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RISPOSTA DELL'ESPERTO

Disfunzione erettile

Disfunzione erettile, cause e cure

Vorrei avere qualche delucidazione sulla disfunzione erettile. Io sapevo che è una malattia della terza età, ma un amico, assai giovane, mi ha raccontato che lui ha questo problema da qualche tempo. Allora può venire anche prima dei 40 anni? Quali sono le cause? È un disturbo passeggero o necessita di cure per sempre?

La disfunzione erettile è la causa più frequente di disfunzione sessuale nel maschio. Le cause possono essere principalmente di tre tipi: organiche, intrapsichiche e relazionali. Difficilmente una singola causa è alla base del disturbo, ma tutte e tre generalmente possono influenzarsi l'un l'altra. Non esiste un'età di insorgenza vera e propria, ma la frequenza aumenta con l'aumentare dell'età e le cause prevalenti sono diverse in base alla fascia di età: in genere nei soggetti più giovani prevalgono le cause psicologica e relazionale, mentre nei soggetti più vecchi quelle organiche (malattie del cuore, diabete mellito, ipogonadismo, patologia croniche ecc.). La terapia della disfunzione erettile è mirata a trattare le cause che l'hanno determinata. Possiamo modificare i fattori di rischio predisponenti nello stile di vita cessando il fumo, seguendo una dieta adeguata e facendo esercizio fisico. Ci possiamo avvalere anche di farmaci indicati nel trattamento della disfunzione erettile, ma anche di una terapia sessuale comportamentale nei casi che lo necessitano.

Disfunzione erettile e bisessualità

Ho 45 anni e una vita sessuale movimentata. Sono sposato da 20 anni, ma sono sempre stato bisessuale. Ora ho problemi di erezione, ma non so se siano di natura fisica perché da solo raggiungo l'erezione e anche la mattina fino a quando non vado in bagno ho il pene eretto. Con mia moglie non c'erano mai stati problemi, ma da circa 3-4 mesi non riesco a raggiungere l'erezione. Il fatto che io faccia sesso anche con uomini può influire?

La disfunzione erettile può essere secondaria a malattie del corpo, della mente (come ansia o tristezza) o a problematiche nella relazione di coppia. Raramente, tuttavia, alla base del disturbo vi è una sola componente, in quanto l'una può influenzare e aggravare l’altra. Per questo è importante che faccia un’accurata visita con un medico specialista in Medicina della Sessualità, così che possa valutare con competenza tutti questi aspetti nel loro complesso. Una volta indentificata la causa prevalente e il peso degli altri fattori eventualmente partecipanti nella sua insorgenza, le potrà essere consigliata una terapia adeguata.

Farmaci cardiovascolari e funzione erettile

Quali farmaci antipertensivi (e cardiovascolari in genere) possono influire sulla funzione erettile? Io ho 48 anni e assumo doxazosin 5 mg.

La doxazosina è un antiprtensivo appartenente agli alfabloccanti; le uniche classi di farmaci antipertensivi che, sulla base dei dati a oggi disponibili, sembrano avere un effetto negativo sulla sessualità sono i betabloccanti (eccetto il nebivololo), i diuretici tiazidici e lo spironolattone. Il nebivololo sembra essere una eccezione tra i betabloccanti; sembra, infatti, miglioare la funzione erettile nei soggetti ipertesi in trattamento. Gli ACE-inibitori, sartanici e calcioantagonisti non sembrano avere effetti rilevanti sulla funzione sessuale; anzi, secondo alcuni autori avrebbero addirittura anche effetti protettivi (i sartanici in particolare). Infine due parole su due antiaritmici frequentemente utilizzati. L'amiodarone può influenzare la funzione sessuale qualora comprometta la funzione tiroidea; la digitale invece sembra avere in alcuni soggetti effetto deleterio su desiderio sessuale ed erezione. Per quanto concerne i farmaci ipolipemizzanti, sulla base delle conoscenze ad oggi disponibili, sembra che i fibrati incrementino il rischio di disfunzione erettile, mentre le statine da sole possano avere effetti negativi sulla sessualità; invece, le statine, se usate in associazione con inibitori della fosfodiesterasi tipo 5 (sildenafil, talafil, vardenafil) migliorano la funzione erettile. Fatte queste premesse, è tuttavia fondamentale ricordare che per mantenere una buona funzione sessuale è necessario ridurre al minimo tutti i fattori di rischio cardiovascolari, quali ipertensione, sovrappeso, dislipidemia, fumo. Pertanto, sebbene sia stato descritto per alcuni farmaci un effetto negativo sulla funzione sessuale in alcuni soggetti, è buona regola consultare sempre il proprio medico di fiducia per una eventuale modifica della terapia e non sospendere alcun farmaco di propria iniziativa. Infatti, una pressione scarsamente controllata, così come elevati valori di lipidi nel sangue, possono avere un effetto più deleterio (e spesso tavolta in maniera irreversibile) sulla funzione sessuale del farmaco stesso.

Ischemia cardiaca, betabloccante e disfunzione erettile

Ho 46 anni e nel 2008 ho avuto un ischemia cardiaca e da allora assumo betabloccante. Dopo qualche mese ho iniziato ad avere disturbi di disfunzione erettile e ultimamente il problema è sempre più insistente: sono molto demoralizzato! Posso interrompere il betabloccante? Che rischi corro?

Una disfunzione erettile a seguito di un infarto miocardico è dovuta a vari fattori. Primo tra tutti c’è il danno dei vasi che, come ha causato un problema cardiaco, può manifestarsi anche come disfunzione dei vasi del pene, condizione che provoca difficoltà di erezione. C’è poi da considerare che spesso in associazione ad una storia di infarto ci sono altre problematiche metaboliche, quali l’iperglicemia/diabete o la dislipidemia (colesterolo cattivo e/o trigliceridi alti e/o colesterolo buono basso), tutte possibili cause predisponenti a un deficit erettile. Venendo alla questione dei farmaci, è riportato un effetto negativo dei betabloccanti sull’erezione, anche se quando si vanno a considerare gli studi che prendono in considerazione un alto numero di pazienti in terapia con betabloccanti questo effetto appare poco marcato e talvolta non presente. Tra i betabloccanti, il più sicuro per la funzione erettile sembra essere il nebivololo. Nel suo caso specifico, le sconsiglio in maniera assoluta di sospendere autonomamente la terapia con betabloccante, in quanto questa risulta fondamentale per la protezione del cuore a seguito di un evento ischemico. Le consiglio invece di sottoporsi a una visita andrologica, durante la quale potranno essere prese in considerazione tutte le variabili in gioco nel problema dell’erezione, compresa la valutazione dell’assetto ormonale (è frequente il riscontro di bassi livelli di testosterone in pazienti con storia di ischemia miocardica) e della vascolarizzazione peniena.

Test necessari per diagnosticare una disfunzione erettile

Quali sono gli esami e i test necessari per sapere se si soffre di disfunzione erettile? Io andando dall'andrologo sono stato sottoposto solamente a un test chiamato ENDOPAT che ha dato esito negativo. È sufficiente per una diagnosi?

La patogenesi di una disfunzione erettile è multifattoriale. Pertanto devono essere indagate le varie sfere potenzialmente interessate: la sfera organica con visita andrologica completa, esami ematici ed ecocolorDoppler penieno; la sfera relazionale e quella psicologica devono essere prese accuratamente in considerazione e valutate tramite test psicometrici. Le consiglio pertanto di rivolgersi a un medico specialista in medicina della sessualità e andrologia affinché vengano effettuati gli opportuni accertamenti.

Disfunzione erettile da inquadrare

Soffro da qualche anno di disfunzione erettile: le ultime analisi che ho fatto mi dicono che ho valori bassi di testosterone libero e di DHT mentre l'FSH e il paratormone sono alti e il testosterone è nella norma. Dove sono andato mi fanno capire che la mia DE è di natura psicologica. Mi può spiegare, per favore, come mai i valori suddetti sono fuori range ? Mi hanno dato da prendere vardenafil e avanafil al momento del bisogno, ma è come prendere dell'acqua fresca!

La disfunzione erettile è un sintomo che impone un corretto inquadramento medico per evitare di mancare una diagnosi importante per la salute del paziente. Determinante, dunque, risulta la raccolta delle notizie cliniche relative a malattie (pregresse o attuali), eventuali terapie farmacologiche, valutazione dello stile di vita. Successivamente si procederà alla visita medica che sebbene sia centrata sul sistema urinario e genitale (valutazione dei testicoli e delle altre strutture contenute nel sacco scrotale, valutazione prostatica ecc.) non deve trascurare una valutazione più generale (determinazione di pressione arteriosa, frequenza cardiaca, circonferenza vita, peso corporeo ecc.). Completano l’indagine la valutazione di laboratorio (metabolica e ormonale), strumentale (ecografia del pene, prove neurofisiologiche ecc.) e l’esclusione di eventuali condizioni psicopatologiche personali o relative alla relazione con il/la partner. Completata la raccolta delle informazioni è solitamente possibile porre una diagnosi e mirare la terapia sul problema/i più rilevanti. Seppur con i notevoli limiti relativi all'incompletezza degli esami da lei riportati è ipotizzabile un’alterazione della funzione testicolare che tuttavia richiede una correlazione con i dati clinici e strumentali suddetti. L’aumento dei livelli di paratormone depone inoltre per un’alterazione del metabolismo del calcio e del fosforo che richiede un’inquadramento in ambito specialistico endocrinologico. Le consiglierei, pertanto, una valutazione specialistica presso endocrinologo-andrologo al fine di poter effettuare una valutazione complessiva e trovare finalmente una soluzione al suo problema.

Diabete e disfunzione erettile

È possibile che da quando ho il diabete sia diventato inpotente?

Il diabete mellito, gli anni di malattia e il compenso della malattia stessa, possono essere associati a un'alterazione del rivestimento dei vasi sanguigni di piccolo calibro (endotelio) che può dar luogo a disfunzione erettile. Il consiglio è quello di trattare la malattia con un terapia adeguata (stile di vita e farmaci se prescritti dal medico) e mantenere un buon compenso metabolico; inoltre è consigliabile effettuare una valutazione andrologica con eventuale ecocolor doppler penieno e dosaggi ormonali specifici che possono essere più frequentemente alterati nei pazienti affetti da tale malattia.

Disfunzione erettile, quale percorso diagnostico

Un paio di mesi fa ho avuto un rapporto con una ragazza e alla prima volta è andato bene anche se sentivo di non avere un'erezione perfetta. La seconda volta invece, preoccupato, è andata male. Da qui ho iniziato a pensare che ci fosse qualcosa che non andasse. E mi è sembrato che le mie erezioni fossero meno durature e meno intense, e ho anche notate che non tutte le mattine le ho. Ho sentito il mio medico che ha pensato subito che fosse un problema di testa (premetto che sono uscito da non molto da una relazione di 4 anni), in via precauzionale abbiamo fatto gli esami del sangue per controllare i livelli di testosterone che sono tutti regolari. Io non riesco bene a capire cosa stia succedendo.

La disfunzione erettile è un sintomo che riconosce meccanismi molteplici (ormonali, vascolari, da farmaci/chirurgia/radioterapia/chemioterapia, psicologici ecc.). È indubbio che spesso possono coesistere meccanismi multipli in una sorta di circolo vizioso. Ovviamente un corretto inquadramento del paziente e della problematica riferita non può prescindere da una accurata raccolta di notizie inerenti la storia clinica (età, precedenti patologici, condizioni generali di salute, eventuali terapie in atto) e dall'esame clinico (visita) che risultano determinanti nel guidare il medico nel percorso diagnostico e terapeutico. Dunque le difficoltà da lei riferite impongono sicuramente una valutazione andrologica completa che escluda, passo dopo passo, i fattori suddetti al fine di non mancare una diagnosi importante per la salute generale. Laddove ritenuta opportuna una valutazione in ambito psicologico potrà far emergere e ponderare eventuali problematiche psicologiche/psicorelazionali capaci di condizionare anche primariamente la funzione sessuale.

Farmaci e disfunzione erettile

Vorrei sapere se l'assunzione di levotiroxina può portare problemi di disfunzione erettile.

Se la dose di levotiroxina che sta assumendo è adeguata e il suo TSH è nei limiti, la sua assunzione non può in alcun modo interferire con la funzione erettile. Riguardo ai farmaci che sembrano avere un effetto negativo sulla sessualità, sulla base dei dati a oggi disponibili, ci sono i beta-bloccanti (eccetto il nebivololo), i diuretici tiazidici e lo spironolattone. Il nebivololo sembra essere una eccezione tra i beta-bloccanti; sembra, infatti miglioare la funzione erettile nei soggetti ipertesi in trattamento. Gli ACE-inibitori, sartanici e calcio-antagonisti non sembrano avere effetti rilevanti sulla funzione sessuale; anzi, secondo alcuni autori avrebbero addirittura anche effetti protettivi (i sartanici in particolare). Infine due parole su due antiaritmici frequentemente utilizzati. L'amiodarone può influenzare la funzione sessuale qualora comprometta la funzione tiroidea; la digitale invece sembra avere in alcuni soggetti effetto deleterio su desiderio sessuale ed erezione. Per quanto concerne i farmaci ipolipemizzanti, sulla base delle conoscenze a oggi disponibili, sembra che i fibrati incrementino il rischio di disfunzione erettile, così come le statine, quando assunte da sole, possano avere effetti negativi sulla sessualità; invece, le statine se usate in associazione con inibitori della fosfodiesterasi tipo 5 (sildenafil, talafil, vardenafil) migliorano la funzione erettile. Fatte queste premesse, è tuttavia fondamentale ricordare che per mantenere una buona funzione sessuale è necessario ridurre al minimo tutti i fattori di rischio cardiovascolari, quali ipertensione, sovrappeso, dislipidemia, fumo. Pertanto, sebbene sia stato descritto per alcuni farmaci un effetto negativo sulla funzione sessuale in alcuni soggetti, è buona regola consultare sempre il proprio medico di fiducia per una eventuale modifica della terapia e non sospendere alcun farmaco di propria iniziativa. Infatti, una pressione scarsamente controllata, così come elevati valori di lipidi nel sangue, possono avere un effetto più deleterio (e spesso talvolta in maniera irreversibile) sulla funzione sessuale.

Disfunzione erettile di origine psicogena

Da moltissimo tempo soffro di disfunzione erettile e tutte le visite specialistiche a cui mi sono sottoposto hanno evidenziato una patologia psicologica. Mi sono sottoposto a molte sedute tra psicologi e psicoterapeuti sessuologi senza venire a capo di nulla. Ogni volta che mi sottoponevo a queste sedute e fatte le domande di rito non si riusciva mai a capire quale fosse il problema che mi angustia. Quale strada posso intraprendere per avere una vita sessuale soddisfacente? sottoponendomi ad ipnosi riuscirò a venire a capo di questo problema?

La disfunzione erettile da causa psicogena prevalente si distingue clinicamente in: "primaria" ovvero presente fin dall esordio della vita sessuale e solitamente espressione di un sistema psicologico immaturo o negativamente orientato, e "secondaria" ovvero insorta dopo un periodo di normale funzionamento dove è necessario accertare quali variabili situazionali abbiano attivato il sintomo e quali fattori psicologici lo automantengano. Dunque l'impotenza può influenzare, ma anche essere influenzata, dagli aspetti psicosociali dell'uomo (ansia, depressione, stress, perdita di lavoro, bassa autostima ecc). Ecco allora che il trattamento del sintomo impotenza può prevedere anche un trattamento sintomatico (farmacologico), ma deve essere focalizzato sul trattamento del disturbo prevalente mediante ricorso a psichiatra e psicosessuologo che valutata la storia clinica del paziente e le precedenti terapie (anche fallimentari) valuterà l' opportunità di un trattamento personalizzato che possa prevedere nel caso specifico anche l'ipnosi.

Mario Maggi

Andrologo e sessuologo

Laureato in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli studi di Firenze, si è specializzato in Endocrinologia nel medesimo Ateneo. Dal 2005, è Direttore S.O.D. Medicina della Sessualità e Andrologia, Azienda Ospedaliero-Universitaria Careggi, Firenze.

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