Come gestire il distacco dal bimbo

DOMANDA

Mia figlia ha 30 mesi ed è figlia unica. Abbiamo una vita semplice e regolare, non va al nido e sta con me 24 h su 24, ma non le mancano situazioni di socializzazione. È senza pannolino già dai due anni ed è sempre stata autonoma nel mangiare e nel dormire. Da un paio di settimane però, dopo una mia breve assenza di 3 giorni è un'altra: spesso vuole farsi imboccare, è un NO a tutto, è diventata ossessiva con me, devo sempre essere li vicino. Se la lascio piange un po’ e poi si calma e ritorna a giocare serena, la crisi non dura piu di mezz'ora. Ma metterla a letto è diventata un'impresa che mi occupa anche due ore, nelle quali: urla, grida, lancia il suo pupazzetto, mi "vieta" di andarmene. Possibile che tutto ciò sia stato provocato dal mio temporaneo distacco? Cosa posso fare per aiutarla a lasciarmi andare?

RISPOSTA DELL'ESPERTO

Risponde: Marina Battaglioli, Pediatra e neonatologa

Il distacco dalla madre è sempre un po' traumatico, per entrambi, madre e figlio. Più il bimbo è grande più gli effetti possono essere evidenti. Direi che una madre che si allontana da un figlio di 30 mesi non fa nulla di sbagliato, purchè il figlio sia affidato a persone di fiducia. La reazione della sua bambina è un poco eccessiva, ma non è certo la sola a reagire male. Abituata a vedere sempre la mamma è rimasta un po' spaesata dal tempraneo cambiamento. La reazione della mamma deve però essere ferma: deve lei per prima convincersi che allontanarsi da sua figlia è giusto e doveroso, la simbiosi deve finire con la crescita, sia la madre che il figlio devono ritrovare i loro spazi di autonomia, senza sensi di colpa. Gestire con dolcezza e affetto la reazione della bambina è altrettanto giusto, concordo con lei nel non essere drastica. Ma affetto e dolcezza non significano lasciarsi travolgere dall'emotività della bimba. Cerchi di esser "drastica" con se stessa nel convincersi che ha fatto bene ad allontanarsi dalla bambina, che stare sempre con la mamma (anche frequentando altri bambini, ma con la mamma presente) non è giusto, che abituarla a stare senza di lei è un percorso giusto della sua educazione. Non assecondi richieste estenuanti ed eccessive della piccola, che a volte sembrano un po' un capriccio e una manifestazione di rabbia, più che paura perchè la madre non ci sia. Affettuosa sì, ma determinata nel comunicare alla figlia che non è successo proprio nulla.

Marina Battaglioli
Pediatra e neonatologa
Dirigente medico di 1° livello c/o Patologia Neonatale – Nido P.O. Buzzi.
Laureata in Medicina e Chirurgia a Milano nel 1990, opera fino al 1994 come studente interna prima e poi come specializzanda presso la Clinica De Marchi e la Clinica Mangiagalli dell’Università degli Studi di Milano dove consegue la specializzazione in Pediatria Generale nel 1994 e in Neonatologia nel 1996.
Tra il 1994 e il 1996 è titolare di una borsa di studio per il Trasporto Neonatale d’Emergenza presso il reparto di Patologia Neonatale della Clinica Mangiagalli, dove opera fino al 1998. Tra il 1998 e il 2000 presta la propria opera al Nido dell’Ospedale S.Giuseppe di Milano prima e poi alla Divisione di Pediatria e Patologia Neonatale dell’Ospedale “Valduce” di Como.
Dal 2000 assume l’incarico a tempo indeterminato presso il reparto di Patologia Neonatale e Nido dell’Ospedale Buzzi, attualmente è Dirigente medico di 1° livello.

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