Se a 16 mesi non vuol giocare da sola

DOMANDA

La mia bambina, di 16 mesi, da quando ne aveva 10 ha cominciato a piangere tutto il giorno finché non viene presa in braccio oppure non stai seduta sul divano con lei a giocare. Altrimenti non fa altro che stare attaccata alla gamba, capace di urlare tutto santo il giorno senza stancarsi. Io sono sfinita. C'è da dire che prima di quel periodo io sono stata un mese in ospedale causa una gravidanza difficoltosa che poi è finita male. Ma può essere ancora il distacco? Cosa è meglio fare? Non vuole stare a giocare da sola e non sta in braccio a nessuno se non a me o al padre, altrimenti sono urla disumane.

RISPOSTA DELL'ESPERTO

Risponde: Marina Battaglioli, Pediatra e neonatologa

Un bimbo di 16 mesi non è ancora in grado di organizzarsi un gioco da solo, ha bisogno della guida di un adulto. Qualcuno tollera bene brevi periodi senza l'attenzione del genitore, altri meno. Si parla comunque di un tempo dell'ordine dei 10-20 minuti, da sveglio: poi, o si addormentano o chiamano. Qualcuno non tollera nemmeno un tempo così breve. Sicuramente è faticoso per chi sta con un bimbo di quest'età, ma è normale. La soluzione è nel tempo e nella maturazione della capacità di gioco autonomo. Cosa che può essere stimolata presentando e facendo con il piccolo giochi educativi adatti alla sua età, incoraggiandolo a proseguire ciò che l'adulto ha iniziato, un po' sotto la sua guida, un po' da solo. Ad esempio i giochi di incastro, gli oggetti da riordinare secondo forma e grandezza, oppure si possono proporre giochi con gli oggetti da cucina, che sono sempre di grande fascino. Va, però, lasciata anche una certa autonomia: intendo dire che se vogliamo che un bambino giochi da solo, dovremo anche accettare i suoi slanci di esuberanza, come giochi rumorosi oppure tollerare che a volte qualcosa si rompa o si sporchi. Non sempre il gioco da loro scelto è quello che l'adulto avrebbe preferito. La presenza e la guida del genitore sono comunque sempre indispensabili.

Marina Battaglioli
Pediatra e neonatologa
Dirigente medico di 1° livello c/o Patologia Neonatale – Nido P.O. Buzzi.
Laureata in Medicina e Chirurgia a Milano nel 1990, opera fino al 1994 come studente interna prima e poi come specializzanda presso la Clinica De Marchi e la Clinica Mangiagalli dell’Università degli Studi di Milano dove consegue la specializzazione in Pediatria Generale nel 1994 e in Neonatologia nel 1996.
Tra il 1994 e il 1996 è titolare di una borsa di studio per il Trasporto Neonatale d’Emergenza presso il reparto di Patologia Neonatale della Clinica Mangiagalli, dove opera fino al 1998. Tra il 1998 e il 2000 presta la propria opera al Nido dell’Ospedale S.Giuseppe di Milano prima e poi alla Divisione di Pediatria e Patologia Neonatale dell’Ospedale “Valduce” di Como.
Dal 2000 assume l’incarico a tempo indeterminato presso il reparto di Patologia Neonatale e Nido dell’Ospedale Buzzi, attualmente è Dirigente medico di 1° livello.

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