"Disturbi del sonno a 9 anni"
Ho una bimba di 9 anni che non ha mai dormito nel nostro lettone; ha sempre dormito in camera sua (da sola perché è figlia unica) e quando si svegliava durante la notte (cosa che succedeva almeno 2 o 3 volte a notte) senza pianti né lamenti, mi chiamava e passavamo anche 1 ora e mezza aspettando che si riaddormentasse. Adesso quando l'accompagno a letto c'è il rituale della lettura della fiaba, due chiacchiere sulla giornata appena trascorsa, qualche minuto di meritate coccole. Lei ha sempre voluto che non uscissi dalla sua camera prima che si addormentasse e, forse sbagliando, io l'ho sempre fatto, anche ora che ha quasi 9 anni. Lo stesso accade quando si sveglia durante la notte per fare pipì o per un incubo. Che posso fare?
Risponde: Battaglioli Marina - Pediatra e neonatologa
I disturbi del sonno sono più diffusi di quanto si pensi, anche nell'età della crescita. Il momento dell'addormentamento è piuttosto delicato in quanto è un passaggio fra due diversi stati: la veglia e il sonno, cioè uno stato in cui si ha il completo controllo di sé e dell'ambiente che immediatamente ci circonda e uno in cui questo controllo viene temporaneamente lasciato. Ci si addormenta meglio, infatti, in un ambiente conosciuto, in una situazione rilassante e quando non si hanno troppi pensieri ansiogeni. I cosiddetti oggetti di transizione dei bimbi più piccini, come il peluche preferito, o il rituale delle storie della buonanotte hanno il significato di esorcizzare questa paura di lasciarsi andare. Difficoltà nell'addormentarsi o riaddormentarsi possono comparire anche nei più grandicelli e, come i risvegli notturni, possono tornare in bambini che per un po' di tempo avevano perso questa richiesta. Una modifica nelle abitudini del sonno fa sorgere una domanda: c'è qualcosa che costituisce un motivo di stress o di ansia? Nelle fasi evolutive, nei diversi momenti della crescita, è possibile che un cambiamento nel quotidiano o un evento inatteso si riflettano in diversi comportamenti del sonno. Può darsi che lo stesso risveglio notturno sia provocato dal medesimo problema; la necessità di andare in bagno o di bere un bicchiere d'acqua possono quindi seguire il risveglio invece di esserne la causa. Gli incubi possono essere più frequenti in un periodo di stress e le emozioni forti contenute in un brutto sogno possono a loro volta provocare il risveglio. I genitori accompagnano il loro bambino anche nel sonno, dalla buonanotte al risveglio, cercando di essere degli elementi che aiutano a trovare regolarità: avere orari ripetitivi nell'addormentamento e nel risveglio e seguire comportamenti regolari rispetto al sonno aiuta a creare tranquillità. Altri comportamenti utili sono: limitare l'uso di tablet e cellulari nelle ore dopo cena, poiché la luce bluastra emessa dal dispositivo interferisce con la produzione della melatonina; evitare sostanze eccitanti da metà pomeriggio in poi, come cioccolato e bibite contenenti caffeina. Se le difficoltà nell'addormentarsi e i risvegli notturni persistono e diventano una fonte di fatica e stanchezza, tali da compromettere la serenità del bambino e della famiglia, è giusto rivolgersi a uno psicologo dell'età evolutiva.