Parto naturale o cesareo?

Se non esistono controindicazioni, meglio lasciare che la natura faccia il suo corso e riservare il cesareo soltanto ai casi in cui è davvero indicato.

Soprattutto in occasione della prima gravidanza, avere qualche dubbio su quale tipologia di parto preferire è del tutto naturale e lecito. Non avendone mai avuta alcuna esperienza diretta, i racconti di amiche, mamme, zie, vicine di casa o colleghe e gli aneddoti intercettati nelle sale d'attesa tra un'ecografia e una visita di controllo possono orientare preferenze o far sorgere timori (quasi sempre immotivati) nei confronti delle diverse modalità di parto.

A riguardo, va subito precisato che, se non esistono problematiche legate alla mamma o al bambino, meglio lasciare che la natura faccia il proprio corso e riservare il taglio cesareo soltanto ai casi in cui è davvero indicato e utile per garantire il successo del parto e ridurre il rischio di possibili complicazioni. In tutti gli altri casi, va ricordato che l’organismo femminile è perfettamente in grado di dare alla luce un neonato in maniera del tutto fisiologica e naturale: anzi, si può dire che è stato progettato proprio per questo.

Sempre più donne, però, anche in Italia, si ritrovano ad affrontare questo momento in una sala operatoria, trasformando la nascita del bambino da evento naturale "assistito" a un vero e proprio atto medico. Decisione che non va condannata, ma che dovrebbe essere presa solo eccezionalmente, nel caso in cui sopraggiungano, durante la gravidanza o nel corso del travaglio, controindicazioni specifiche al parto vaginale. Ma non sempre è così.

I vantaggi del parto naturale per la mamma…

Difficile trovare al mondo una donna in gravidanza senza alcun timore al pensiero di dover partorire. Dall'incertezza della durata e della sofferenza del travaglio, alla dinamica effettiva dell'espulsione del bambino, gli aspetti che possono generare preoccupazione e perplessità sono davvero molti.

Nonostante queste incognite, nella maggioranza dei casi, la futura mamma è rassicurata dal fatto che è sempre stato così per tutte le donne e che, passati il dolore e la fatica del parto spontaneo, resterà soltanto la gioia della nascita del proprio bambino.

Ma c’è anche chi è spaventata a tal punto da desiderare di essere sottoposta al taglio cesareo, senza però conoscere nel dettaglio le due tipologie di parto e i loro rispettivi vantaggi e svantaggi.

Se si lascia fare alla natura, il dolore è innegabile, ma non sarà fine a sé stesso, e una volta nato il bambino il senso di gratificazione e appagamento sarà talmente alto da generare nella neomamma nuove energie. Inoltre, la consapevolezza di aver affrontato e portato a termine un’esperienza così intensa e impegnativa infonderà nella donna una rinnovata autostima che potrà, almeno in parte, proteggere dalla depressione post partum con la quale moltissime donne devono confrontarsi nelle settimane o nei mesi successivi alla nascita del bambino.

I benefici del parto vaginale per la mamma non sono soltanto psicologici, ma anche fisici. Nonostante il dolore provato e, in alcuni casi, la necessità di punti di sutura per favorire la guarigione di una lacerazione spontanea o dell'episiotomia (taglio effettuato dall'ostetrica a livello dei tessuti del perineo per facilitare l'uscita del bambino), la ripresa è comunque molto rapida, mentre dopo un parto con taglio cesareo può essere richiesta una convalescenza più lunga, dal momento che si tratta a tutti gli effetti di un intervento chirurgico, che necessita di anestesia spinale o generale.

La rapida ripresa dopo il parto vaginale consentirà alla neomamma di alzarsi, camminare e prendersi cura del bebè in autonomia già poche ore dopo la nascita; inoltre, favorirà l’inizio dell’allattamento e la costruzione del legame tra mamma e bambino grazie al contatto fisico immediato ("bonding").

…e per il bambino

I vantaggi di un parto vaginale sono innumerevoli anche per il bambino. Gli ormoni prodotti dalla mamma durante il travaglio (ossitocina, endorfine, adrenalina ecc.) permetteranno, infatti, al neonato di arrivare più preparato al momento in cui inizierà la sua vita extra-uterina.

Inoltre, il passaggio nel canale del parto durante la fase espulsiva aiuta il bambino a iniziare a respirare autonomamente, ripulendo i polmoni dai residui di liquido amniotico e dilatando i bronchioli, **e gli permette di entrare in contatto con i batteri che colonizzeranno il suo intestino (microbiota) e favoriranno lo sviluppo del suo sistema immunitario.

In pratica, nonostante sia ancora privo di un proprio sistema immunitario in grado di difenderlo dalle malattie, un bambino nato con parto vaginale sarà un po' più "forte" e pronto ad affrontare il mondo esterno, fin dai primi giorni di vita.

I falsi miti sul parto cesareo

Esistono casi in cui la gestante dà per scontato di dover essere sottoposta a un cesareo. Si tratta per esempio delle gravidanze gemellari, o delle donne che hanno già dato alla luce un bambino con un parto cesareo. O ancora nel caso in cui le contrazioni del travaglio inizino prima del termine naturale della gestazione (corrispondente alla 40esima settimana dalla fecondazione) e, in particolare, prima che siano trascorse 37 settimane di gravidanza (parto pretermine). In tutti e tre questi casi non è invece sempre necessario rinunciare al parto naturale.

Per esempio, quando i bimbi nell’utero sono due, se alla fine della gravidanza si trovano entrambi in posizione cefalica e non sono presenti problematiche specifiche materne o fetali, è consigliabile che il parto gemellare avvenga per via vaginale, mentre se uno dei due feti è podalico, o comunque posizionato in modo non ideale, sarà necessario discutere con il proprio ginecologo sul da farsi.

Non esistono, invece, vere e proprie controindicazioni a un parto vaginale nel caso la donna sia già stata sottoposta a un taglio cesareo in occasione di precedenti gravidanze, anzi. Praticare più volte un parto con taglio cesareo può comportare rischi non indifferenti per la gestante, che si giustificano soltanto a fronte di una significativa probabilità di complicazioni materne o fetali in caso di parto naturale. Se tale rischio di complicazioni non sussiste, il parto vaginale è sempre preferibile.

Anche il parto pretermine non deve avvenire per forza in sala operatoria, ma la modalità utilizzata per far nascere il bambino verrà scelta caso per caso, in base alle condizioni della mamma e del feto.

Quando è meglio il cesareo

Spesso il parto con taglio cesareo viene visto come una "scappatoia" dalla sofferenza del travaglio, quando in realtà si tratta di un vero e proprio intervento chirurgico, che comporta alcuni rischi, come quello di infezioni o emorragie. Ecco perché deve essere eseguito soltanto in presenza di precise indicazioni.

In particolare, le principali circostanze che, non soltanto giustificano, ma rendono preferibile l'esecuzione di un parto con taglio cesareo comprendono i casi in cui:

  • il feto è ancora in posizione podalica al termine della gravidanza (o, comunque, quando inizia il travaglio)
  • è presente "placenta previa", ovvero quando la placenta copre completamente o parzialmente il canale del parto attraverso cui deve passare il bambino
  • la futura mamma soffre di diabete e, allo stesso tempo, il peso stimato alla nascita, sulla base della lunghezza del feto misurata nelle ultime settimane di gravidanza, supera i 4,5 kg (situazione cosiddetta di "macrosomia fetale")
  • il cordone ombelicale si trova mal posizionato e impedisce un'espulsione sicura del bambino attraverso la vagina
  • il parto avviene non a termine e in situazioni di emergenza o di incoscienza della mamma (per esempio, dopo un incidente stradale)
  • è presente un elevato rischio di mortalità materna o fetale in caso di parto vaginale.

In questi casi, il parto vaginale è sconsigliato, mentre effettuando il taglio cesareo i benefici per mamma e bambino saranno superiori ai rischi. Come anticipato, tuttavia, per la mamma la ripresa nel periodo successivo alla nascita del bambino con taglio cesareo sarà un po' più lunga per via dell’incisione dell’addome e dell’utero, e anche la degenza ospedaliera avrà una durata maggiore.

Partorire (per via naturale) non vuol dire soffrire

Come detto, una delle principali ragioni che inducono alcune donne a preferire il parto con taglio cesareo anziché per via vaginale, anche in assenza di problematiche ostetriche o fetali specifiche, è il timore del dolore del parto vaginale. Dolore di cui si può aver paura soltanto per "sentito dire" o a causa di un'esperienza traumatica vissuta in occasione di un precedente parto.

A riguardo vanno precisati alcuni aspetti. Innanzitutto, ogni donna e ogni gravidanza sono un caso a sé: quindi, il dolore che si potrà sperimentare sarà molto probabilmente diverso per caratteristiche e intensità da quello dichiarato da amiche, conoscenti o altre donne della propria famiglia. Inoltre, spesso, il primo parto vaginale è più laborioso e doloroso dei parti successivi: di conseguenza, un'eventuale esperienza poco piacevole vissuta dando alla luce il primo figlio non è detto che si ripeta durante un parto vaginale successivo.

Inoltre, il dolore può essere alleviato dall'analgesia epidurale, una pratica sicura per la mamma e per il bambino che permette alla donna di vivere il momento del parto in modo molto più sereno.

In genere, l'analgesia epidurale viene somministrata a travaglio avviato, in corrispondenza di una dilatazione di 4-5 centimetri e con la testa del bambino “ben confrontata”, ossia che spinge contro il collo dell'utero che si sta dilatando e contro il bacino della donna.

A stabilire prima del parto se non esistono controindicazioni all’analgesia epidurale sarà l'anestesista dell'ospedale in cui si è scelto di partorire che, qualche settimana prima della data prevista per il parto, effettuerà tutti gli esami necessari a valutare l'idoneità della gestante a riceverla. In particolare, sarà indispensabile escludere la presenza di difetti di coagulazione del sangue.

Come scegliere in modo consapevole

Il miglior consiglio per affrontare la gravidanza e il momento del parto in modo sereno e consapevole è documentarsi sul momento del parto e sulle modalità con le quali è possibile effettuarlo, senza lasciarsi influenzare dal racconto di esperienze sgradevoli di amiche o conoscenti.

È molto utile, invece, condividere e confrontarsi in modo positivo con altre donne in gravidanza, con le compagne dei corsi pre-parto, con l’ostetrica e il ginecologo di fiducia.

Un altro consiglio è iniziare a prepararsi per tempo anche alle emozioni che si potranno sperimentare dopo la nascita del bambino, lasciando al corpo il tempo necessario perché guariscano completamente l'episiotomia, eventuali lacerazioni o la cicatrice del taglio cesareo e che l'equilibrio ormonale si sia ristabilito, portando nel tempo al graduale recupero della fertilità. Essere consapevoli e serene rispetto al "dopo" permetterà di vivere con meno stress anche la gravidanza e il momento del parto.

Lisa Trisciuoglio
Lisa Trisciuoglio
Milanese di nascita, cresce alle porte della metropoli, dove ritorna per frequentare la Facoltà di Scienze biologiche all’Università statale di Milano. Fin dalla tesi di laurea decide di dedicarsi alla ricerca scientifica, prima all’Istituto europeo di oncologia, poi in un laboratorio del Dibit, all’Ospedale San Raffaele di Milano, dove consegue un PhD in biologia cellulare e molecolare. In quegli anni, accanto alla passione per la ricerca, matura anche l’interesse per la divulgazione scientifica. Al termine del PhD, decide infatti lasciare il camice e le provette per entrare nel mondo dell’editoria medico-scientifica. Durante lo svolgimento del Master in “Comunicazione e salute: dall’informazione alla formazione”, presso la Facoltà di Farmacia dell’Università di Milano, fa la sua prima esperienza in un’agenzia di comunicazione scientifica, e da quel momento intraprende diverse collaborazioni nell’ambito della medicina e della salute, sia verso il grande pubblico sia nei confronti del medico e del farmacista. Nel frattempo, inizia anche la sua avventura di mamma, prima di Anna e dopo qualche anno del piccolo Giacomo. Da quel momento in poi la sua vita si divide fra la famiglia e il lavoro, che continua a svolgere come freelance per diverse agenzie di comunicazione ed editoria scientifica.

Articoli correlati

Pubblicità

Gli articoli più letti

I servizi per te
Farmaci a domicilio
Prenota una visita