di raggi solari di una certa intensità per manifestarsi, anche se questo fenomeno è più frequente verso i pigmenti verdi, gialli o rossi. L'applicazione di un filtro solare ad alta protezione, in caso di efficacia, confermerà l'ipotesi. La rimozione del tatuaggio sarebbe ovviamente una soluzione, ma il rischio cicatriziale deve essere attentamente valutato.

Piercing e “tatuaggio chimico”

Da qualche anno intorno al foro del piercing al naso si è formato un alone scuro, simile a un livido. Nonostante abbia smesso di usare il piercing e abbia utilizzato saponi e peeling, l’alone non accenna a sparire. Il medico ha parlato di “tatuaggio chimico” causato dai gioielli d’argento che ho usato negli anni e non mi ha dato grandi speranze di poterlo far sparire. Davvero non c’è un modo per eliminarlo?

L'argento e altri elementi presenti nelle leghe metalliche si combinano spesso con alcune secrezioni cutanee dando luogo a composti di colore scuro. Se questi vengono incorporati nel derma realizzano un vero e proprio tatuaggio: data la posizione, gli interventi per la sua eliminazione comportano rischi cicatriziali più evidenti e antiestetici del "tatuaggio" stesso. Il piercing può anche provocare uno stato infiammatorio cronico con conseguente iperpigmentazione. L'applicazione di creme depigmentanti a base di arbutina (sostanza naturale estratta dalle ericacee), preceduta da un po' di succo di limone è un tentativo che non implica effetti indesiderati e può essere portato avanti per 2-3 mesi.

Francesco Garonzi

Dermatologo2

Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1976,presso l’università degli studi di Milano, consegue l'abilitazione all'esercizio della professione medica nel 1977. Consegue la specializzazione in Dermatologia e Venereologia presso l’Università degli Studi di Milano nel 1979.Da allora esercita la professione come specialista dermatologo.

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