Musicoterapia: che cos’è e cosa può curare?

L’ascolto o la creazione di brani musicali e l’utilizzo di suoni o vibrazioni, guidati da un terapista, sono utili in psicoterapia e riabilitazione.

Secondo la definizione della Federazione mondiale di musicoterapia (WFMT), la musicoterapia è l'uso della musica e/o degli elementi musicali (suono, ritmo, melodia e armonia), con un individuo o un gruppo, da parte di un musicoterapista qualificato con lo scopo di facilitare e favorire la comunicazione, la relazione, l'apprendimento, la motricità, l'espressione, l'organizzazione e altri rilevanti obiettivi terapeutici, al fine di soddisfare le sue necessità fisiche, emozionali, mentali, sociali e cognitive.

La musicoterapia si colloca nel contesto delle “medicine complementari” o “non convenzionali” e si svolge prevalentemente in ambito educativo-preventivo, riabilitativo e di integrazione sociale: attraverso l’intervento musicoterapico è possibile indurre nella persona cambiamenti a livello intrapsichico e interpersonale.

Il suo approccio viene infatti definito “olistico”, poiché riguarda la sfera delle emozioni e dei vissuti della persona malata.

Che strumenti utilizza?

In ambito musicoterapico vengono utilizzati strumenti musicali, ma anche un insieme di prodotti sonori che esulano dall’arte musicale, come i rumori ambientali o corporei e le vibrazioni ritmiche.

La scelta del materiale sonoro/musicale dipende dai presupposti dell'intervento musicoterapico e dagli utenti cui è destinato. «L’assunto di base della musicoterapia – spiega Livio Claudio Bressan, dirigente neurologo dell’Azienda ASST- Nord Milano e professore a contratto delle Università degli Studi di Milano Statale e Bicocca – è che la musica sia in grado di agire su circuiti neuronali che stimolano la plasticità neuronale».

«La musica può promuovere pensiero e comportamento in condizioni sia di salute sia patologiche. L’input sensoriale può facilitare, attraverso le strutture del lobo temporale, i processi di attenzione, osservazione e apprendimento gestiti dal lobo frontale. Le stimolazioni musicali, infatti, possono produrre piacere (sia conscio sia inconscio) in grado di agire su strutture neuroanatomiche deputate all’attenzione, all’apprendimento, al pensiero e al comportamento».

Le applicazioni pratiche

La musicoterapia è indicata per diverse tipologie di pazienti, sia bambini sia adulti, con disabilità o handicap emotivi, fisici, mentali o psicologici. Viene utilizzata per i disturbi cognitivi nella malattia di Alzheimer o nelle demenze senili, per lenire il dolore acuto e cronico, per la riabilitazione fisica e psichica di chi ha abusato di alcool o sostanze stupefacenti. Può essere utilizzata persino durante il travaglio del parto. Dunque, in particolar modo, in ambito psicoterapico e riabilitativo: nel primo settore la musica costituisce un canale di comunicazione non verbale che favorisce la relazione interpersonale; nel secondo il suono funge da stimolo per una specifica funzione motoria o cognitiva.

La scelta musicale effettuata dal musicoterapista deve essere mirata sull’ascoltatore: di volta in volta, infatti, chi conduce la seduta di musicoterapia potrà scegliere di far suonare strumenti oppure di scrivere canzoni o di cantarle, di attuare un percorso di ascolto guidato o di lasciare il campo all’improvvisazione e alle performance personali.

Maria Eva Virga
Maria Eva Virga
Giornalista da 20 anni, vive a Milano, è sposata e ha due figli. Per dieci anni ha diretto un mensile dedicato al mondo dell'entertainment (giochi, videogame, film di animazione), poi una testata di settore destinata agli operatori della grande distribuzione. Dopo la nascita del secondo figlio ha iniziato a lavorare da freelance per conciliare famiglia e lavoro. Ha collaborato, tra l'altro, per l'inserto economico di Panorama, Economy, presentando casi aziendali di successo "made in Italy". Successivamente ha iniziato a lavorare per un service editoriale specializzato in medicina, farmacia e sanità scrivendo articoli, libri, comunicati stampa e contenuti per diverse case editrici, periodici di medicina, farmacia e politica sanitaria. Collabora con la Federazione mondiale del Termalismo di cui è divenuta addetto stampa, e con alcune testate di divulgazione scientifica. Coltiva ancora l'interesse per le piccole medie imprese italiane collaborando con riviste di settore nell'ambito del food e del non food, dedicandosi spesso ad argomenti che trattano la salute e il benessere.

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