Testicoli
Sporadiche risalite del testicolo
Ho un dubbio che mi assilla da tempo. Un paio di voplte durante l'atto sessuale, poco prima dell'eiaculazione il testicolo destro mi è salito fino all'inguine senza procurarmi alcun fastidio. Ora durante ogni erezione temo che prima o poi il testicolo si ritiri più in alto del solito e possa causarmi problemi. Ho letto che spesso si deve ricorrere all'intervento chirurgico e questo mi ha messo un po' di angoscia.
Si tratta verosimilmente di un quadro di “testicolo in ascensore” (o testicolo retrattile), ovvero una condizione in cui il testicolo risulta mal ancorato al fondo del sacco scrotale, ciò ne determina la risalita fino all’anello inguinale esterno per contrazione del muscolo cremastere (in corso di attività fisica e/o sessuale, o per bagni in acqua fredda). Il testicolo torna nella sua posizione di “riposo” o spontaneamente (mediante rilassamento fisico, sonno, bagno caldo) o attraverso il riposizionamento manuale. Non si tratta di un quadro preoccupante, tuttavia, al fine di scongiurare il verificarsi di una torsione del testicolo, consiglierei un adeguato inquadramento in ambito andrologico. Laddove indicato può essere posta l’indicazione chirurgica.
Testicolo retrattile, cosa fare
Il mio ragazzo, vent'enne, a volte durante o dopo il rapporto riscontra la risalita del testicolo sinistro verso la zona pubo-inguinale, cosa che gli causa spesso dolore. Ho letto del testicolo retraente, ma chiedo se è possibile che possa essere altro.
Il testicolo retrattile è quella condizione per cui il testicolo, che è regolarmente situato nello scroto, può risalire fino all'anello inguinale esterno per una contrazione del muscolo cremastere. La diagnosi è principalmente clinica e l'unico rischio che si può presentare è la torsione del testicolo che si manifesta con un dolore importante e che richiede, se non risolta, una valutazione chirurgica. Consiglio pertanto al suo compagno una visita andrologica con esame obiettivo andrologico e un accesso al pronto soccorso vicino nel caso in cui il dolore dovesse essere insopportabile.
Dolore al testicolo, ruolo di varicocele ed ernia
Salve sono un uomo di 49 anni e soffro da un po' di tempo di dolori al testicolo sinistro. Il mio urologo, dopo visita ed ecografia, mi riferisce che non c'è nulla: riscontra delle piccole cisti sul testicolo e un accenno di varicocele che, comunque, non dovrebbero provocare i fastidi che accuso. Io soffro di problemi alla schiena; ho subito nel 2011 un intervento per una ernia L3-L4 e ho una ernia L5-S1 non operata e che mi da problemi alla gamba sinistra, e ho notato che i dolori alla schiena e al testicolovanno e vengono simultaneamente come se ci fosse un collegamento tra i due: è possibile?
Il dolore da Lei riferito potrebbe essere collegato ai suoi problemi di ernia discale che può presentare irradiazione anche al pube; anche la presenza di varicocele potrebbe determinare un senso di fastidio o di pesantezza a livello del testicolo (variabile anche in base al grado ecografico del varicocele). Le consiglio una valutazione in campo specialistico della patologia del rachide.
Testicolo ritenuto: terapia farmacologica o chirurgica
Ho un bimbo di 12 mesi affetto da ipospadia lieve con testicolo sinistro ritenuto a livello inguinale e palpabile. Vorrei sapere se è possibile intervenire sulla discesa del testicolo farmacologicamente per scongiurare l'intervento fissato dal chirurgo al 18° mese di età; tenga presente che il padre del bimbo ha fatto uso di anabolizzanti 10 anni prima la nascita di mio figlio con ripercussioni sulla propria salute riportando una ginecomastia, questo può aver inciso sul problema di mio figlio e in che percentuale può avvenire la discesa del testicolo in caso di trattamento farmacologico
È possibile intraprendere una terapia medica per fare scendere il testicolo ritenuto. Le probabilità di successo riportate variano tra il 20 e il 25%. In generale però la terapia medica è sempre meno utilizzata e si preferisce l’approccio chirurgico al raggiungimento dell’anno di età. La prego di considerare però che la presenza concomitante di ipospadia deve fare porre il sospetto di possibili alterazioni ormonali nel bambino ed è quindi consigliabile sottoporlo a una visita endocrinologica per poter escludere o conoscere il prima possibile queste possibili alterazioni. Riguardo agli anabolizzanti, attualmente si ritiene che l’esposizione a sostanze ad azione ormonale, presenti nell’ambiente in varie forme, anche negli alimenti o come pesticidi, abbia un ruolo, ma soprattutto quando la persona esposta è la madre o l’embrione stesso nelle prime fasi dello sviluppo.
Dolore testicolare cronico
Ho da tempo un fastidio al testicolo destro. Il medico mi ha fatto notare che il dotto deferente é piu grande di quello di sinistra. Possibile infezione? Il dolore compare piu fastidioso dopo eiaculazione. Inoltre ho anche una protrusione alla colonna vertebrale nel disco che comprende i testicoli. Puó essere la causa di tale fastidio?
Il dolore testicolare cronico è un disturbo frequente. Sebbene alcune volte non si riesca a individuarne la causa, solitamente è necessario distinguere se il problema origina direttamente dal testicolo (a causa di un'infezione, ma anche, per esempio, di una torsione intermittente) oppure se si tratta di un dolore riflesso (per esempio da ernia del disco dorsolombare, come nel suo caso, o da prostatite cronica). Il fatto che il fastidio si accentui con l'eiaculazione e che all'esame obiettivo sia stata rilevata una dilatazione del deferente fanno pensare a una forma infettiva del testicolo e delle strutture adiacenti (orchiepididimite) e/o delle vie seminali in generale. Sarebbe opportuno che si sottoponesse a esami colturali (esame delle urine, urinocoltura e spermiocoltura) per confermare il sospetto e individuare il germe eventualmente responsabile dell'infezione, e a un ecocolordopper scrotale, anche per escludere altri possibili cause. Le consiglio di consultare quanto prima uno specialista, che in base alla visita e al risultato degli esami potrà richiedere altri approfondimenti e infine indirizzarla verso la terapia più adeguata.