Occhio secco, attenti al pc e non solo...


La sindrome da occhio secco si instaura quando il film lacrimale superficiale che protegge, irrora e nutre gli strati esterni dell’occhio, in particolare cornea e congiuntiva, è troppo scarso o di qualità scadente. Ecco le soluzioni.
Nella stragrande maggioranza dei casi, il disturbo si instaura a causa della riduzione della frequenza di ammiccamento (quell’impercettibile ma costante movimento di apertura e chiusura delle palpebre che permette di ripristinare periodicamente un microfilm superficiale omogeneo) e dell’aumento dell’evaporazione della componente acquosa della lacrima, promosso da condizioni ambientali sfavorevoli.
Tra le attività più dannose per l’idratazione dell’occhio c’è, come noto, il lavoro al computer, ma in realtà tutte le situazioni che impegnano intensamente la vista per periodi prolungati sono a rischio, soprattutto se ci si trova in luoghi poco aerati, non adeguatamente umidificati e con sistemi di riscaldamento o condizionamento non ottimali.
Anche la qualità dell’illuminazione ha un impatto determinante. Se inadatta, oltre a costringere l’occhio a un maggior sforzo visivo e a promuovere sensibilizzazioni, la luce artificiale interferisce con l’ammiccamento, impedendo il mantenimento di un buon film lacrimale.
All’aria aperta, invece, sono i climi caldi, secchi e ventosi a creare i maggiori problemi, soprattutto se l’irraggiamento solare è intenso e non si proteggono gli occhi con lenti in grado di filtrare efficacemente gli UV.
Altri fattori che aumentano il rischio di soffrire di occhio secco sono di tipo fisiologico e tendenzialmente non eliminabili.
Le donne, per esempio, sono interessate più facilmente dal disturbo per ragioni di natura ormonale, specie dopo la menopausa e durante la gravidanza perché la variazione dei livelli di estrogeni altera il funzionamento delle ghiandole lacrimali, determinando una riduzione del volume di film protettivo.
Anche alcune terapie farmacologiche possono promuovere la secchezza oculare. Si tratta, in particolare, di farmaci immunosoppressori, antistaminici, decongestionanti, diuretici, antidepressivi, antiacidi, betabloccanti e altri principi per la cura di patologie cardiache, anticoncezionali ormonali.
Per attenuare i disagi, chi soffre di occhio secco dovrebbe innanzitutto rispettare alcune regole di igiene quotidiana e stile di vita in grado di migliorare la fisiologia dell’occhio e preservarne una lubrificazione più efficiente.
Inutile ricordare, poi, che chi passa molte ore al computer dovrebbe prevedere pause periodiche, per esempio, di 5-10 minuti ogni 1-2 ore ed evitare di indossare lenti a contatto per più di 2-3 ore.
Chi indossa occhiali da vista, invece, dovrebbe optare per lenti antiriflesso, specie se si lavora in stanze illuminate con luci al neon.
Un consiglio utile a tutti è, poi, quello di orientare il monitor del pc in modo da evitare fastidiosi riverberi.
Per restituire all’occhio il giusto grado di idratazione è possibile ricorrere anche a preparati specifici contenenti composti di natura lipidica, come la paraffina liquida, che trattengono sulla superficie della cornea un’adeguata quantità di fluido lacrimale, rallentandone l’evaporazione.
Oppure a soluzioni idratanti e “mucomimetiche”, che aumentano il volume del microfilm protettivo, umettando anche le mucose interne delle palpebre.
Altri rimedi indicati per il trattamento dell’occhio secco sono i colliri e le soluzioni a base di acetilcisteina, povidone e alcol polivinilico.
Al contrario, vanno evitati i colliri decongestionanti perché, oltre a offrire un sollievo soltanto parziale e limitato nel tempo (al massimo un paio di ore), a lungo andare peggiorano lo stato del film lacrimale e il grado di lubrificazione dell’occhio.