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RISPOSTA DELL'ESPERTO

"Diarrea: come prevenire la disidratazione"

Mia figlia di quasi nove mesi oggi ha avuto sei scariche di diarrea, è allattata al seno ma anche svezzata, mangia tutto e volentieri. Sono un po’ preoccupata: devo portarla dal medico? O aspetto di vedere come va domani? La allatto spesso e le faccio bere l'acqua con il biberon, ma ho paura possa disidratarsi lo stesso. Come faccio a capire se ha bisogno di cure più specifiche?

Risponde: Battaglioli Marina - Pediatra e neonatologa


Ha fatto benissimo a far bere tanto e spesso la sua bambina: è la prima e spesso l'unica cosa da fare in questi casi. La diarrea, che consiste in scariche di feci molli con frequenza superiore alle 3/4 evacuazioni al giorno in un bimbo già svezzato, è piuttosto frequente nei piccini. La causa è nella maggior parte dei casi infettiva, virale o batterica, con tendenza alla risoluzione spontanea nell'arco di uno o due giorni. Alcune forme richiedono un trattamento specifico, ma sono piuttosto rare. In alcuni casi la causa può essere ricondotta a terapie farmacologiche, per esempio alcuni antibiotici che provocano alterazioni della flora intestinale e possono causare diarrea. La prima e più importante terapia da attuare in tutti i casi è prevenire la disidratazione, cioè far bere tanto e spesso il bimbo. Chi è allattato al seno è sicuramente avvantaggiato, perché il latte materno fornisce, oltre all'acqua, anche sostanze nutrienti e ben digeribili, e soprattutto anticorpi di classe IgA che lo aiutano a difendersi dalla causa della diarrea e a guarire prima. Infatti, la mamma condivide lo stesso ambiente microbico del bambino e, anche se non ha sviluppato lei stessa la diarrea, produce comunque gli anticorpi adatti e li trasmette al figlio con il latte. È giusto somministrare anche acqua, ed è corretto continuare ad alimentare il bambino se chiede i suoi pasti, senza forzarlo, perché potrebbe voler mangiare un po' meno del solito. Controllare lo stato di idratazione vuol dire osservare la cute, la fontanella cranica, le mucose e l'emissione di urina: la pelle di un bambino deve essere elastica e tesa, non deve sollevarsi in pliche, la fontanella deve essere piana e non infossata, mentre le mucose possono essere valutate attraverso lo stato delle labbra e della bocca, che devono essere umide di saliva e non screpolate o secche. Per l'emissione di urina, va controllato bene il pannolino: bisogna cioè verificare che il contenuto liquido abbia odore di urina e non sia invece costituito da feci così liquide da essere acquose. Inoltre, il controllo dello stato generale del piccolo è sempre un validissimo aiuto: un bimbo che ha conservato un po' di appetito, che gioca e sorride trasmette certamente segnali positivi. Viceversa, se l'aspetto è ridotto, l'assunzione di liquidi è scarsa, rifiuta di alimentarsi o anche solo la madre, o chi per lei, ha dei dubbi un consulto con il pediatra è certamente da fare quanto prima. Inoltre, la presenza di febbre aumenta il rischio di disidratazione. Se le scariche superano le 8-10 nelle 24 ore o ci sono altri sintomi, come la febbre o presenza di sangue nelle feci o spossatezza, o la diarrea persiste più di 2 giorni, è necessario consultare il pediatra.


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Marina Battaglioli

Pediatra e neonatologa

Specializzata in Pediatria Generale nel 1994 e in Neonatologia nel 1996, dal 2000 assume l’incarico a tempo indeterminato presso il reparto di Patologia Neonatale e Nido dell’Ospedale Buzzi, dove attualmente è Dirigente medico di 1° livello.

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