Varicella abortiva a un mese di vita: pericoli e precauzioni

DOMANDA

Mia figlia, 36 giorni di vita, è stata ricoverata con diagnosi di varicella in forma abortiva, con terapia in ospedale di antivirale via endovena ogni 8 ore. Le mie preoccupazioni sono: può la varicella contratta dopo solo 1 mese di vita essere considerata una malattia pericolosa e perché? Con la cura in ospedale e una cura da seguire a casa in quanto tempo mia figlia può considerarsi guarita completamente? Come devo comportarmi una volta a casa, può uscire normarmente o devo tenerla in casa e per quanto tempo? Visto che è considerata una varicella in forma abortiva potrà contrarla nuovamente in futuro?

RISPOSTA DELL'ESPERTO

Risponde: Marina Battaglioli, Pediatra e neonatologa

Nei primi mesi di vita il sistema immunitario è ancora molto immaturo. Alcune infezioni, in genere lievi nei bambini più grandi, possono diventare gravi e incontrollate nei più piccini. Da qui la necessità di ricoverare un piccolino di poco più di 1 mese con la varicella. Anche se sembra stare bene, all'esordio non si può mai prevedere con certezza quale sarà l'evoluzione. La terapia antivirale si fa, proprio per questo, prima in vena e poi, se tutto va bene, per bocca. La guarigione è segnalata dal buono stato generale del piccolo e dalla scomparsa delle pustoline, che diventano croste. È bene, in un neonato, prendersi qualche giorno di cautela in più prima di considerarlo non più contagioso: l'eliminazione del virus prosegue anche dopo la scomparsa dei sintomi quando si tratta dei più piccoli. Inoltre, proprio per l'immaturità del sistema immunitario, potrebbe non rimanere un'immunità permanente e quindi la sua bimba potrebbe ammalarsi nuovamente di varicella quando sarà più grandicella. Le consiglio di discutere col suo pediatra l'opportunità di praticarle il vaccino, non ora, ma tra uno o due anni.

Marina Battaglioli
Pediatra e neonatologa
Dirigente medico di 1° livello c/o Patologia Neonatale – Nido P.O. Buzzi.
Laureata in Medicina e Chirurgia a Milano nel 1990, opera fino al 1994 come studente interna prima e poi come specializzanda presso la Clinica De Marchi e la Clinica Mangiagalli dell’Università degli Studi di Milano dove consegue la specializzazione in Pediatria Generale nel 1994 e in Neonatologia nel 1996.
Tra il 1994 e il 1996 è titolare di una borsa di studio per il Trasporto Neonatale d’Emergenza presso il reparto di Patologia Neonatale della Clinica Mangiagalli, dove opera fino al 1998. Tra il 1998 e il 2000 presta la propria opera al Nido dell’Ospedale S.Giuseppe di Milano prima e poi alla Divisione di Pediatria e Patologia Neonatale dell’Ospedale “Valduce” di Como.
Dal 2000 assume l’incarico a tempo indeterminato presso il reparto di Patologia Neonatale e Nido dell’Ospedale Buzzi, attualmente è Dirigente medico di 1° livello.

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