Obesità infantile: prevenirla è meglio

Mamme e papà possono fare parecchio per prevenire problemi di peso nei figli ed evitare che diventino adulti obesi.

Dalla fine del secondo millennio, l’incidenza dell’obesità è in progressivo aumento in tutto il mondo come se si trattasse di un’epidemia incontenibile.

Gli Stati Uniti, come è noto, detengono il primato mondiale del sovrappeso, sia per i bambini sia per gli adulti. Ma anche in Europa non si scherza: le ultime indagini dicono che il fenomeno è in aumento anche nel Vecchio continente.

E in Italia? Secondo le più recenti stime dell’Istituto superiore di sanità l’incidenza dell’obesità infantile nell’ultimo decennio è salita dal 9 al 12,5 per cento; se si analizza la fascia di età dai 6 ai 13 anni, quasi un bambino su quattro è obeso o in sovrappeso.

E dato che i piccoli obesi diventeranno quasi sicuramente adulti obesi, con tutte le conseguenze del caso, è bene che la prevenzione inizi il prima possibile.

Misure che pesano

Nell’adulto la definizione di sovrappeso e obesità si basa sull’Indice di massa corporea (o Bmi dall’inglese Body mass index) che è il rapporto tra il peso in kg e l'altezza in metri al quadrato. Nel bambino la valutazione è più complessa e spetta al pediatra fare una diagnosi precisa.

Indipendentemente dalle misure, è provato che un’iperalimentazione nei primi due anni di vita oltre a causare un aumento di volume delle cellule adipose determina anche un incremento nel loro numero. Avere tanti adipociti significa avere un eccesso di tessuto grasso, favorendo così la comparsa di sovrappeso e obesità.

Se non si corregge la tendenza all’obesità fin da piccoli sarà sempre più difficile ottenere, da adulti, un dimagramento duraturo: si potrà ridurre il volume della massa grassa con una dieta adeguata, ma non si potranno eliminare le cellule già presenti in eccesso.

Mamme in carriera, bimbi più grassottelli

L’obesità è una malattia multifattoriale, nel senso che a causarla concorrono diversi fattori. Alla base, oltre all’alimentazione sbilanciata, ci possono essere malattie metaboliche e ormonali, ma sono piuttosto rare, contrariamente a quanto si crede.

Il ruolo delle mamme, al contrario, ha notevole importanza fin dai primi giorni di vita del bambino. Non soltanto perché l’allattamento al seno sembra essere il primo passo per prevenire il rischio di obesità infantile, ma anche perché se la mamma è spesso fuori casa per lavoro i figli sono più inclini all’aumento di peso.

Recenti ricerche inglesi hanno anche messo in luce come la situazione vada di male in peggio quando i bambini sono affidati a giovani babysitter che, pur di non sentire capricci, accontentano i loro desideri rimpinzandoli di dolciumi o altre merende di dubbio valore nutrizionale, ma ad alto contenuto di grassi.

Tutto ciò si somma a una sostanziale sedentarietà del bambino, che si traduce, progressivamente, in aumento di peso. E non è ancora tutto.

I bambini in evidente sovrappeso (e questo vale anche per gli adulti) confrontandosi con i coetanei più magri sviluppano un disagio psicologico che dura nel tempo e che li induce a una bassa autostima.

Il peso dei genitori

Rispetto all’alimentazione dei bambini sembra che le mamme, specie quelle italiane, si preoccupino sempre se il loro figlio non mangia o mangia poco, quasi mai se mangia troppo. Addirittura, secondo un’indagine condotta nel nostro Paese, sembrano non accorgersi dei chili di troppo dei loro figli.

Ma sull’obesità dei figlio “pesa” anche il papà. Una ricerca Istat del 2000 ha dimostrato che circa il 25 per cento dei bambini e adolescenti in sovrappeso ha un genitore grasso, percentuale che sale a circa il 34 per cento quando lo sono entrambi i genitori.

Effettivamente, per quanto riguarda la natura ereditaria dell’obesità, sono state evidenziate alterazioni di alcuni geni che avrebbero un ruolo importante nella produzione delle cellule adipose. Ma sono solo ancora ipotesi e gli studi al riguardo sono ancora in corso.

Il buon esempio anzitutto

Un fattore che, invece, influisce di sicuro sull’obesità infantile e dell’adulto è la sedentarietà. I bambini che vanno a scuola sempre accompagnati in auto, e che passano ore davanti alla TV o a giocare col computer mentre mangiano in continuazione quale destino potranno avere, se non quello di accumulare grasso?

Per prevenire l’obesità basta una leggera attività fisica purché quotidiana:
qualsiasi movimento che sottoponga i muscoli a uno sforzo moderato e costante costringe il fisico ad attingere il carburante soprattutto dai depositi di grasso. Ottimale sarebbe una pedalata in bici o anche solo una camminata all’aria aperta. E farlo con i genitori diventa anche divertente per il bimbo.

Se il bambino è sovrappeso, prima di pensare a divieti o diete troppo restrittive è meglio spegnere la TV e “correre” insieme dal pediatra.

Patrizia Maria Gatti
Patrizia Maria Gatti
Laureata in Medicina e Chirurgia nel 1983 presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia Università degli Studi di Milano si è Specializzata in Scienza dell’alimentazione (indirizzo dietetico) presso il medesimo Ateneo nel 1986. Nel 1994 ha conseguito il Dottorato di Ricerca in Biochimica e la Specializzazione in Biochimica Clinica (indirizzo diagnostico) nel 1997.

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