Degenerazione maculare, i primi campanelli d’allarme

Ecco come riconoscere i sintomi più precoci per correre al riparo il prima possibile.

In Italia ne soffre circa un milione di persone, alcune delle quali non sanno nemmeno di avere a che fare con una patologia.

In effetti nonostante la sua ampia diffusione la degenerazione maculare senile è ancora poco conosciuta e non tutti riconoscono i suoi primi campanelli d'allarme.

Individuarli per tempo è molto importante. Da un lato, infatti, la forma più diffusa di questa malattia dell'occhio (detta “atrofica”) progredisce lentamente e attuando opportune strategie è possibile rallentarne il peggioramento.

Dall'altro, la forma più rara (detta “essudativa”) tende a svilupparsi e aggravarsi più rapidamente, e quindi richiede un intervento quanto più tempestivo possibile.

I sintomi precoci del disturbo

Uno dei primi segnali di un disturbo alla macula – la struttura dell'occhio colpita dalla malattia – è la visione distorta delle righe dritte. Il problema riguarda la parte centrale del campo visivo, dove può comparire una macchia.

Spesso, inoltre, ci si accorge che c'è qualcosa che non va perché si hanno difficoltà a leggere, a guardare la tv o a guidare. A volte c'è bisogno di più luce e si ha difficoltà ad adattarsi ad ambienti dall'illuminazione soffusa e anche riconoscere i volti può diventare difficoltoso.

Quando correre ai ripari

Il problema, inizialmente limitato alle attività che richiedono di fissare un punto, è destinato a progredire con il peggioramento della visione centrale e della percezione dei colori.

Per questo nel caso in cui si notino cambiamenti nella parte centrale del campo visivo o nella capacità di distinguere colori e dettagli è importante rivolgersi all'oculista, soprattutto dopo i 50 anni, quando il rischio di degenerazione maculare aumenta.

Sarà il medico, in base al tipo di problema e alla sua gravità, a stabilire se sia o meno necessario iniziare subito una terapia specifica. Ciò che è certo è che una volta riconosciuto il problema è necessario agire sullo stile di vita per rallentare la progressione della malattia.

Semplici accorgimenti quotidiani

Il primo passo da muovere è nel campo dell'alimentazione. Chi soffre di degenerazione maculare deve mangiare molta frutta e verdura, ricche di molecole in grado di contrastare l'ossidazione che contribuisce alla malattia.

Utile anche i pesci ricchi di omega 3, come il salmone o le sardine. Sono invece da limitare i grassi saturi.

Non bisogna inoltre dimenticare che i raggi ultravioletti e la luce blu possono accelerare lo sviluppo della malattia.

Per questo all'aria aperta è bene indossare occhiali da sole adatti a limitare il più possibile l'esposizione degli occhi ai raggi del sole.

Silvia Soligon
Silvia Soligon
Romana di adozione, è nata a Milano, dove ha conseguito la laurea in Scienze biologiche e il dottorato di ricerca in Scienze genetiche e biomolecolari. Ha poi continuato a lavorare nell’ambito della ricerca scientifica prima all’Università degli Studi del Piemonte Orientale “Amedeo Avogadro” di Novara, poi all’Università “La Sapienza” di Roma.   Nella capitale ha proseguito il suo percorso formativo con un master in Scienza dell’alimentazione e dietetica applicata. Sempre a Roma si è specializzata nell’ambito del giornalismo e della comunicazione scientifica, conseguendo il master “Le scienze della vita nel giornalismo e nelle politiche istituzionali” dell'Università "La Sapienza".    Iscritta all'Ordine nazionale dei Biologi e all'Ordine dei giornalisti è socia di Unamsi (l’Unione Nazionale Medico Scientifica di Informazione). Dal 2008 collabora con diverse testate giornalistiche e siti web per la produzione di contenuti riguardanti tematiche medico-scientifiche. Musica e cibo sono le sue grandi passioni. Oggi divide il suo tempo tra la scrittura, il lavoro di nutrizionista e i concerti.

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