Che fare se la bioimpedenzionetria rivela un pH acido

DOMANDA

Attraverso la valutazione bioimpedenziometrica effettuata da una 
nutrizionista mi è stato rilevato un pH molto acido. A quali 
conseguenze potrei andare incontro? Ci sono rimedi naturali?

RISPOSTA DELL'ESPERTO

Risponde: Samanta Mazzocchi, Specialista in Gastroenterologia ed endoscopia digestiva

Il test bioimpedenziometrico permette di valutare la composizione corporea di un soggetto; discrimina il peso corporeo in massa magra e massa grassa in percentuale. L’organismo tende a mantenere il pH in continuo equilibrio tramite i sistemi di omeostasi attraverso rene e polmone. In una situazione di equilibrio le cellule, i tessuti e gli organi svolgono correttamente le loro funzioni. Tuttavia quando il pH corporeo vira all’acidosi tutti i sistemi si alterano, e l’organismo perde la capacità riparativa sui tessuti danneggiati. Anche e soprattutto gli alimenti che introduciamo sono parte in causa di un eccesso di acidificazione, tra questi alcol, caffè, eccesso di proteine animali, di insaccati e cibi trattati, carboidrati raffinati. Inizialmente, quindi, è bene controllare la dieta.

Samanta Mazzocchi
Specialista in Gastroenterologia ed endoscopia digestiva
Laureata in Medicina e Chirurgia nel 2002 presso l’Università degli Studi di Pavia. Ha operato come studente interna e poi come specializzanda presso l’Istituto di Medicina Interna del Policlinico IRCCS San Matteo di Pavia, dove nel 2008 ha conseguito il diploma di Specializzazione in "Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva".
Dal 2009 presta servizio presso l’U.O. di Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva dell’IRCCS Policlinico di San Donato Milanese. Dal 2013 opera come dirigente medico presso l’UO di Medicina dell’Ospedale di Castel San Giovanni, Azienda Ospedaliere di Piacenza, in qualità di Medico Gastroenterologo, occupandosi sia dell’ambulatorio di gastroenterologia sia di endoscopia digestiva.
Ha partecipato a diversi corsi e congressi di aggiornamento ed è coautrice di pubblicazioni scientifiche su riviste nazionali ed internazionali.
Nel febbraio 2004 ha partecipato a Bologna al “Corso residenziale di addestramento sulle metodiche di studio della motilità gastro-intestinale”.
Nel maggio 2008 è stata relatrice al Corso “Screening, inquadramento e trattamento delle disfagie neurogene” a Pavia con una relazione sul Ruolo della manometria esofagea.
Nel novembre 2009 è stata relatrice al Corso “Se il freddo fa diventare la mani blu”, a Grumello del Monte (BG) con la relazione “le complicanze gastroenteriche e terapia”.
Nel Marzo 2010 è stata relatrice al Simposio di Chirurgia Colorettale funzionale dal titolo “Le disfunzioni del pavimento pelvico”, presso il Policlinico San Donato Milanese.

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