Latte
Come sapere se il latte materno è "buono"
Mia figlia ha 8 giorni. È nata con un taglio cesareo dopo 18 ore di travaglio. Alla nascita pesava 3,520 kg, all'uscita dall'ospedale 3,2. Ha sempre poppato per circa 20 minuti e sempre si è saziata e ha dormito sonni profondi. Ora sono due notti che non c'è verso di farla dormire: è come se non fosse mai sazia, si attacca al seno, ciuccia, si stacca, piange si riattacca e il tutto va avanti anche per due, tre ore. Stanotte mio marito ha ompreto il latte in polvere, che la piccola ha bevuto di cuore e per 4 ore ha dormito come un angelo. Stamattina si è riattaccata al seno (oggi già lo sento più " pieno ").senza problemi e in questa settimana ha preso 400 g. Come posso sapere se il mio latte non è buono?
Dopo 8-12 giorni dal parto si può verificare una riduzione della produzione di latte. È un evento fisiologico e passa continuando ad attaccare al seno il neonato. La suzione stimola un ritorno del latte. Se però la stanchezza materna è molta e la mancanza di sonno si fa sentire, la scelta di somministrare aggiunte di latte formulato è sensata. Anche se la crescita della sua bambina è ottima. Il latte materno non è mai poco sostanzioso, può essere a volte scarso, anche in momenti diversi della giornata. La decisione di attaccare la bimba più spesso o di darle del latte in polvere dipende da tanti fattori, ma è della madre, a seonda della sensazione di "seno vuoto" o "pieno"e della stanchezza. Un allattamento ben avviato non verrà certo compromesso da un biberon somministrato con un criterio di buon senso.
Qualità del latte materno dopo sospensione dell'allattamento
Vorrei sapere se il mio latte è ancora buono anche se se sono passati 20 giorni dall'ultima volta che ho allattato.
La risposta dipende molto dalla motivazione per cui ha interrotto l'allattamento: assunzione di farmaci o preparati incompatili con l'allattamento, malattia, scelta personale. Va valutato se la situazione che ha portato alla decisione di sospendere di allattare si è risolta. Nel caso, le consiglio di parlarne col pediatra. Inoltre, in questi 20 giorni, il latte è stato sempre estratto regolarmente, con la stessa frequenza con cui prima allattava il bambino, per mantenere la produzione? Se è così, e non ci sono più controindicazioni, può allattare tranquillamente, il latte materno è sempre buono. Se non lo ha estratto con regolarità potrebbe essere diminuito. Se decide di riprendere ad allattare e il latte si è ridotto di quantità, può rivolgersi a un'ostetrica o a una consulente per l'allattamento per un supporto. Si trovano presso i consultori pediatrici, ben distribuiti sul territorio.
Latte vaccino di notte ogni 3-4 ore
Ho una bimba di 12 mesi e 15 giorni, nonostata mangi pranzo e cena, dalle nove di sera per tutta la notte fa la poppata di 180 ml latte ogni 3/4 ore. Consuma così più di 700 ml di latte vaccino intero fresco. Le ho dato esclusivamente latte materno fino ad 11 mesi (in bottiglia non al seno perché non ha succhiato) per un mese ho integrato con latte di proseguimento e al compimento dell'anno le ho dato latte vaccino fresco intero. Non è che tutto questo latte intero vaccino le fa male? È normale che mangi ancora ogni 3/4 ore?
Un biberon da 180 ml di latte vaccino ogni 3/4 ore è un po' tanto. Se pranzo e cena sono adeguati e sostanziosi, il latte vaccino dovrebbe essere proposto solo a colazione al mattino, ogni tanto a qualche merenda pomeridiana. Di notte è eccessivo. È un alimento molto ricco di proteine e grassi, che potrebbe anche disturbare il sonno. Anche per la salute dei denti non è corretto mangiare o succhiare così spesso. I risvegli frequenti sono ancora normali a 12 mesi, ma sarebbe meglio provare a calmare la bimba e aiutarla a riaddormentarsi senza un sovraccarico alimentare. Chieda consiglio al suo pediatra, la valutazione del peso, dell'altezza e dello stato generale della bimba, sono importanti per capire se la sua richiesta di poppate frequenti è realmente un segnale di fame - che potrebbe essere anche la spia di qualche altro disturbo - o solo una consolazione.
Latte in formula scaldato nel microonde
La mia seconda bimba ha 7 mesi e dalla nascita è nutrita con latte in formula liquido; dato che avevo visto farlo anche in ospedale ho sempre scaldato il latte nel microonde, ma per caso sul web ho letto cose veramente sconcertanti: è vero che modifica il latte che diventa cancerogeno?
Non c'è nulla che dimostri che il microonde alteri gli alimenti in modo dannoso, né tantomeno che li renda cancerogeni. Le microonde aumentano il movimento delle molecole d'acqua contenute nei cibi, provocando una maggior produzione di calore. Più alto è il contenuto d'acqua di un alimento, più è rapido il riscaldamento (mentre il contenitore, solido, rimane più freddo e si scalda solo dopo, per il normale meccanismo di convezione). L'unico vero rischio del microonde è quello di non controllare bene il calore e di avere un cibo molto più caldo del previsto. Inoltre, il riscaldamento eccessivo o troppo rapido può portare alla distruzione di alcune molecole termosensibili, come alcune vitamine, con il risultato di renderle inattive. Con un'alimentazione esclusiva al biberon è consigliabile scaldare il latte a bagnomaria con acqua appena calda.
Ripetuti cambi di latte formulato senza giovamento
La mia bimba ha quasi tre mesi e fino a 39 giorni ha ricevuto allattamento misto e ora ora esclusivamente latte artificiale. Da circa un mese ha iniziato a rifiutare una poppata, la seconda della giornata (in tutto fa sei poppate) e le feci avevano un odore molto acido. Il pediatra ci ha consigliato dei fermenti lattici ma non è cambiato nulla. Così ha deciso di cambiare latte alla luce dello scarso aumento di peso e anche dei numerosi rigurgiti ma dopo una settimana non è cambiato nulla (il peso in quella settimana è aumentato di 80 g). Il pediatra a questo punto ha deciso di cambiare nuovamente il latte con uno adato a problemi gastrointestinali. Il primo giorno sembrava andare meglio, lo aveva bevuto tutto ma la mattina dopo ha iniziato a rifiutarlo e le feci erano molto acquose, ora rigurgita anche solo acqua.
Credo che la sua bambina meriti una valutazione approfondita da parte del suo pediatra, eventualmente anche di un gastroenterologo. Lo scarso accrescimento e i sintomi che descrive, potrebbero essere correlati al tipo di latte. Il cambio di latte e il passaggio a un latte dietetico va fatto secondo specifiche necessità e, soprattutto dopo una diagnosi. Il latte che ha provato a somministrare alla bimba è un ottimo latte, ma serve per problemi gastrointestinali minori, tipo coliche o stipsi: contiene infatti una miscela di oligosaccaridi più digeribile, un po’ meno lattosio e una parziale idrolisi delle sieroproteine. Non è propriamente un latte dietetico. Se le modificazioni delle caratteristiche delle feci, l’odore molto acido, i frequenti rigurgiti e, soprattutto, la riduzione della crescita persistono, va considerato un approfondimento diagnostico. Se la bimba è intollerante al latte (a uno qualunque dei suoi componenti), è opportuna una diagnosi certa e la prescrizione di un latte specifico. Cambiare da una marca di latte all’altra, non porta ad alcun risultato. I vari latti non sono poi così diversi tra loro: cambia qualche componente, può cambiare il gusto, ma gli apporti nutrizionali sono gli stessi e le caratteristiche allergologiche anche.
Rifiuto del latte formulato a nove mesi
Sono il padre di una bimba di 9 mesi allattata esclusivamente al seno (oltre al normale svezzamento). Stiamo provando da circa un mese a darle il latte artificiale con il biberon ma come sente il sapore non vuole neanche provare a berlo. Abbiamo provato diversi tipi di latte e di biberon consigliati dal nostro pediatra ma ancora niente. Dal biberon beve solo l'acqua. Dobbiamo insistere o utilizzare un altro metodo?
Rispondo con una domanda: perché volete toglierle il latte materno? Se non ce n'è più a sufficienza, o se la mamma non ha più piacere di allattare dovete solo avere pazienza e prima o poi accetterà il biberon. Eccettuate queste due condizioni, non ci sono ragioni per smettere, perciò si può continuate ad allattare al seno fino a quando la mamma ha latte. La maggior parte dei bimbi allattati al seno non accetta il biberon: non è il latte che non piace. Non serve provare diversi tipi di latte. Potete provare con il bicchiere a beccuccio o con il cucchiaino. Magari con una pappa di latte e biscotti. Dopo l'anno si può proporre anche il latte vaccino.
A tre anni mangia quasi esclusivamente latte e biscotti
Mio figlio ha tre anni, pesa 12,3 kg ed è alto 90 cm. A parte 250 ml di latte con biscotti mattina e sera mangia poco. Cosa si può fare?
Molti bambini, soprattutto nell'età prescolare, hanno poco interesse per il cibo, sono distratti dal gioco, hanno altre priorità. Si saziano facilmente, non trovano particolare gratificazione nel cibo in quanto tale, ed è piuttosto difficile farli mangiare. Il latte risulta, per molti di questi bimbi, particolarmente gradito perchè è facile da deglutire, non deve essere masticato, è un sapore conosciuto da tempo, si assume spesso con il biberon (cosa che a volte gratifica più dell'uso delle posate). A questo aggiungiamo che i genitori, per l'apprensione di vedere il bimbo sempre magro, aggiungono al latte una discreta quantità di biscotti, rendendolo, dal punto di vista calorico, un vero e proprio pasto. In realtà, gli apporti nutrizionali non sono sufficienti. Un bambino deve assumere anche altri alimenti. Si può provare a cambiare forma e modo di somministrare i vari piatti: ricettari per bambini si trovano in libreria, alcuni anche on line. Si possono preparare piatti unici, che contengano tutti i nutrienti in un'unica pietanza: così, se il bambino si sazia presto, avrà comunque assunto un po' di tutto. Oppure si può cercare di colorare i piatti (le verdure e la frutta offrono i più sani colori naturali) o di decorarli tagliando il cibo in forme divertenti. Preparare le pietanze insieme al bambino può rivelarsi un sistema per invogliarlo a mangiare. Se nessuno di questi sistemi ha funzionato, posso solo incoraggiarvi ad avere pazienza: è un periodo che fisiologicamente finisce e, crescendo, il momento del pasto diventa piacevole.
Se a 13 mesi vomita il latte vaccino
Mio figlio ha 13 mesi e fino ad ora gli ho dato un latte formulato di proseguimento. Ora, sicuramente sbagliando, gli ho dato il latte vaccino intero: lo ha bevuto e dopo circa 15 minuti ha rimesso. Che faccio? Non devo più darlo?
A 13 mesi è giusto introdurre il latte vaccino. Va introdotto gradualmente, miscelato con acqua per qualche giorno, su consiglio del pediatra. Può succedere che i primi biberon siano "difficili", ma non abbandonerei subito i tentativi.
Cosa fare se il latte della mamma diminuisce
Mia figlia ha quasi 2 mesi e la sto allattando, ma è qualche giorno che il latte è diminuito. Volevo sapere se c'è qualcosa che posso fare.
Può succedere che il latte diminuisca senza che si sappiano le cause: l'unico vero stimolante della produzione di latte è il meccanismo di feed-back positivi che si instaura durante la suzione. Lo stiramento del capezzolo e dei dotti galattofori, mentre il bimbo succhia, manda al cervello un segnale che fa aumentare la produzione di prolattina che, a sua volta, fa aumentare la formazione e secrezione di latte dal seno. Il neonato che riceve meno latte, chiede di essere alimentato più di frequente: attaccandolo al seno con maggior frequenza, il latte dovrebbe tornare come prima. Se dopo qualche giorno, la situazione non cambia, senta il suo pediatra per valutare eventuali integrazioni con latte formulato.
Latte artificiale
A giorni devo rientrare al lavoro, pur allattando al seno una bimba di 5 mesi. Nelle ore che mancherò posso sostituire una poppata con il latte artificiale?
Sicuramente sarà necessario somministrare alla sua bambina un pasto al biberon, per almeno un mese, fino cioè allo svezzamento, quando potrà darle una pappa più solida. Il suo pediatra saprà consigliarle quale latte acquistare. In alternativa, può utilizzare un tiralatte, in modo da lasciare un pasto di latte di materno a chi si occuperà della piccola in sua assenza.
Latte di capra o asina al posto di quello in polvere
Avrei un'informazione da chiedere riguardante i pasti del bambino. Purtroppo mi sta andando via il latte e per mia sfortuna dovrò iniziare a somministrargli il latte artificiale. Mi hanno suggerito di provare, al posto del latte in polvere, il latte di capra o di asina. Sarei molto interessata ma purtroppo nessuno sa dirmi se bisogna diluirli oppure no.
Il latte materno è l'alimento migliore per il neonato e per il lattante. In sua assenza vanno somministrati i latti formulati studiati appositamente per i neonati: sono formulazioni che si avvicinano alla composizione del latte di donna nei contenuti di calcio, fosforo, sodio, vitamine. Sono addizionate di probiotici, di oligoelementi e acidi grassi insaturi come il latte materno anche se, ovviamente, non saranno mai uguali. La base di partenza per la loro preparazione è il latte vaccino, di cui abbiamo larga disponibilità, che viene modificato profondamente per renderlo adatto al neonato e al lattante. Le formule per neonati hanno il numero 1 e le formule di proseguimento hanno il numero 2 o 3. Il latte di altre specie di mammiferi, vacca, asina, capra, bufala, renna, così come è in natura, non è l'alimento indicato per il lattante. Non sono latti che vengono modificati, ma venduti così come sono, a parte la pastorizzazione: alcuni sono troppo salati, altri hanno un apporto di calcio e fosforo non corretto. Vanno bene per un bambino grande, con una dieta completa, per cui il latte è solo una piccola parte dell'alimentazione. Non sono latti più leggeri, ma solo diversi da quello vaccino: la preferenza per il latte di asina o di capra, rispetto a quello di renna, dipende molto dall'area geografica.
Se a nove mesi rifiuta il latte
Ho una bambina di 9 mesi alla quale, da qualche giorno, è spuntato il primo dentino; contemporaneamente ha manifestato febbre, raffreddore e tosse (che con cure antibiotiche abbiamo risolto), ma soprattutto ha iniziato a bere molto meno latte. Mangiava 4 volte al giorno: a colazione, merenda e cena prendeva 240 cc di latte e a pranzo pasta con verdure e omogeneizzato. Improvvisamente ha iniziato a rifiutare il latte, che prima prendeva molto volentieri, prendendo al massimo 100 cc per volta. Potrebbe essere un disturbo della dentizione o ha deciso che non vuole più latte? Ho cambiato anche latte, ma continua a rifiutarlo.
Il rifiuto del latte intorno ai 9-10 mesi, magari in concomitanza con un episodio infettivo, è piuttosto frequente. Di solito passa da solo e non c'è una spiegazione precisa. Trattandosi, però, di un alimento importante per un bambino che cresce, è giusto proporlo in forme diverse: un frullato di frutta, ad esempio, oppure solo variando la temperatura (proporlo freddo), cosa questa che modifica anche il sapore. Se proprio il bambino non vuole più saperne, si sceglieranno altri cibi ricchi di calcio che possano sostituire il latte.
A un anno e mezzo vuole ancora il latte materno
Sono una mamma di 42 anni, il mio bimbo ha 19 mesi e prende ancora il mio latte molto morbosamente, anche di notte dalle 3 alle 4 volte. Ho provato a dargli con molta difficoltà del latte artificiale (delle piccole quantità) e si sono manifestate delle macchie in viso. Come posso levargli il latte materno?
Le indicazioni dell'OMS riguardo all'allattamento materno sono di proseguirlo fino a quando madre e figlio lo desiderano. Non c'è quindi un'età in cui sospendere. Se la mamma sente di essere un po' stanca e vorrebbe un po' più di autonomia, è il momento di interrompere. Come fare? Gradualmente, cominciando, magari, di giorno, quando è più facile trovare delle alternative alla consolazione che offre il seno materno. La richiesta notturna è forse la più pesante per la madre, ma è più difficile da togliere, perché la notte è sempre un momento particolare. Il buio e la solitudine che evoca la notte sono più ardui da gestire. Se la madre è convinta di non volere più attaccare al seno suo figlio, troverà la forza di resistere e consolare senza l'offerta del seno il piccolo il quale, prima o poi, se ne farà una ragione. Eventuali intolleranze ad altri latti vanno discusse nello specifico con il pediatra curante.
Latte materno e latte artificiale, quando e perché
Sono mamma di una splendida bimba di 3 mesi. Fin da subito ho riscontrato grosse difficoltà ad allattare. Nata 11 giorni prima del previsto pesava 2,8 kg, aveva difficoltà ad attaccarsi correttamente al seno, si addormentava stremata anche se non ancora sazia e con il calo fisiologico è arrivata a pesare 2,5 kg. Mi hanno consigliato vivamente l'aggiunta artificiale e, in breve tempo, la piccola si è ripresa (a tre mesi pesa 5,400 kg) ma a discapito del mio latte, che ormai è talmente poco da essere insufficiente (circa 60 ml a poppata). Non riesce a succhiare per più di 5 minuti per seno perché poi si agita e si arrabbia disperata visto che non riesce a ottenere il nutrimento necessario, così ricorro al biberon. La pediatra dice di insistere con il seno, anche a costo di farla piangere. È davvero utile insistere?
L'allattamento materno è meraviglioso per mamma e bimbo, rinforza il legame tra loro, fornisce al bambino un alimento ottimo e completo, protegge la madre dal tumore della mammella... quando tutto va bene! Se per qualche ragione il latte non è sufficiente e i bambini lo fanno capire così bene come la sua, è giusto porsi le domande. Il disagio e lo stress per entrambe superano di gran lunga i benefici. Per una bimba di 3 mesi 60 ml di latte sono forse pochi, ma bisogna vedere quante poppate fa nella giornata: se fossero 10-12 la quantità totale potrebbe essere sufficiente. La bimba cresce se non assume latte artificiale? La mamma riesce a tenere ancora, a 3 mesi dal parto, questi ritmi di poppate? La piccola vorrebbe quantità maggiori e pause più lunghe? Valutando, con buon senso tutti questi elementi, la scelta di integrare l'allattamento materno con qualche biberon deve assolutamente passare attraverso la madre. Se lei lo desidera, è libera di integrare il suo latte con latte artificiale quando e come crede.
Bimba intollerante alle proteine del latte
Sono la mamma di una bimba di quasi un anno che è intollerante alle proteine del latte vaccino e soffre di reflusso. La mia bimba si è alimentata con latti ipoallergenici che non ha mai particolarmente gradito tanto che ora lo beve solo al mattino mentre al pomeriggio le do l'omogeneizzato di frutta, ma da una settimana non prende più il latte neppure al mattino. Volevo chiederLe se potrei darle il latte di riso o il latte di soia e magari anche i relativi yogurt.
L'intolleranza alle proteine del latte rende spesso difficoltosa la prima colazione. I sostituti del latte vaccino hanno un gusto che spesso, chi è abituato al latte, non gradisce. Può tranquillamente provare con il latte di riso e di soia e con i loro derivati. Purché non contengano proteine del latte, non ci sono controindicazioni a provare alimenti diversi per trovare ciò che piace al piccolo. Comunque, il disturbo del suo bambino, fortunatamente, si risolve intorno ai 12-18 mesi. Dopo un periodo di dieta di esclusione, si prova a introdurre nuovamente il latte e, nella maggior parte dei casi, viene ben tollerato.
Latte vaccino fresco a 18 mesi di età
Mia figlia ha 18 mesi e vorremmo iniziare a darle il latte intero fresco (pastorizzato) al posto di quello di proseguimento. Avrei due domande: 1) è necessario farlo bollire? Leggendo su Internet sembra che la pastorizzazione non elimini tutte le impurità e quindi non sono sicura. Anche perchè il latte di proseguimento ho visto che è di tipo UHT. 2) Devo diluirlo con acqua? Nel caso, in che proporzione?
A 18 mesi è ampiamente indicato somministrare il latte vaccino ai bambini, lasciando il "latte di proseguimento", più calorico e ricco di ferro, a chi ha una crescita difficoltosa. La sua bambina dovrebbe ricevere ormai una dieta completa, e il latte dovrebbe essere dato solo a 1 pasto al giorno; eventualmente un secondo pasto di latte si può dare in via occasionale (per variare la merenda). Se non ci sono problemi di intolleranze alimentari, il latte dopo l'anno di età si introduce così com'è, senza diluirlo, meglio quello fresco pastorizzato di quello UHT e, soprattutto, senza bollirlo: si perdono principi nutritivi senza alcun vantaggio se non quello di una maggior durata nel tempo. Eventuali impurità non sono affatto dannose.
Che fare se il bimbo rifiuta il latte a merenda
Sono la mamma di una bambina di 11 mesi che, sotto programma del pediatra, sta facendo 4 pasti al giorno: ore 8 latte, ore 12 pappa, ore 16/17 latte, ore 20 pappa. Già da una settimana però si rifiuta di prendere il latte del pomeriggio; per farglielo prendere devo insistere molto e confonderla con giochi e altro; ci vuole anche un'ora a volte e comunque ne prende al massimo 100-130. Mi è quindi stato consigliato di ridurre al minimo la pappa delle 12 in modo che le rimanga la fame. Ho provato ma se la riduco troppo la bimba piange perché ha fame. Secondo lei non si può sostituire il latte ad altro, come aggiungere al latte un po' di crema di riso perché alla bimba piace mangiare con il cucchiaino?
Un bimbo di circa 1 anno deve fare ancora 4 pasti, ma non necessariamente tutti dello stesso valore nutrizionale. Se un bimbo preferisce il cucchiaino al biberon e i sapori più salati a quelli dolci, è corretto dargli pranzo e cena (pappe) più abbondanti e una merenda del pomeriggio più leggera. Non toccherei invece il latte al mattino, se la bimba lo gradisce, per il suo valore nutrizionale particolarmente elevato e la sua ricchezza in calcio, fondamentale per la crescita. Meglio provare a sostituire il latte del pomeriggio con yogurt e frutta o un frullato, oppure frutta e biscotti schiacciati, o anche solo frutta. Oppure, semplicemente posticipare l'orario della merenda. La pappa con carne è di digestione più lenta ed è possibile che la bimba non abbia fame per diverse ore. Non insisterei con la merenda quando gli altri 3 pasti della giornata non danno problemi, né lascerei la bimba affamata dopo una pappa che gradisce. Piuttosto, meglio assecondarla e trasformare la merenda in un rompidigiuno, prima che il problema si ripercuota anche sulla pappa della sera.
Alimentazione della mamma e crosta lattea
Sono mamma di una bambina di appena due mesi. Da più di un mese presenta delle crosticine di colore giallognolo sul cuoi capelluto e sulla fronte che la pediatra mi ha diagnosticato come "crosta lattea". La sto curando con olio di mandorle e le croste pian piano stanno andando via. In effetti dalla fronte sono già completamente scomparse. La mia alimentazione è già molto salutista (no fritti, no dolci ipercalorici), ma mi hanno suggerito di eliminare anche il latte i suoi derivati e le uova. Ci sono davvero legami, scientificamente provati, tra alimentazione e dermatite seborroica dei neonati?
La crosta lattea, o dermatite seborroica, è dovuta a un'aumentata secrezione di sebo nelle regioni del volto e del cuoio capelluto. Si chiama così perché si manifesta nei lattanti, ma non ha nulla a che vedere con il latte. La sua origine non è allergica e non c'è alcuna evidenza che l'alimentazione della madre possa in qualche modo influenzarne l'andamento. Non c'è ragione di stare a dieta. Di solito si risolve spontaneamente nell'arco di 3-4 mesi. Per trattarla si consigliano bagni con sostanze oleose, che non irritano la pelle. Non si deve mai grattare via le crosticine dalla pelle con le unghie, ma si deve attendere che si stacchino da sole; eventualmente si può aiutarne l'eliminazione dai capelli con un pettine fitto. Il ricorso a pomate medicamentose specifiche va prescritto solo dal medico.