I FANS abbassano la febbre senza rischi

Il rialzo della temperatura è una reazione di difesa del nostro organismo. È quindi una condizione utile, ma quando la febbre è alta può causare molti disagi. Ecco come tenerla a bada in sicurezza.

Nella maggior parte dei casi, il rialzo termico rappresenta la risposta del nostro organismo all’invasione da parte di batteri o virus. A temperature elevate, infatti, i germi patogeni si moltiplicano con difficoltà ed è quindi più facile arginare l’infezione.

Pertanto, la febbre di per sé non è una condizione negativa, e non sempre è utile mandarla via completamente. Tuttavia, quando è particolarmente elevata o quando si accompagna a intensi può essere utile abbassarla rapidamente.

Per farlo si può ricorrere all’automedicazione, utilizzando farmaci antipiretici da banco, ossia acquistabili anche senza prescrizione medica.

Quali farmaci usare

Ogni volta che il nostro organismo si trova a fronteggiare un’infezione come quelle da virus influenzali, ma anche una qualsiasi aggressione batterica, innesca la produzione di una grande quantità di prostaglandine, molecole che oltre alla febbre inducono infiammazione e dolore.

Ecco perché per contrastare l’ipertermia si possono usare antipiretici come il paracetamolo, ma anche farmaci antinfiammatori non steroidei con attività antifebbrile, come l’acido acetilsalicilico, l’ibuprofene o il naprossene.

I FANS sono tra i più utilizzati poiché in grado di inibire efficacemente la sintesi di prostaglandine, portando sia a un abbassamento della febbre sia a una riduzione dei dolori.

Alcuni FANS sono anche in grado di indurre la sintesi di lipossine, sostanze che fisiologicamente aiutano a spegnere l’infiammazione e tutti i sintomi a essa associati.

Le dosi corrette

In ogni caso la posologia va misurata sull’intensità dei sintomi, seguendo sempre le indicazioni del foglietto illustrativo e/o i consigli del medico e del farmacista di fiducia

Con la doppia dose, infatti, non raddoppiano gli effetti indesiderati: dato che la cura è limitata a 4-5 giorni l’esposizione al farmaco è sufficientemente breve da non comportare rischi.

E, in ogni modo, se dopo qualche giorno di terapia la febbre non diminuisce è bene consultate il medico: potrebbero essere sopraggiunte complicazioni o sovrainfezioni che devono essere valutate e trattate adeguatamente.

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