Distacco dai genitori
Scuola materna e distacco dai genitori
Ho una bambina di 4 anni che non ho potuto allattare al seno poiché alla nascita è stata in incubatrice per dieci giorni. Personalmente ho vissuto il tutto serenamente. La piccola si è inserita senza alcun problema sia a un campus estivo alla quale l'ho mandata prima della materna sia alla materna. Il "problema" è nato quando un'amica, che ha un bimbo che invece piange ogni santo giorno al momento del distacco alla scuola materna, mi ha raccontato che la sua dottoressa le ha detto che è normale e, anzi, è meglio perchè vuol dire che il bambino si sente amato e sta bene in famiglia e quindi il distacco è duro. Secondo mio marito la nostra bimba sta volentieri lontana da noi perché non c'è stato l'imprinting iniziale che doveva instaurarsi nei primi giorni e con l'allattamento al seno. Cosa ne pensa?
I primi distacchi dalla famiglia spesso sono accompagnati da pianti e temporanee regressioni a comportamenti più infantili, ma non sempre. Se un comportamento è frequente, non deve essere per forza la regola. Dire che è normale che un bambino pianga all'inizio della scuola materna, non significa che non è normale uno che non lo fa. Non credo proprio che 10 giorni in incubatrice abbiano compromesso la relazione tra lei e la figlia. L'allattamento al seno è importante, ma non è l'unico canale di comunicazione con la madre: se così fosse, come si creerebbe la relazione col padre? La spiegazione più semplice è che lei abbia, invece, ampiamente compensato in seguito ciò che è mancato all'inizio, che la bambina sia sicura di sé e dell'amore dei suoi genitori, tanto da non temere quando si allontana. A 4 anni qualcuno è ancora molto "mammone", qualcuno è già più indipendente.
Come gestire il distacco dal bimbo
Mia figlia ha 30 mesi ed è figlia unica. Abbiamo una vita semplice e regolare, non va al nido e sta con me 24 h su 24, ma non le mancano situazioni di socializzazione. È senza pannolino già dai due anni ed è sempre stata autonoma nel mangiare e nel dormire. Da un paio di settimane però, dopo una mia breve assenza di 3 giorni è un'altra: spesso vuole farsi imboccare, è un NO a tutto, è diventata ossessiva con me, devo sempre essere li vicino. Se la lascio piange un po’ e poi si calma e ritorna a giocare serena, la crisi non dura piu di mezz'ora. Ma metterla a letto è diventata un'impresa che mi occupa anche due ore, nelle quali: urla, grida, lancia il suo pupazzetto, mi "vieta" di andarmene. Possibile che tutto ciò sia stato provocato dal mio temporaneo distacco? Cosa posso fare per aiutarla a lasciarmi andare?
Il distacco dalla madre è sempre un po' traumatico, per entrambi, madre e figlio. Più il bimbo è grande più gli effetti possono essere evidenti. Direi che una madre che si allontana da un figlio di 30 mesi non fa nulla di sbagliato, purchè il figlio sia affidato a persone di fiducia. La reazione della sua bambina è un poco eccessiva, ma non è certo la sola a reagire male. Abituata a vedere sempre la mamma è rimasta un po' spaesata dal tempraneo cambiamento. La reazione della mamma deve però essere ferma: deve lei per prima convincersi che allontanarsi da sua figlia è giusto e doveroso, la simbiosi deve finire con la crescita, sia la madre che il figlio devono ritrovare i loro spazi di autonomia, senza sensi di colpa. Gestire con dolcezza e affetto la reazione della bambina è altrettanto giusto, concordo con lei nel non essere drastica. Ma affetto e dolcezza non significano lasciarsi travolgere dall'emotività della bimba. Cerchi di esser "drastica" con se stessa nel convincersi che ha fatto bene ad allontanarsi dalla bambina, che stare sempre con la mamma (anche frequentando altri bambini, ma con la mamma presente) non è giusto, che abituarla a stare senza di lei è un percorso giusto della sua educazione. Non assecondi richieste estenuanti ed eccessive della piccola, che a volte sembrano un po' un capriccio e una manifestazione di rabbia, più che paura perchè la madre non ci sia. Affettuosa sì, ma determinata nel comunicare alla figlia che non è successo proprio nulla.
Quando i genitori tornano dal lavoro il bimbo è arrabbiato
Ho un bimbo di 2 anni. Sia io sia mio marito lavoriamo e il bimbo sta con i nonni e quando torniamo a casa (io verso le 17 e mio marito verso le 20) il piccolo passa una buona oretta a fare l'arrabbiato prima con me poi con il papà. Noi gli spieghiamo di continuo che andiamo a lavorare, ma che torniamo da lui appena finiamo ma niente, arriva a non rivolgerci la parola e se vai li per giocare con lui ti caccia via. Cosa dobbiamo fare durante questo periodo in cui fa l'arrabbiato? E secondo lei durante il giorno i nonni devono spiegare la bambino dove sono mamma e papà e che dopo tornano o secondo lei questo non fa la differenza.
È normale che un bimbo piccolo soffra un po' il distacco da mamma e papà e che sia arrabbiato al vostro ritorno. Specie se è abituato ad avervi tutti per lui. Come gestire questo momento di rabbia? Sicuramente con tanta pazienza, comprensione, affetto e cercando di non perdere la calma. Vi mette alla prova, vuole la conferma che il bene che gli volete è sempre lo stesso. I comportamenti specifici stanno a voi: potete attendere standogli semplicemente vicino, iniziare dei giochi o attività che possano sembrargli interessanti e aspettare che lui vi avvicini, potete fare qualcosa per voi stessi, parlargli della vostra giornata e provare a chiedergli della sua, senza insistere perché vi risponda. Senza pressarlo, senza sentirvi in colpa. È giusto e necessario che i genitori lavorino, è normale che i bimbi li vogliano sempre con se'. Non è ancora in grado di capirlo appieno. Si può anche provare a chiedere ai nonni, se possono, di fargli fare qualcosa di speciale, che non fa con mamma e papà. Da brevi gite nei dintorni di casa, a letture o racconti di favole, ad attività casalinghe come cucinare o impastare torte, che ai bimbi piacciono tanto, ma non si riesce a coinvolgerli quando si ha fretta. Stare coi nonni non è un parcheggio, ma una grandissima risorsa, per nonni e nipoti.