Ictus
Dolore alla tempia: sarà ictus?
Premetto di non aver mai avuto problemi neurologici e di aver sempre fatto una vita piuttosto attiva, tuttavia ho sempre risentito del caldo (soprattutto di Roma, la mia città!). Quest'anno però, in particolare con l'arrivo delle alte temperature accuso un fastidio alla tempia destra, che quando sono un pò' stanca diventa fastidio un pò' doloroso. Mi spaventa molto l'ictus cerebrale, però non so se sia più frequente per gli uomini.
La cefalea non costituisce usualmente l’unica manifestazione di un ictus, ma si accompagna a segni neurologici come debolezza, alterazioni della sensibilità o della coordinazione degli arti. Se tuttavia la cefalea da lei riferita, e da quanto posso capire mai provata in passato, persiste attualmente (considerando la latenza nella risposta) le consiglio di rivolgersi al suo medico curante che la potrà indirizzare verso gli accertamenti più appropriati (per esempio esami ematici, visita neurologica, esami di neuroimmaging). Benché la cefalea sia lateralizzata, le suggerirei inoltre, se non già eseguite, regolari misurazioni dei valori di pressione arteriosa.
Ictus e vaccino influenzale
Mio padre è stato colpito da ictus un anno fa poco dopo aver fatto il vaccino antinfluenzale. È stato un caso o c'è qualche relazione tra il vaccino e l'insorgenza dell' ictus? È opportuno adesso vaccinarlo?
Non vi sono relazioni fra ictus e vaccino inflenzale. In ogni caso discuta con il suo medico di famiglia se sussistono i criteri per dovere vaccinare suo padre.
Fibrillazione atriale e ictus
Mia madre (82 anni) in gennaio è entrata in una struttura per dei semplici controlli perché era ansiosa (premetto che mamma alla vista dei dottori si agita a dismisura) e l'elettrocardiogramma effettuato il primo giorno ha evidenziato una fibrillazione elevata (150). Il giorno dopo mia madre è stata colpita da ischemia e dopo 24 ore da ictus emorragico. Perché?
La fibrillazione atriale è la più comune fra le aritmie cardiache, con una prevalenza dello 0,5% nella popolazione adulta. Il rischio di esserne affetti aumenta con l’età: la percentuale dei pazienti affetti sale al 5% oltre i 65 anni. La fibrillazione atriale è un’aritmia cardiaca caratterizzata da una irregolare conduzione elettrica degli atri. Per questo motivo, invece di esservi un'armonica contrazione atriale vi sono movimenti caotici, inefficaci ai fini della propulsione del sangue. La fibrillazione atriale può essere cronica, ovvero continua oppure parossistica, con episodi di durata variabile da pochi secondi ad alcune ore o giorni. Per quanto riguarda le complcanze neurologiche, esse sono dovute al fatto che il sangue ristagna negli atri a causa di questa anomala contrazione e si possono così formare coaguli all’interno del cuore che, tramite il torrente sanguigno, raggiungono le arterie cerebrali occludendole e provocando un infarto: l’ictus cerebrale di origine cardioembolica. Per questo motivo i pazienti con fibrillazione atriale vengono solitamente trattati con farmaci anticoagulanti.
Ictus e regressione del linguaggio
Circa due mesi fa mia madre ha avuto un ictus. Dimessa dall'ospedale parlava in modo quasi chiaro e ora sta riprendendo man mano a muoversi, ma la parola è andata regredendo: è solo questione di avere pazienza o il fatto che regredisca il linguaggio potrebbe essere irreversibile?
L'ictus è una grave patologia causata dalla chiusura improvvisa di un'arteria cerebrale (e viene allora detto ischemico) o da una rottura della stessa (emorragico). Causa quindi deficit neurologici, nella maggior parte dei casi perdita di forza al braccio e alla gamba dello stesso lato (emiparesi). Compaiono anche disturbi del linguaggio: se l'emiparesi è destra vi è afasia (incapacità a parlare), se sinistra disartria (incapacità ad articolare la parola). Dopo l'insorgenza acuta del disturbo vi è solitamente una lenta ripresa facilitata dalla fisioterapia. La regressione lenta del linguaggio potrebbe essere dovuta alla mancanza di fisioterpia del linguaggio (logopedia).
Ictus ischemico e possibilità di recupero
Mio padre di 87 anni circa un mese fa è stato colpito da ictus ischemico che non ha provocato danni motori o di linguaggio ma perdita di memoria in alcune circostanze, soprattutto memoria di cose recenti. Mio padre ha sempre sofferto di fibrillazione atriale cronica e da anni è in terapia anticoagulante. Potranno esserci margini di recupero oppure la sua memoria continuerà a non essere più quella di prima? Il suo rimanere a letto molto più di quanto facesse prima può essere dovuto ai farmaci o ad altri motivi?
Purtroppo le capacità di recupero di un paziente sono legate alla plasticità del cervello che con il passare degli anni va diminuendo. Provi lei a stimolarlo con letture e con la soluzione delle parole crociate, potrebbe ottenere dei benefici.
Come agire in caso di carotidi occluse o ictus
Vorrei sapere se un uomo con entrambe le carotidi otturate necessiti urgentemente di un'operazione e se, nel caso venisse operata solo una carotide si è salvi o si rischia l'ischemia ed è necessario intervenire anche sull'altra e con quale tempistica. Inoltre, se un uomo intorno ai 50 anni subisce un ictus, come devono agire i medici?
L'intervento di disostruzione delle carotidi interne non è indicato nelle occlusioni croniche (questo da linee guida Spread, come raccomandazione di grado A, cioè massima). Nel caso di un'occlusione acuta, invece, ma con elevato rischio di morte o di gravi esiti, tale intervento può essere effettuato (grado D, cioè basso). Il rischio perioperatorio (ictus ischemico, emorragia, TIA, morte) negli interventi di questo tipo è del 6% nei pazienti precedentemente sintomatici e del 3% negli asintomatici. In ogni caso è il chirugo vascolare (colui che opera) che deve valutare il paziente e porre l'indicazione all'intervento. Sull'ultima domanda posso solo dire che vi sono una serie di esami ed eventuali strategie terapeutiche che devono inizalmente tenere conto del tempo di arrivo del paziente in pronto soccorso (infatti entro le 4 ore e mezza, nel caso di ictus ischemico, può essere effettuata la trombolisi endovenosa) e successivamente dell'eziologia dell'ischemia (cardioembolica o aterotrombotica) per poter effettuare una corretta profilassi secondaria di questa malattia.
L'ictus dà sempre sintomi
È possibile avere dei lievi ictus cerebrali senza esserne consapevoli?
Come ictus si intende la comparsa improvvisa di sintomi neurologici dovuti a lesione del sistema nervoso centrale: possone essere più frequentemente disturbi del linguaggio, della forza, della sensibilità, della vista. L'ictus può essere di tipo ischemico, dovuto a un'occlusione di un vaso sanguigno cerebrale, o emorragico, cioè alla rottura di un vaso.