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Igiene intima e cattivo odore

13 Luglio 2020
Evitare il cattivo odore è una preoccupazione per chiunque. Soprattutto nelle zone intime, dal momento che uno sgradevole odore vaginale può essere il sintomo di un’infezione
Tempo di lettura: 17 minuti

Evitare il cattivo odore è una preoccupazione per chiunque. Soprattutto nelle zone intime, dal momento che uno sgradevole odore vaginale può essere il sintomo di un’infezione

L'odore. Croce e delizia di tutta l'umanità. Ognuno ha il suo e tutti, almeno una volta nella vita, si sono posti la stessa domanda: ho un odore sgradevole?

A volte, la risposta può essere soggettiva. In alcuni casi, invece, l’odore emanato dal proprio corpo può essere indice di particolari condizioni fisiologiche o patologiche. Questo vale in particolar modo quando si parla di zone intime.

Come cambia l'odore delle parti intime?

La vagina è caratterizzata da un odore che varia da persona a persona, e che si modifica durante le varie fasi del ciclo mestruale, in accordo ai cambiamenti ormonali.

Odori intensi possono comparire dopo i rapporti sessuali. Oppure in caso di forte sudorazione. Si tratta di situazioni perfettamente fisiologiche, che non dovrebbero destare alcuna preoccupazione.

Le principali alterazioni odorose delle parti intime sono collegate a particolari caratteristiche delle secrezioni vaginali.

Come ogni secrezione umana, anche queste possono infatti essere diverse in termini di:

  • abbondanza
  • consistenza
  • colore
  • odore.

Queste proprietà variano in relazione a:

  • età
  • livelli ormonali
  • fattori legati allo stile di vita
  • eventuali terapie farmacologiche in corso.
  • eventuali infezioni vaginali

Le secrezioni vaginali sono uno strumento importante attraverso cui la vagina mantiene la propria pulizia e il proprio equilibrio fisiologico.

Conosci te stessa

Secrezioni vaginali chiare o di colore biancastro sono fisiologiche e perfettamente normali.

La qualità e la quantità delle secrezioni variano a seconda della fase del ciclo mestruale e del periodo della vita in cui la donna si trova. Per esempio, durante l'età fertile, in corrispondenza dell'ovulazione, queste diventano più dense. Durante la menopausa, al contrario, nella maggior parte dei casi si riducono notevolmente, aumentando il rischio di secchezza vaginale.

È indispensabile avere familiarità con i propri odori intimi, e in particolare con quello della propria vagina. In questo modo potrete accorgervi immediatamente se c'è qualcosa di insolito e correre ai ripari rapidamente. Non solo per eliminare l’imbarazzante fastidio, ma anche e soprattutto per scongiurare i disturbi che l’hanno determinato e tutelare così la propria salute.

Quando rivolgersi al ginecologo in caso di cattivo odore?

Le perdite vaginali di una donna in buona salute generalmente non sono caratterizzate da odori forti o colori diversi dal bianco. Inoltre, non dovrebbe essere presente alcuna sensazione di fastidio, prurito, bruciore o gonfiore.

Se compaiono, questi sintomi rappresentano un indizio importante della presenza di disturbi intimi.

Se notate cambiamenti nell'aspetto delle vostre secrezioni, non esitate e rivolgetevi al ginecologo per un chiarimento, soprattutto se si tratta di perdite maleodoranti, in quanto possono essere la spia di alcune patologie, come per esempio:


Cattivo odoreCause
Odore di pesce avariatoVaginosi batterica
Odore sgradevole simile a quello di materiale stantio, come per esempio la muffa
Infezione da Trichomonas vaginalis
Odore di ammoniacaCistite


Batteri "buoni" e batteri "cattivi"

All'interno della vagina risiedono numerosi microrganismi, più abbondanti che in qualsiasi altro organo del corpo, escluso l'intestino.

I motivi per cui i batteri cosiddetti “buoni”, per lo più lactobacilli, colonizzano la vagina sono diversi, come per esempio:

- mantenere sotto controllo la popolazione batterica, contrastando la proliferazione di microrganismi patogeni, come la Gardnerella vaginalis

- conservare il pH vaginale acido

- produrre le batteriocine, che rappresentano un vero e proprio antibatterico naturale, protettive contro la proliferazione di batteri pericolosi.

Se la composizione della flora batterica viene alterata, aumenta quindi il rischio di infezioni.

Perché cambia la flora batterica?

Le cause di una variazione nella composizione della flora batterica vaginale sono diverse, tra cui:

- riduzione delle difese immunitarie, dovute anche all'uso di antibiotici

- igiene personale inadeguata

- uso di lavande vaginali

- presenza di malattie sistemiche specifiche, tra cui in particolare il diabete

- alterazioni dei livelli ormonali, legate a disfunzioni endocrine o a stati fisiologici come la gravidanza o la menopausa

- stress.

Infezioni vaginali

Sono diversi gli agenti patogeni che possono causare una vaginite. E diverse anche le manifestazioni cliniche. Tra cui, come abbiamo accennato, cambiamenti in aspetto, consistenza e odore delle secrezioni vaginali.

La micosi da Candida è associata a perdite bianche, grumose e disomogenee, molto simili nell’aspetto a ricotta morbida. Le secrezioni non sono però caratterizzate da odori particolari.

Un ulteriore indizio che il disturbo sia una candidosi è la presenza di sintomi quali bruciore, infiammazione e prurito genitale e vaginale. Si tratta di fastidi che possono diventare molto intensi e disturbanti, rendendo dolorosi anche la minzione e i rapporti sessuali.

Se le perdite hanno invece un colore bianco-grigiastro, con una consistenza fluida, lattiginosa, appiccicosa e sono accompagnate da un inconfondibile odore di pesce avariato, si tratta senza dubbio di vaginosi batterica. In questo caso, l'odore è molto intenso e non si riesce a neutralizzarlo nemmeno con un’igiene intima attenta. Sono invece per lo più assenti fastidi come bruciore o prurito, che, in caso compaiano, sono comunque molto lievi.

L'odore di pesce tende a essere più marcato in alcune situazioni, come per esempio:

- dopo i rapporti sessuali, soprattutto se non viene usato il profilattico

- durante le mestruazioni, a causa delle variazioni ormonali e della presenza di sangue che rendono meno acido il pH vaginale

- dopo alcune ore dall’ultimo lavaggio.

Un altro tipo abbastanza comune di perdite vaginali è quello associato a infezioni da Trichomonas vaginalis. In questo caso, colore e consistenza sono i principali elementi guida per la diagnosi: si tratta di perdite tipicamente giallo-verdognole, che presentano un aspetto schiumoso, risultando così facilmente distinguibili da quelle caratteristiche della candidosi e della vaginosi batterica.

L’odore sgradevole risulta simile a quello di materiale stantio, come per esempio la muffa. Altri segni e sintomi che devono orientare verso la tricomoniasi comprendono la presenza di prurito intenso a livello della vulva e il bruciore significativo quando si urina.

Se il problema è l'apparato urinario

A volte, l’odore che si avverte non deriva direttamente dalla vagina, ma potrebbe arrivare dalle urine. Quando sono maleodoranti, specialmente se notate un intenso odore di ammoniaca, è probabile che si tratti di cistite.

Si tratta di un'infezione causata da batteri provenienti principalmente dalla zona perianale, che raggiungono l'uretra e vanno incontro a proliferazione, spesso espandendosi fino a colpire la vescica.

Oltre all'odore sgradevole, un altro sintomo associato a questo disturbo è il bruciore intenso durante la minzione.

Terapia su misura

Una volta individuata la causa dell'odore sgradevole, si può procedere a scegliere il trattamento adeguato.

In caso di infezione batterica, il ginecologo vi prescriverà una terapia a base di antibiotici, da seguire con precisione per tutto il periodo indicato.

Per risolvere il problema del cattivo odore in modo più rapido, si può associare un trattamento a base di creme o gel prebiotici. Si tratta di prodotti a base di:

- glicogeno, che aiuta la proliferazione dei lactobacilli, riducendo quindi quella di altri batteri patogeni

- acido lattico, che agisce normalizzando il pH vaginale, favorendo un ambiente acido

Igiene intima e cattivo odore: cosa è meglio evitare?

La prima regola per evitare cattivi odori a livello delle parti intime è senza dubbio seguire un'igiene personale molto accurata ed equilibrata.

È una buona idea evitare:

- detergenti intimi profumati o talco che potrebbero contenere sostanze con effetti negativi su un'eventuale irritazione già presente a livello vaginale

- prodotti antisettici, poiché questi potrebbero interferire con l'equilibrio naturale del pH e della flora batterica vaginale.

Un altro nemico del benessere intimo sono le lavande vaginali: l’uso indiscriminato di questa pratica potrebbe innescare irritazioni locali fastidiose.

Igiene intima e cattivo odore: cosa è meglio scegliere?

Scegliete un sapone specifico per l’igiene intima, senza profumi o deodoranti, per lavare la vulva ogni giorno.

Importante anche dedicarsi a una corretta igiene della zona vicino all'ano, facendo attenzione a non trasportare eventuali batteri verso la vagina, per evitare così di esporsi al rischio di infezioni vaginali o cistite.

Un buon comportamento da utilizzare è, in bagno, regolare il rubinetto sull'acqua tiepida: anche in questo caso, si tratta di un piccolo stratagemma per proteggervi da bruciore o irritazioni.

Combattere il cattivo odore con il giusto abbigliamento

Evitate la biancheria in materiali sintetici poco traspiranti, che formano un ambiente caldo-umido adatto alla proliferazione dei germi. Preferite il cotone e, soprattutto in caso di infezioni, cambiatevi spesso e fate in modo che a contatto con la vulva ci sia sempre un tessuto pulito e asciutto.

Meglio scegliere biancheria intima di colore bianco, così da limitare i coloranti dei tessuti che a contatto con il sudore possono irritare la pelle. È importante poi che mutandine e pantaloni siano confortevoli, non troppo aderenti a livello dei genitali.

Un discorso a parte meritano gli assorbenti: in caso di infezione, meglio cambiarli spesso, per le ragioni dette sopra. Importantissimo è inoltre fare attenzione quando si usano i tamponi: mai tenerli per più di 8 ore. Meglio cambiarli ogni 6 ore. Il motivo? Evitare che una permanenza prolungata nella vagina possa favorire l'insorgenza di irritazioni.

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