Vitamine, un aiuto contro il diabete

Sebbene oggi sia possibile controllare in modo molto efficace la malattia diabetica, il rischio di complicanze non si azzera mai. Alcune vitamine potrebbero offrire un significativo aiuto.

Grazie ai nuovi ipoglicemizzanti orali, alle insuline di ultima generazione e a dispositivi di somministrazione e a quelli di misurazione della glicemia sempre piĆ¹ precisi, affidabili e semplici da usare, i diabetici hanno oggi la possibilitĆ  di controllare efficacemente la malattia per molti anni.

Tuttavia, neppure la migliore delle terapie antidiabetiche ĆØ in grado di azzerare il rischio di complicanze a carico di diversi organi, che tendono a insorgere dopo circa un decennio dallā€™esordio della malattia:

Organi colpiti Complicanze
Cuore e vasi sanguigni Infarto miocardico e aterosclerosi
Rene Nefropatia
Occhio Retinopatia
Cervello Ictus
Nervi periferici Neuropatia diabetica

Diversi studi condotti negli ultimi anni indicano che alcune vitamine potrebbero offrire un importante mezzo aggiuntivo per prevenire i danni a lungo termine causati dal diabete, migliorando sensibilmente la qualitĆ  di vita dei pazienti. E riducendo la mortalitĆ  associata alle patologie cardiovascolari (fino a quattro volte piĆ¹ frequenti nei diabetici rispetto a soggetti sani).

B1 per proteggere il cuore

Una preziosa alleata per la salute del cuore diabetico sembra essere la vitamina B1. In base ai risultati di uno studio condotto nella britannica UniversitĆ  di Bristol questa vitamina sarebbe infatti in grado di prevenire le complicanze cardiovascolari in pazienti affetti da diabete sia di tipo 1 (quello presente fin dallā€™infanzia) sia di tipo 2 (che tende a comparire dopo i 40 anni per ragioni legate perlopiĆ¹ allā€™eccesso di peso e alla sedentarietĆ ).

Partendo dalle evidenze di un precedente studio condotto da loro colleghi dellā€™UniversitĆ  di Warwick (UK), che aveva evidenziato nei pazienti con diabete di tipo 1 e di tipo 2 percentuali di vitamina B1 inferiori alla norma (fino al 75% in meno), i ricercatori hanno somministrato un derivato sintetico della vitamina B1, chiamato benfotiamina, a un campione di cavie sane o con diabete in fase iniziale.

Il trattamento regolare con benfotiamina fin dallā€™esordio della malattia ha dimostrato di riuscire a rallentare e prevenire lo sviluppo di danni al cuore e di migliorare il tasso di sopravvivenza e di recupero dopo lā€™infarto nelle cavie con diabete di tipo 1 (oltre che negli animali non diabetici). Su queste basi la supplementazione con vitamina B1 potrebbe costituire un nuovo mezzo per la prevenzione cardiovascolare nei pazienti diabetici.

Vitamina D, utile oltre lā€™osso

Da almeno un paio di decenni si stanno accumulando prove che sottolineano lā€™importanza di mantenere adeguati livelli di vitamina D per la salute e il benessere non soltanto delle ossa, ma dellā€™intero organismo.

Questo vale sia per le persone sane che grazie alla vitamina D vedranno ridotto il rischio di sviluppare (oltre allā€™osteoporosi) malattie metaboliche, cardiovascolari, tumorali e autoimmunitarie, sia per soggetti giĆ  affetti da patologie specifiche. E per individui di qualunque etĆ .

A confermare questa tesi sul fronte cardiovascolare e metabolico ĆØ, tra gli altri, uno studio condotto alla Johns Hopkins Bloomberg School of Public Health di Baltimora (Stati Uniti) che ha evidenziato come bassi livelli di vitamina D nellā€™adolescenza si associno a valori piĆ¹ elevati di pressione sanguigna e a maggiori concentrazioni di glucosio nel sangue. Due noti fattori di rischio per infarto cardiaco, ictus cerebrale e sviluppo di diabete di tipo 2 in etĆ  adulta.

In particolare, rispetto ai ragazzi che presentavano livelli di vitamina D nella norma (vale a dire, superiori a 26 ng/ml), quelli che ne erano carenti (meno di 15 ng/ml) mostravano un rischio quattro volte maggiore di incorrere nella sindrome metabolica, una condizione clinica caratterizzata dalla presenza contemporanea di sovrappeso od obesitĆ , tassi di colesterolo e/o trigliceridi e glicemia elevati, nonchĆ© una probabilitĆ  piĆ¹ che doppia di presentare alte concentrazioni di glucosio nel sangue e pressione arteriosa superiore alla media.

Assicurarsi un apporto sufficiente di vitamina D con lā€™alimentazione (olio di fegato di pesce, uova e latticini) o nel contesto di supplementazioni concordate con il medico, e attraverso unā€™esposizione moderata al sole (bastano 10-15 minuti al giorno in orari non a rischio per la salute pelle) puĆ² quindi rappresentare una strategia semplice ed efficace per migliorare la prevenzione del diabete di tipo 2 e delle sue principali complicanze.

Antiossidanti per la memoria

PiĆ¹ vitamine, in questo caso antiossidanti, anche per il cervello sia delle persone sane sia, soprattutto, di quelle affette da diabete. PerchĆ© questa malattia tende a esporre le cellule nervose cerebrali (e piĆ¹ in generale tutto lā€™organismo) a uno stress ossidativo aggiuntivo a causa dellā€™inefficiente uso degli zuccheri e allā€™intensa produzione di radicali liberi che ne consegue.

Secondo una ricerca condotta presso lā€™UniversitĆ  di Toronto a risultare particolarmente efficaci nel proteggere le capacitĆ  intellettive e di memorizzazione nei diabetici sarebbero soprattutto le vitamine C ed E.

Somministrando 1 grammo della prima e 800 UI della seconda a persone sane o diabetiche (etĆ  media 63 anni) insieme a un pasto ricco dal punto di vista nutritivo (50 g di grassi, 63 g di carboidrati e 25 g di proteine), si ĆØ visto che il cocktail vitaminico era in grado di prevenire il calo di prestazioni cognitive che tende a verificarsi in chi soffre di diabete (ma non in chi ĆØ sano) durante le ore immediatamente successive a un pasto identico, ma senza supplementazione di vitamine C ed E.

In pratica, la semplice aggiunta di antiossidanti ad alto dosaggio era in grado di rendere gli effetti del lauto pasto sul cervello diabetico paragonabili a quelli di un innocuo bicchier dā€™acqua.

Non ĆØ poco in termini di vantaggi preventivi, soprattutto se si considera che il declino cognitivo associato allā€™invecchiamento o a patologie specifiche costituisce una delle maggiori preoccupazioni di salute a livello globale e che, al momento, non abbiamo a disposizioni armi efficaci per contrastarlo.

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