"Ansiolitici, quetiapina e stato dissociativo"
Scrivo per mio padre, 78 anni. A 60 ha avuto un ictus con conseguente emiparesi, dopo 18 anni è subentrata una insufficienza respiratoria perché broncopatico acuto. Dopo qualche tempo ha iniziato a lamentarsi soprattutto la notte per stati ansiosi per paura di non respirare bene, da lì a poco ha iniziato una terapia con gocce per farlo calmare (amitriptilina, poi promazina, poi bromazepam) associate alla quietapina (2 compresse da 25 mg la sera). Il problema piu grande è che mio padre inizia a dissociardi non riconoscendo piu la casa dove vive, non ricorda cosa fa il giorno e oggi si trova ricoverato in un centro. Abbiamo notato solo peggioramenti e pur mangiando (pasti frullati) ha perso circa 15 chili. Il medico del centro ci dice che è una malattia degenerativa quindi è normale che le condizioni peggiorino. Io invece sono convinto che sia pieno di farmaci che lo tengono in questo stato e penso che non sia curato bene.
Risponde: Zilioli Angelo - Neurologo
I farmaci somministrati a suo padre non sono in posologie elevate, in particolare la quetiapina. Chiaramente poi l'effetto di un farmaco, oltre a essere dipendente dalla sua dose, è diverso per ogni individuo e in particolare cambia a seconda delle condizioni cliniche generali di un paziente. Io penso che lei debba avere fiducia nell'operato dei medici che curano suo padre e attenersi in linea di massima alle loro spiegazioni. In caso contrario le conviene rivolgersi a un altro Istituto: è infatti fondamentale che nella cura di un paziente vi sia la massima collaborazione e intesa tra medici e famigliari, per il bene stesso del malato.