Intestino irritabile: le cure disponibili

Una terapia efficace per tutti ancora non c’è. Ma possiamo tenere sotto controllo i sintomi con un po’ di attenzione alla dieta e, quando serve, con alcuni farmaci prescritti dal medico.

Purtroppo a tutt’oggi non è disponibile una cura vera e propria per la sindrome del colon irritabile. Ma non ci si deve scoraggiare.

Nella maggior parte dei casi, infatti, i sintomi possono essere tenuti a bada con alcune regole alimentari e uno stile di vita che preveda un po’ di attività fisica e la riduzione dello stress.

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Dieta oculata e buon umore

Sembra una presa in giro: chi soffre di colon irritabile pensa, giustamente, di aver ben poco da stare allegro. In realtà più ci arrabbiamo, ci mettiamo in ansia e ci deprimiamo e peggio starà il nostro intestino.

Secondo gli specialisti lo stress, insieme con altri fattori predisponenti quali familiarità, abitudini alimentari, abuso di alcuni farmaci, è in grado sia di scatenare la sindrome, sia di peggiorarne i sintomi.

Quanto a ciò che portiamo in tavola, in linea generale esistono alcuni alimenti che andrebbero evitati: da un lato perché potenzialmente creano gas e, pertanto, tensione e flatulenza, dall’altro perché di difficile digestione.

Purtroppo, anche in questo caso non c’è la ricetta giusta per tutti. Perché ognuno reagisce in modo differente ai diversi cibi.

In linea di massima si possono dare indicazioni generiche, che andranno di volta in volta valutate anche a seconda del tipo di sintomatologia prevalente.

Se la stipsi è il nostro problema, maggior peso si dovrà dare ai cibi ricchi in fibre; al contrario, in caso di prevalente diarrea dovremo preferire alimenti astringenti, come riso, tè, patate, associandoli a fermenti lattici.

I cibi da preferire

Annotando tutti gli alimenti che, eventualmente, sembrano far peggiorare i sintomi, inizialmente orientiamoci verso quelli che, di solito, non creano problemi:

  • cereali integrali, orzo, avena, farro, farina integrale;
  • pane, pasta, riso integrale;
  • verdure fresca (salvo quelle che favoriscono la comparsa di aria intestinale);
  • frutta fresca (attenzione però a pesche, pere, banane e prugne);
  • frutta secca con moderazione;
  • carne magra, pesce e uova.

Soprattutto evitiamo pasti troppo abbondanti, e cerchiamo di mantenere orari fissi, mangiando con calma e masticando a dovere.

Attenzione invece a:

  • zuccheri raffinati;
  • bevande contenenti caffeina, alcol;
  • bibite gassate;
  • dolcificanti (come il sorbitolo);
  • alimenti che favoriscono aria nello stomaco come broccoli, cavoli, cavolfiori e cavoletti di Bruxelles, piselli secchi, fagioli e lenticchie, cipolle e erba cipollina, peperoni;
  • grassi alimentari;
  • carne rossa, fritti;
  • latte e derivati.

Una regolare attività fisica e bere almeno un litro e mezzo di acqua al giorno saranno complemento indispensabile.

Quali farmaci e quando

Nei casi in cui queste misure non sono sufficienti, il medico potrà valutare l’opportunità di prescrivere alcuni farmaci sintomatici.

Possono essere usati supplementi di fibra quali lo psyllium o la metilcellulosa o lassativi per il controllo della costipazione oppure, in caso di diarrea, farmaci antidiarroici come per esempio la loperamide.

Alcuni anticolinergici sono utili per alleviare gli spasmi dolorosi, in caso di crampi, mentre se i sintomi includono dolore e depressione ci si può indirizzare verso gli antidepressivi triciclici o gli inibitori selettivi del re-uptake della serotonina (SSRI).

I primi sono usati nei casi con prevalente diarrea mentre gli SSRI sono più indicati quando è presente prevalentemente stipsi.

Psicoterapia per i più ansiosi

Per controllare l'ansia spesso aiutano le terapie psicologiche e le tecniche di rilassamento quali il biofeedback.

L’importante è non perdersi d’animo: qualunque misura, farmacologica o meno, ha effetti diversi da una persona all’altra. È quindi necessaria un po’ di pazienza per individuare la miglior combinazione tra dieta, farmaci e altre terapie.

Susanna Trave
Susanna Trave
Nasce a Milano, dove vive da allora. Dopo aver pensato di fare la giornalista prima e l'architetto poi, alla fine segue le orme della famiglia (che nel codice genetico ha la chimica) e si iscrive a Chimica e Tecnologia Farmaceutiche. Si laurea alla Statale di Milano e, appassionatasi alla materia, mentre lavora come borsista all'Università frequenta, nel medesimo Ateneo, il triennio di Specializzazione in Endocrinologia Sperimentale, specializzandosi nel 1987. Nel 1988 consegue l’Abilitazione all’esercizio della professione di Farmacista.Ma la sua curiosità e la passione - mai sopita - per il giornalismo la portano ad accettare con entusiasmo un posto in una casa editrice scientifica. Da quel momento inizia la carriera giornalistica che la porterà a diventare pubblicista prima e giornalista professionista poi, dopo il superamento dell'Esame di stato nel 1999.Lavora da allora sia per testate rivolte al medico sia in riviste dedicate al grande pubblico, prima come dipendente e, più avanti, come freelance.Oltre che di salute e benessere è appassionata di sport e di animali. Sposata, ha due figli, ormai grandi, quattro gatti, due cani, un cavallo e una vita sempre in movimento.

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