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RISPOSTA DELL'ESPERTO

Acido folico

Acido folico in gravidanza: quando e quanto

Da fine maggio sto assumendo calcio levofolinato pentaidrato una volta al giorno, come mi ha prescitto la mia ginecologa. Con mio marito stiamo infatti cercando una gravidanza e volevo sapere quanto tempo ancora lo posso prendere nel caso non rimanessi subito incinta: c'è un limite di tempo?

L’acido folico è una vitamina del gruppo B che, tra le altre attività, avrebbe la capacità di ridurre nel neonato l’incidenza di malformazioni del sistema nervoso centrale (spina bifida, mielomeningocele, anencefalia). Assumere acido folico prima di cominciare una gravidanza e durante la gravidanza stessa è dunque di notevole utilità. Solitamente si consiglia di assumerlo da almeno 2-3 mesi prima della gravidanza ma, poiché non è semplice mirarne l’inizio, l’assunzione può diventare diventa di lungo periodo, a volte anche di anni. Ciò non implica alcun problema, poiché si tratta di una vitamina idrosolubile, che viene facilmente eliminata dall’organismo quando in eccesso o non utilizzata.

Gravidanza, acido folico e altri farmaci per prevenzione

Sono alla mia prima gravidanza. Premetto che sono stata molto fortunata: fin dall'inizio non ho avuto alcun tipo di problema. Ho seguito la cura di acido acetilsalicilico 100 mg e acido folico, ma ora che sono entrata nell'ottavo mese il mio ginecologo mi ha sospeso la cardioaspirina e mi ha prescritto le punture di reviparina. Non essendo un soggetto a rischio (valori del sangue perfetti), perchè dovrei fare queste punture? Mi preoccupa l'assunzione non indispensabile di un farmaco.

L’assunzione di acido folico costituisce una corretta procedura in gravidanza. L’uso dell'acido acetilsalicilico a basso dosaggio deve avere delle sue indicazioni, così come l’uso della eparina a basso peso molecolare, che vanno usati solo quando le necessità terapeutiche ricorrano e le linee guida lo impongano (grosse varici? Rischio di trombosi? Presenza di alterazioni della coagulazione?). In gravidanza occorre molta prudenza nell’utilizzo dei farmaci, anche perché ciò che oggi crediamo innocuo potremmo domani scoprire che è dannoso. La storia dell’ostetricia è piena di esempi di questo tipo, dal talidomide in poi. Tra l’altro l’eparina a basso peso molecolare commerciale citata è formalmente controindicata in gravidanza. In ogni caso il suo peso molecolare, pur basso, non permette di superare il filtro placentare, e quindi non può creare danni al feto. Quindi bisogna sapere esattamente perché è stata indicata l’acido acetilsalicilico e poi di conseguenza si dovrebbe suggerire l’eparina (ipercoagulabilita’ del sangue? Bassa proteina s? Iperomocisteinemia? Pregressi aborti spontanei? ecc.) Dunque si deve sapere esattamente cosa si vuol prevenire, si devono valutare rischi e benefici, si deve sapere con precisione il risultato terapeutico che si vuole ottenere.

Dosaggio elevato di acido folico in gravidanza

Da prima di rimanere incinta e poi durante la gravidanza ho assunto l'acido folico su parere del ginecologo, senza però avere indicazioni sulla dose giornaliera. Ho assunto 5 mg due volte al giorno fino a venti giorni fa. Solo qualche giorno fa leggendo il foglietto illustrativo ho visto che 5 mg sono la dose massima giornaliera in gravidanza. Il fatto che io abbia preso in media 10 mg al giorno che cosa può provocare? Per un paio di settimane avevo preso anche un compressa al giorno di un altro integratore, che pure contiene acido folico. Quali possono essere le ripercussioni?

L’uso dell’acido folico anche in dosi maggiori di quelle comunemente utilizzate non è di nessun significato clinico negativo. Vi sono condizioni nelle quali si consigliano anche dosi molto più elevate di quanto assunto in questo caso, per esempio se nella storia della donna ci fosse un figlio con danni malformativi del sistema nervoso centrale. Peraltro l’acido folico, che è un fattore vitaminico idrosolubile del gruppo B, non si accumula nell’organismo e la quanità non necessaria e non utilizzata viene subito eliminata dall’organismo.

Quando e per quanto tempo assumere acido folico

Sette mesi fa sono rimasta incinta, ma poi purtroppo l'ho perso alla nona settimana. Al tempo il mio dottore mi aveva consigliato di continuare ad assumere acido folico in previsione di una futura nuova gravidanza, dato che io e il mio compagno volevamo riprovarci subito, solo che poi abbiamo deciso di aspettare ancora e nel frattempo ho comunque continuato a prendere acido folico. Sono già alla fine della seconda confezione da 3 mesi. Ora, dato che probabilmente non ci proveremo per almeno altri sei mesi, dovrei continuare ad assumerlo? O posso sospendere indipendentemente da quando decideremo di riprovarci?

L’acido folico è una vitamina del gruppo B, che è idrosolubile e dunque sostanzialmente non si accumula nell’organismo. Può essere perciò assunto per molti mesi o anni, e ciò non crea alcun problema. La sua assunzione da almeno due o tre mesi prima dell’inizio di una gravidanza e la sua continuazione almeno nei primi 3-4 mesi di gravidanza è certamente auspicabile, perché si è visto che ciò corrisponde alla possibile riduzione di malformazioni del sistema nervoso centrale del feto-neonato, quali la spina bifida e il mielomeningocele. Ovviamente, non essendo facile programmare esattamente l’inizio di una gravidanza, è sempre utile iniziare la sua assunzione non appena il desiderio di gravidanza venga espresso.

Integratori a base di inositolo e acido folico

Sono una ragazza di 24 anni. Mi è stata prescritta la pillola che assumo da sei mesi. Ho l'ovaio multi follicolare, lieve acne su viso, petto e schiena che con la pillola è sparita e diradamento capelli zona tempie e lati testa. La mia domanda è dato che voglio interrompere l'assunzione della pillola posso sostituirla con integratori a base di inositolo e acido folico? Questo integratore può tenere sotto controllo l'acne e magari curare l'ovaio multi follicolare senza provocare danni alle ovaie?

Gli integratori di cui parla sono utili all’interno di una terapia per l’ovaio micropolicistico, in particolare se la donna è alla ricerca di una gravidanza. Vi sono dati della letteratura che dimostrerebbero come il mio-inositolo associato ad antiossidanti possa migliorare il profilo glicemico e insulinemico nella sindrome dell’ovaio micropolicistico. Non altrettanto garantito, anche se osservato, il miglioramento dei sintomi da iperandrogenismo (acne, pelle grassa, peluria abbondante). L’inositolo, che viene considerato una vitamina del gruppo B e viene chiamato anche vitamina B7, potrebbe favorire la crescita dei capelli.

Emilio Arisi

Ginecologo

Laureato in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli studi di Parma, si è specializzato in Ostetricia e Ginecologia nella stessa Università. Dal 1993 al 2010 è stato Direttore della U.O. di Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale Regionale “S. Chiara” di Trento dove, dall’inizio del 2002 è stato coordinatore del Dipartimento Materno-Infantile della Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari della Provincia di Trento.

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