Bimba di 11 mesi che cresce poco

DOMANDA

Sono il padre di una bimba di 11 mesi e risiedo in Finlandia. Da fine novembre ad oggi, la bambina è cresciuta solo di 3 cm e 300 g circa. Le misure attuali sono: altezza 70,5 cm e peso 7,800 kg. Abbiamo consultato il pediatra, che ci ha sempre detto di aspettare a fare ulteriori esami, perché la bimba "sta bene". Ma noi siamo molto preoccupati, perché la crescita si è fermata all'improvviso. In questi mesi abbiamo anche riscontrato allergia a uovo e piselli e quando era più piccola ha acuto episodi di reflusso gastroesofageo curati per un paio di mesi con sodio alginato e bicarbonato e carbonato di calcio. La bambina viene allattata ancora al seno la mattina e la sera. Si sveglia spesso la notte e per il resto è molto vivace. Mangia in maniera non costante: a volte poco, a volte di più, in genere si nutre di pappe pronte miste (carni o pesce e verdure). In Finlandia, poi, si usa molto la pappa d'avena.

RISPOSTA DELL'ESPERTO

Risponde: Marina Battaglioli, Pediatra e neonatologa

La crescita di un bambino è un elemento importante per valutare il suo stato di salute, è giusto che i genitori e i pediatri la controllino regolarmente. Il peso e la lunghezza della sua bimba risultano al sopra del 10° percentile, tra il 10° e il 25° per la precisione. Cioè, pur essendo minuta, non è affatto anomala. Peso e altezza concordano nel percentile. I percentili di crescita sono grafici con curve per peso, altezza e circonferenza cranica, di cui i pediatri si servono per valutare il regolare incremento. I più minuti stanno sulla curva posta più in basso, i più massicci su quelle poste più in alto, ma sono tutti ugualmente nella norma. Eccettuati i piccolissimi e i grandissimi, cioè quelli che crescono sulla curva del 3° e del 97° percentile, che meritano attenzione per ragioni opposte, per gli altri si può stare piuttosto tranquilli e monitorare che la crescita si mantenga sulla stessa curva. Ogni bimbo ha le sue caratteristiche e i suoi ritmi di crescita, è molto più importante controllare che la velocità di crescita non abbia impennate o bruschi rallentamenti. Se la sua bambina è sempre stata tra i più minuti, è giusto limitarsi a controllare la crescita e annotare come fatto positivo che sembri in buona salute (colorito cutaneo, sviluppo neuropsicomotorio, voglia di giocare, vivacità, regolarità intestinale). Viceversa, se la velocità di crescita è cambiata in modo anomalo, cioè si è spostata su di un percentile più basso, è giusto pensare a fare qualche indagine. È più importante il ritmo di crescita del singolo valore. Vanno, comunque, considerate tante variabili fisiologiche, che a volte rallentano la crescita di un bimbo sano: l'introduzione delle pappe a volte è poco gradita, specie in chi è allattato al seno, che tende a mangiare un po' meno; dopo i 6 mesi tendono tutti a muoversi sempre di più, e chi è di natura più vivace ed è sempre in movimento consuma più energie di chi è più tranquillo; nei mesi invernali la crescita è più lenta che in estate. Un rallentamento della crescita è normale dopo i 9 mesi. Inoltre, il reflusso gastroesofageo è frequentissimo nel primo anno di vita e le pappe pronte sono ben bilanciate dal punto di vista nutrizionale.Infine, ma non ultimo, sono da considerare il peso della nascita e l'età gestazionale, cioè se la nascita è avvenuta a termine o un po' prima. Così come il peso e l'altezza dei genitori. Il pediatra è la persona più indicata per dare le giuste indicazioni, personalizzate sul singolo bimb

Marina Battaglioli
Pediatra e neonatologa
Dirigente medico di 1° livello c/o Patologia Neonatale – Nido P.O. Buzzi.
Laureata in Medicina e Chirurgia a Milano nel 1990, opera fino al 1994 come studente interna prima e poi come specializzanda presso la Clinica De Marchi e la Clinica Mangiagalli dell’Università degli Studi di Milano dove consegue la specializzazione in Pediatria Generale nel 1994 e in Neonatologia nel 1996.
Tra il 1994 e il 1996 è titolare di una borsa di studio per il Trasporto Neonatale d’Emergenza presso il reparto di Patologia Neonatale della Clinica Mangiagalli, dove opera fino al 1998. Tra il 1998 e il 2000 presta la propria opera al Nido dell’Ospedale S.Giuseppe di Milano prima e poi alla Divisione di Pediatria e Patologia Neonatale dell’Ospedale “Valduce” di Como.
Dal 2000 assume l’incarico a tempo indeterminato presso il reparto di Patologia Neonatale e Nido dell’Ospedale Buzzi, attualmente è Dirigente medico di 1° livello.

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