Infezioni vaginali ricorrenti: le 4 cose da fare


Per evitare infezioni vaginali ricorrenti esistono alcune misure preventive, fra cui una dieta equilibrata e un'igiene intima adeguata.
Infezioni vaginali come la candidosi e la vaginosi batterica sono disturbi intimi estremamente comuni nella popolazione femminile in età fertile che, se trascurati o mal gestiti, possono interferire non soltanto con il benessere individuale e la vita sessuale, ma anche con la salute e la fertilità della donna.
La candidosi vaginale è causata da funghi della famiglia della Candida: interessa circa tre donne su quattro almeno una volta nella vita e, in genere, dopo un primo episodio, aumenta il rischio che se ne verifichino di ulteriori. Inoltre, si osservano una o più recidive in circa la metà dei casi e in una donna su cinque si instaurano forme di candidosi “ricorrente”, caratterizzate da quattro o più colonizzazioni da Candida all’anno.
Discorso analogo vale per le vaginosi batteriche, infezioni causate da un mix di batteri patogeni (in particolare, Prevotella spp., Mobiluncus spp., Gardnerella vaginalis, Ureaplasma urealyticum e Mycoplasma hominis), di norma ospitati in modo innocuo in bassa concentrazione sulla mucosa vaginale, ma in grado di moltiplicarsi in modo eccessivo e di creare fastidi significativi in particolari circostanze.
A favorire l’insorgenza della vaginosi batterica, così come della candidosi, sono tutti i fattori che alterano l’acidità del pH vaginale (nel caso della vaginosi batterica), portandolo dal valore fisiologico di 3,5-4,5 a valori più elevati, o che in qualche modo destabilizzano l’equilibrio della microflora che fisiologicamente è in grado di proteggere la mucosa vaginale, essendo costituita in massima parte da batteri del gruppo dei lattobacilli.
Questi fattori sfavorevoli comprendono l’igiene intima inadeguata, l’abbassamento delle difese immunitarie di qualunque origine, la presenza di malattie endocrino-metaboliche (diabete, disturbi ormonali, disfunzioni tiroidee), l’uso di antibiotici o farmaci immunosoppressori (cortisone, metotrexato ecc.), lo stress intenso e/o protratto, la dieta ricca di zuccheri semplici o comunque sbilanciata.
Anche quando associato a un serio disagio intimo, in genere, il singolo episodio di candidosi o vaginosi batterica non appare particolarmente problematico da trattare né caratterizzato da complicanze significative, salvo in caso sia contratto dalle donne in gravidanza (condizione nella quale ogni possibile infezione vaginale può interferire con la crescita e/o mettere in serio pericolo la salute del feto in via di sviluppo e facilitare la nascita pretermine del neonato o un aborto spontaneo, in particolare in caso di vaginosi batterica).
Le difficoltà si presentano quando le alterazioni della flora vaginale (disbiosi vaginale) iniziano a manifestarsi con una certa frequenza, diventando sempre più difficili da eliminare a causa dello sviluppo di microrganismi meno sensibili alle terapie disponibili. Inoltre, va considerato che i trattamenti antimicotici o antibiotici previsti per la cura di ciascun episodio di candidosi o di vaginosi batterica potrebbero destabilizzare la mucosa vaginale durante l’uso e per un certo periodo di tempo dopo la guarigione, promuovendo essi stessi recidive precoci.
Se non opportunamente associato a interventi “riequilibranti”, l’impiego dei farmaci ad azione antimicotica o antibatterica contro le infezioni vaginali, ripetuto a poche settimane o mesi di distanza, innesca un circolo vizioso sfavorevole che rende la microflora vaginale sempre più fragile nei confronti di fattori esterni destabilizzanti di vario tipo e, quindi, la donna estremamente predisposta a candidosi e/o vaginosi ricorrenti.
Evitare disbiosi vaginali frequenti è importante anche per non veder aumentare il rischio di contrarre durante rapporti sessuali non protetti, malattie a trasmissione sessuale più serie e caratterizzate da complicanze potenzialmente gravi come la tricomoniasi (causata dal protozoo Trichomonas vaginalis), la clamidia (provocata dal batterio Chlamydia trachomatis), la gonorrea (dovuta al batterio Neisseria gonorrhoeae), l’herpes simplex di tipo 2 (HPV2) o l’infezione da HIV.
Per capire se è presente un’infezione vaginale e di quale tipo si tratta si deve, in primo luogo prestare attenzione ai segni e ai sintomi caratteristici, avendo la sensibilità di cogliere anche quelli iniziali e/o più lievi.
In caso di candidosi, gli elementi chiave da considerare sono:
- comparsa di perdite vaginali biancastre e grumose, simili a ricotta, prive di odore significativo;
- presenza di infiammazione e arrossamento della mucosa genitale;
- bruciori e dolori spontanei
- sensazione di bruciore e dolore durante i rapporti sessuali e/o mentre si urina.
Quando è presente una vaginosi, invece, il segnale distintivo è l’odore sgradevole delle perdite vaginali, molto simile a quello del pesce avariato, che diventa più intenso dopo la detersione e i rapporti sessuali; per quel che riguarda l’aspetto, le secrezioni tipiche della vaginosi sono bianco-grigiastre, omogenee e aderenti, tendenzialmente abbondanti; altri sintomi sono pressoché assenti, salvo talvolta un prurito lieve o moderato.
Aspetto delle secrezioni | Odore delle secrezioni | Sintomi infiammatori | |
---|---|---|---|
Candidosi | Secrezioni biancastre, granulari, simili alla ricotta e tendenzialmente abbondanti | Assente | Prurito, bruciore e arrossamento |
Vaginosi batterica | Secrezioni bianco-grigiastre lattiginose e omogenee, più o meno abbondanti | Odore sgradevole, che assomiglia a quello del pesce avariato | Assenti o lievi |
Sul fronte dei trattamenti, i farmaci di prima linea raccomandati contro la candidosi sono creme compresse, ovuli vaginali a base di derivati azolici, di norma in grado di risolvere l’episodio acuto in circa il 90% dei casi non complicati, nell’arco di 1-7 giorni di applicazione. Questi preparati sono acquistabili in farmacia senza ricetta, ma è sempre consigliabile sottoporsi a una visita dal ginecologo e, se necessario, a eventuali esami per impostare un trattamento mirato più efficace e approfondire le cause delle continue recidive. Se si sviluppa la candida in gravidanza, sono indicati trattamenti topici e non farmaci da assumere per bocca, perché sono ad azione sistemica. Inoltre, pur non essendo pericolosa per il feto, è bene che la candida sia trattata prima del termine della gravidanza: durante il passaggio nel canale del parto, l’infezione potrebbe essere trasmessa al neonato, che potrebbe sviluppare una candidosi del cavo orale molto frequente nei bambini, il cosiddetto mughetto.
Contro la vaginosi batterica l’approccio prescritto in genere dagli esperti prevede, invece, l’impiego di antibiotici per via orale o applicati localmente in crema o capsule vaginali, a dosaggi e per periodi di tempo variabili in funzione della severità del disturbo, della risposta e della tolleranza individuale al trattamento. Questi farmaci, come tutti gli antibiotici, devono essere sempre prescritti dal medico, sia in occasione del primo episodio sia, a maggior ragione, in caso di forme ricorrenti per le quali potrebbero essere necessarie terapie più specifiche.
Infine, qualunque sia la causa del fastidio intimo, è bene evitare rimedi naturali fai da te, come per esempio l’olio di cocco in caso di candidosi.
Le donne che soffrono di candidosi o vaginosi batteriche più volte all’anno possono tenere sotto controllo questi fastidiosi disturbi attraverso buone abitudini di vita e alcuni semplici accorgimenti sul piano dietetico e dell’igiene intima quotidiana.
1. L’alimentazione che non piace alla candida
Una dieta sana e bilanciata ha un ruolo fondamentale nella protezione della mucosa vaginale da colonizzazioni di funghi come la candida e, più in generale, nel supportare buone difese immunitarie e una microflora vaginale equilibrata.
Oltre all’indicazione generale di consumare ogni giorno frutta e verdura, cereali preferibilmente integrali, legumi, latticini magri, pesce e carni bianche in quantità bilanciate e commisurate al proprio fabbisogno energetico, la principale raccomandazione per scoraggiare l’insorgenza della candidosi vaginale consiste nell’evitare l’eccesso di zuccheri semplici.
È stato dimostrato, infatti, che una concentrazione elevata di zuccheri nel sangue (glicemia) facilita la proliferazione della Candida a scapito dei lattobacilli protettivi ed è noto che le donne con diabete di tipo 2 non ben controllato dalla terapia presentano un maggior rischio di essere interessate da candidosi vaginali ricorrenti. Per proteggersi da recidive, quindi, alimenti e bevande dolci dovrebbero essere consumati in quantità modeste e soltanto in occasioni particolari, senza mai farli diventare un’abitudine quotidiana.
Seguire una dieta equilibrata, ricca di vitamine e sali minerali antiossidanti e fibre, è importante anche per mantenere sana ed efficiente la microflora intestinale, a sua volta in grado di influenzare indirettamente sia le difese immunitarie generali dell’organismo sia l’equilibrio della mucosa vaginale, prevenendo disbiosi.
In aggiunta all’attenzione nella scelta del tipo e della quantità dei cibi da assumere, è importante anche l’atteggiamento nei confronti dell’alimentazione e della vita in generale. Concedersi il tempo necessario per pranzare e cenare tranquillamente, trasformando una necessità fisiologica in un’occasione di convivialità e relax, permette di attenuare lo stress delle giornate lavorative, ulteriore fattore in grado di ridurre le difese immunitarie e promuovere disbiosi vaginali e infezioni ricorrenti.
2. Igiene intima e buone abitudini quotidiane
Un aspetto di primaria importanza nella prevenzione delle recidive di candidosi e vaginosi batterica è rappresentato da una corretta igiene intima, che deve essere regolare, ma non eccessiva, efficace ma delicata, e attuata in modo adeguato.
Relativamente alla frequenza, è sufficiente lavarsi 1-2 volte al giorno per assicurare pulizia, freschezza e benessere durante gran parte del ciclo mestruale, mentre durante i giorni del flusso le esigenze igieniche possono aumentare su base soggettiva. In ogni caso, i lavaggi devono essere effettuati con acqua fresca o tiepida (o, se fuori casa, con apposite salviettine per l’igiene intima) e sempre con movimenti diretti dalla zona anteriore a quella posteriore, per evitare contaminazioni accidentali con batteri potenzialmente patogeni provenienti dal canale intestinale, che possono causare anche infiammazioni delle vie urinarie, come la cistite.
La scelta del detergente intimo appropriato (da utilizzare per il lavaggio delle parti intime anche durante la doccia) è fondamentale per contribuire a preservare il pH fisiologico delle parti intime e a ridurre il rischio di alterazioni della flora vaginale. Il prodotto intimo ideale per la donna in età fertile è un detergente a pH acido (4,5-5), contenente principi attivi dalle proprietà idratanti, emollienti e calmanti. Inoltre, deve essere privo di sostanze irritanti, profumo, conservanti, tensioattivi troppo aggressivi e altri agenti potenzialmente sensibilizzanti.
Un periodo particolarmente a rischio per lo sviluppo di candidosi e vaginosi è rappresentato dai giorni che precedono l’inizio delle mestruazioni e quelli in cui è presente il flusso, poiché i cambiamenti ormonali (riduzione dei livelli di estrogeni) e la presenza del sangue nel canale vaginale si associano a innalzamenti del pH locale che favoriscono la proliferazione di funghi e batteri dannosi. In aggiunta, l’equilibrio della flora batterica vaginale è messo a dura prova dal necessario impiego di assorbenti, esterni o interni, che modificano in modo sfavorevole il microambiente genitale.
Per ridurre il rischio di infezioni, se si usano assorbenti esterni, è consigliabile utilizzare quelli in cotone al 100%, che permettono di assorbire l’umidità in eccesso, mantenendo a livello della vulva un ambiente ottimale anche in termini di temperatura e pH. Se, al contrario, vengono utilizzati prevalentemente assorbenti interni, va ricordato di cambiarli spesso (ogni 3-6 ore) e di sostituirli con assorbenti esterni almeno durante la notte. Sempre raccomandato è, poi, l’impiego di slip traspiranti in fibre naturali (da lavare quotidianamente ad alta temperatura in presenza di infezioni intime) e di indumenti che non stringano troppo la regione inguinale. Inoltre, è bene non indossare troppo a lungo costumi da bagno umidi.
3. Accorgimenti preventivi utili durante l’attività sessuale
Ulteriori raccomandazioni preventive riguardano l’attività sessuale, che rappresenta di per sé un noto fattore di rischio per disbiosi e colonizzazioni microbiche vaginali, a prescindere dallo stato di salute del partner. Durante il rapporto sessuale, infatti, la microflora vaginale subisce una temporanea destabilizzazione, che può essere particolarmente marcata se vengono usate creme spermicide o altri prodotti intimi e/o vengono effettuati lavaggi troppo aggressivi subito dopo.
Utilizzare il profilattico durante l’attività sessuale dovrebbe essere un’abitudine consolidata per tutte le coppie, a prescindere dalla stabilità della relazione, poiché aiuta non soltanto a prevenire colonizzazioni fastidiose come candidosi e vaginosi batterica, ma anche malattie a trasmissione sessuale ben più serie per la salute generale e riproduttiva (cui, peraltro, sono particolarmente esposte le donne già interessate da una disbiosi vaginale).
Relativamente alla candidosi, un’ulteriore avvertenza per prevenire recidive precoci consiste nell’evitare i rapporti sessuali per circa una settimana dopo la cura di un episodio acuto (per favorire un pieno ripristino dell’equilibrio della microflora) ed, eventualmente, chiedere anche al partner di sottoporsi a un breve ciclo di trattamento antimicotico locale.
Benché la principale fonte di infezione da Candida sia di tipo endogeno, infatti, è stato osservato che i partner di donne con candidosi vaginali ricorrenti tendono a ospitare lieviti dello stesso tipo a livello dei genitali: pur senza presentare alcun sintomo di infezione, l’uomo che ospita questo “serbatoio” di microrganismi patogeni potrebbe facilitare l’insorgenza di recidive più frequenti nella donna predisposta.
4. Probiotici: un alleato contro le infezioni vaginali ricorrenti
Un altro intervento utile per prevenire le recidive di candidosi e vaginosi batterica consiste nell’utilizzare, durante o subito dopo il trattamento farmacologico specifico, preparati probiotici o prebiotici in grado di favorire il ripristino dell’equilibrio della flora vaginale.
In particolare, contro la candidosi hanno dato buone prove di efficacia e tollerabilità preparati probiotici a base di lattobacilli, da applicare localmente sotto forma di ovuli vaginali o gel. I lattobacilli ripopolano rapidamente la microflora protettiva, sottraendo spazio e risorse nutritive alle cellule della Candida, e, contemporaneamente, producono acido lattico, favorendo l’acidificazione del pH a valori fisiologici (3,5-4,5).
L’utilizzo di prodotti probiotici è consigliabile:
- durante periodi a maggior rischio di colonizzazioni da Candida (come per esempio durante la gravidanza, durante periodi di affaticamento/stress ecc.)
- ciclicamente nelle donne predisposte a recidive a causa di predisposizione individuale o di fattori sfavorevoli esterni (terapie ormonali, diabete, immunosoppressione ecc.)
- dopo trattamenti specifici con preparati antimicotici, effettuati in occasione di un episodio di candidosi acuta.