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RISPOSTA DELL'ESPERTO

Svezzamento

Svezzamento a 4 mesi e mezzo

Mio figlio ha 4 mesi e mezzo. Già da quando aveva 15 giorni prende il latte artificiale e da quanto ha 3 mesi fa 5 poppate di 210 ml l'una. Ma da due giorni mangia solo 90-100 ml di latte alla volta, sembra quasi disgustato, è noioso e dorme tanto cosa che prima non accadeva. Volevo sapere se è possibile iniziare con qualcosa di sostanzioso anche solo la crema di riso o di mais e tapioca o con la frutta. Forse il bambino inizia a essere stufo del latte e vuole provare cose nuove.

Lo svezzamento viene suggerito dopo i 6 mesi nei bimbi allattati esclusivamnete al seno. Se un lattante riceve latte artificiale è possibile, già dopo i 4 mesi, somministrare cibi solidi se il pediatra e la madre lo ritengono opportuno. Dopo i 10-12 mesi, la sola alimentazione lattea non è più suffciciente. Per questo si è individuato il periodo tra i 6 e 12 mesi come quello più idoneo a iniziare lo svezzamento. È un passo importante, da fare su consiglio e controllo del proprio pediatra. Soprattutto, non inizi da sola, se il bimbo rifiuta il latte: a volte il rifiuto del latte per inappetenza è legato a qualche problema, come infezioni intercorrenti o intolleranze, di cui è meglio parlare col pediatra. Spesso sono sufficienti una visita e una chiaccherata per dirimere il dubbio. Un bimbo di 4 mesi non sa ancora che esistono cibi diversi dal latte e il suo palato non è ancora pronto per sapori forti: infatti le pappe per i più piccini hanno sapori piuttosto neutri, né troppo dolci né troppo salati. È meglio, dunque, evitare il fai da te.

Stipsi all'inizio della svezzamento

Mia figlia di 4 mesi 1/2 da 10 giorni ha iniziato lo svezzamento, prima con solo pappa lattea al riso poi dopo 5 giorni ho aggiunto mezzo liofilizzato di agnello. Ora è stitica e ha coliche gassose: vorrei sapere se è normale e se esistono soluzioni.

Un po' di stipsi durante l'inizio dello svezzamento è normale. Il passaggio da una dieta liquida, lattea, a una solida modifica la consistenza delle feci, rallentando il transito intestinale. Dopo qualche tempo l'intestino si adatta. Può aiutare sostituire la crema di riso con quella di mais e tapioca e preparare il brodo con verdure verdi, senza mettere carote e patate. Anche dare da bere un po' più di acqua e dare frutta a effetto lassativo, tipo la pera al posto di mela e banana. Se il problema persiste è il caso di parlarne al pediatra.

Svezzamento di un bimbo nato prematuro

sono Giulia la mamma di un bimbo prematuro di 7 mesi, ma in realtà è come se fosse di 4 mesi e mezzo, ho iniziato per suggerimento del pediatra da 15 gg lo svezzamento del bimbo prima con gli omogeneizzati di frutta e dopo con le pappe di verdure, ma vedo che dopo 5 o 6 cucchiaini di frutta o pappa (più quello che butta che quello che mangia) comincia a piangere e si rifiuta di continuare a mangiare, cosa che con il mio primo bambino non è mai successo...volevo sapere si è ancora molto presto per iniziare lo svezzamento considerando la sua prematurità o è un atteggiamento normale che passerà piano piano

Può essere che il suo bimbo non sia ancora pronto per lo svezzamento, che abbia bisogno di crescere ancora un po'. La prima pappa è un passo importante per tutti, prematuri e non. Il passaggio al cucchiaino è un passo impegnativo per il piccolo: non si succhia il cucchiaio, la pappa solida o semisolida si assume diversamente rispetto al latte. Qualche bimbo non apprezza subito la novità e ha bisogno di tempo. Le prime pappe vanno più sulla bavaglia e per terra che non in pancia: va bene ugualmente, diamo tempo al piccino e gradualmente si abituerà. I prematuri si svezzano un po' più tardi, tenedo conto anche della loro età biologica e non solo di quella anagrafica; ma la decisione sui tempi di svezzamento contempla una valutazione del peso e dello sviluppo globale del bimbo, di come assume il latte, di come si dimostra curioso verso il mondo: la voglia di assaggiare la pappa rientra in questa curiosità. Queste differenze, non da poco, rendono lo svezzamento semplice per qualcuno, difficile per qualcun altro. Cinque/sei cucchiaini di pappa non sono pochi per essere all'inizio, non insista a volergliene dare di più. Si fermi, quando il bimbo dimostra di non voler andare avanti. Se, invece, già dal primo cucchiaino il rifuto è netto, aspetti ancora un po' di tempo.

Poppate notturne che aumentano durante lo svezzamento

Mia figlia ha 6 mesi. Da quando ne aveva 4 ho iniziato lo svezzamento con crema di riso e mezzo vasetto di omogenizzato a pranzo e frutta la sera. Purtroppo invece di diminuire le poppate notturne sono aumentate, infatti si sveglia quasi ogni ora e non si riaddormenta se non l'attacco al seno. Si attacca però per pochi minuti e poi si addormenta. È normale? Come faccio a farla dormire più ore la notte? Le do un po' di camomilla la sera?

Lo svezzamento è una fase delicata per i lattanti. Da tutti i punti di vista, alimentare e nutrizionale, ma anche dal punto di vista dello sviluppo psicologico e comportamentale, della conquista dell'autonomia. La pappa si mangia con il cucchiaio, seduti sul seggiolone, puo essere toccata e ha una sua consistenza, variabile tra una pietanza e l'altra, si mangia anche con i grandi, tra una cucchiaiata e l'altra si può ridere, parlottare, osservare cosa fa la mamma con il piatto e il cucchiaio, vedere la pappa che diminuisce mentre la pancina è sempre più sazia. È una cosa "da più grandi", rispetto al latte che si assume succhiando in braccio alla mamma, a volte con gli occhi chiusi, immersi in una bolla isolata dal mondo "io e la mia mamma". È un passaggio importante, gli aspetti psicologici non vanno sottovalutati. L'aumentata richiesta di poppate notturne di alcuni lattanti, proprio durante lo svezzamento, può rispecchiare una ricerca di conferme, anche quando lo svezzamento sembra ben accettato. Non ci sono regole uguali per tutti, per evitare i risvegli notturni vanno bene la pazienza, il consolare e rassicurare il piccolo, offrendogli il seno, oppure si può aiutarlo a trovare altre forme di consolazione diverse dal seno materno (le braccia, il contatto e la voce dei genitori, il giocattolo preferito), secondo l'età del bambino e il desiderio della mamma di renderlo più o meno autonomo.

Marina Battaglioli

Pediatra e neonatologa

Specializzata in Pediatria Generale nel 1994 e in Neonatologia nel 1996, dal 2000 assume l’incarico a tempo indeterminato presso il reparto di Patologia Neonatale e Nido dell’Ospedale Buzzi, dove attualmente è Dirigente medico di 1° livello.

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