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Che fare se la candida viene in gravidanza?

6 Giugno 2020
La vaginite da candida è un tormento per molte donne in gravidanza. Ecco come comportarsi.
Tempo di lettura: 16 minuti
candidosi incinta


L’infezione da candida è un tormento per molte donne in gravidanza. Ecco come comportarsi.

Le infezioni da candida possono presentarsi in qualsiasi periodo della vita di una donna (comprese gravidanza e menopausa) e sono molto comuni: si stima che i due terzi delle donne in età fertile abbia avuto almeno un episodio di vaginite da candida, detta anche candidosi.

L’infezione è dovuta a un micete (ovvero un fungo), la Candida albicans, che abitualmente risiede all'interno del corpo, sulla pelle e sulle mucose della vagina e dell’intestino, senza destare fastidi. Alcuni fattori possono però determinarne una eccessiva proliferazione e dare origine a una micosi, causando i i tipici sintomi della candida.

Oltre a irritazione e arrossamento delle mucose, sono manifestazioni caratteristiche delle pazienti con candidosi il dolore, il bruciore e il prurito intimo e il gonfiore ai genitali esterni (se l’infiammazione interessa anche l’area della vulva, si parla di vulvovaginite da candida). Caratteristica è la comparsa di perdite biancastre dall’aspetto simile a quello del latte cagliato o della ricotta. È frequente il dolore avvertito durante i rapporti sessuali e anche durante la minzione, dovuto al fatto che l'urina percorre tratti di mucosa infiammata. A volte dal canale vaginale l’infezione si estende e arriva a interessare la vescica, provocandone l’infiammazione (cistite). In questo caso al dolore durante la minzione si possono associare sintomi come il bisogno di urinare con maggiore frequenza e la presenza di sangue nelle urine.

Tra i fattori che determinano l’infezione da candida vi sono, per esempio, le terapie a base di antibiotici. Altre cause scatenanti riguardano condizioni che comportano l’abbassamento delle difese immunitarie, come per esempio una banale influenza. Inoltre, la candidosi può essere favorita da patologie come Aids o diabete, da precedenti episodi di infezione o da un periodo di stress intenso.

Cause ormonali

Nell’arco della propria vita ogni donna è soggetta a variazioni ormonali che possono favorire l’insorgenza di infezioni vaginali.

L’aumento della produzione di estrogeni, per esempio, aumenta la quantità di zuccheri presenti nelle mucose della vagina, rendendole un terreno ideale per lo sviluppo di microrganismi patogeni. Ed è per questa ragione che le candidosi iniziano a manifestarsi dopo la pubertà e sono frequenti in gravidanza

Diagnosi della candida

Per diagnosticare la candidosi nella maggior parte dei casi è sufficiente che la paziente riferisca la sintomatologia al proprio ginecologo, che potrebbe confermare la diagnosi con una visita medica e senza la necessità di ulteriori esami. 

Nel caso in cui una donna abbia già avuto un precedente episodio di candida, molto probabilmente sarà in grado di riconoscere l’infezione da sola. La leucorrea associata alla candida presenta infatti caratteristiche tipiche (in particolare l’aspetto “a ricotta”) che la rendono difficilmente confondibile con le secrezioni fisiologiche o con quelle causate da altri disturbi, come per esempio la vaginosi batterica. In quest’ultimo caso le perdite sono infatti lattiginose e omogenee, di colore bianco-grigiastro e accompagnate da un forte e cattivo odore, simile a quello del pesce avariato, che è del tutto assente in caso di candidosi.

Durante i mesi della gravidanza, invece, è frequente osservare la presenza di perdite vaginali vischiose, di colore biancastro e trasparente dall’aspetto simile a quello dell’albume d’uovo. Si tratta di secrezioni fisiologiche provenienti dalle ghiandole della cervice uterina che, in questa fase, per la variazione dei livelli ormonali e a causa del rigonfiamento e della congestione delle mucose genitali indotti dagli ormoni della gravidanza, diventano più intense e prendono il nome di leucorrea gravidica. Questo aumento delle secrezioni, del tutto fisiologico, non deve essere confuso con un episodio di candida.

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Trattamento generale della candidosi

Per risolvere l’infezione è sempre consigliabile chiedere consiglio al proprio medico o farmacista. Durante la gestazione, in particolare, da non trascurare è anche il rischio di esporre il feto a sostanze dannose.

In generale le cure per la candidosi si basano su farmaci antimicotici, da assumere per via orale o per uso locale, utili per arrestare la moltiplicazione dei funghi, come per esempio il clotrimazolo, il miconazolo, la nistatina ecc. Per questo motivo, e poiché le recidive sono frequenti, il trattamento dell’infezione dovrà prevedere anche azioni mirate a ristabilire l’equilibrio della flora batterica intestinale e vaginale. È importante agire sulle difese naturali dell’organismo, per esempio assumendo ciclicamente integratori a base di probiotici e lattobacilli, o intervenire sui possibili “punti deboli”.

Una corretta terapia, inoltre, non dovrebbe trascurare l’uomo, per evitare all'interno della coppia il cosiddetto “effetto ping-pong”, ovvero il continuo passaggio dell’infezione da un partner sessuale all’altro in caso di rapporti non protetti. Anche gli uomini, infatti, possono contrarre l’infezione, che può decorrere in maniera asintomatica o che può manifestarsi con arrossamento e bruciore in corrispondenza del glande e talvolta del prepuzio, eventualmente accompagnati da secrezioni biancastre e minzione dolorosa.

Terapie in gravidanza

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Oltre a essere molto fastidiose, come in ogni altro periodo della vita, alcune infezioni vaginali sono potenzialmente pericolose durante le settimane di gravidanza, come per esempio quelle responsabili della clamidia o della vaginosi batterica, che devono essere curate tempestivamente nella donna incinta in quanto possono aumentare il rischio di aborto spontaneo, parto pretermine o rottura anticipata delle membrane.

Non è invece questo il caso della candida, che non comporta pericoli per salute della mamma o del bambino. L’unico rischio è, infatti, la possibilità che i bambini contraggano l’infezione al momento del parto, sviluppando il cosiddetto mughetto a livello delle mucose della bocca. Si tratta di una condizione non pericolosa per i neonati, ma che è utile prevenire risolvendo l’infezione materna prima del parto.

Per quanto riguarda la terapia farmacologica, in gravidanza è sconsigliabile assumere antimicotici per via orale ad azione sistemica dal momento che rappresentano un rischio per il feto.

In sostituzione è quindi opportuno utilizzare durante la gestazione un antimicotico topico, come le creme a base di antimicotici, che rappresentano il trattamento di prima linea per le donne in gravidanza. Va ricordato che in ogni caso è indispensabile rivolgersi al proprio ginecologo e attenersi scrupolosamente alle sue indicazioni.

Durante la gestazione è fondamentale anche ripristinare e preservare l’equilibrio del microbioma vaginale con l’aiuto di probiotici ad uso topico a base di lattobacilli, detti anche fermenti lattici. Formulati in capsule e ovuli vaginali, questi batteri “buoni” vengono introdotti in vagina e producono acido lattico, elemento essenziale per il mantenimento di un pH vaginale fisiologicamente acido,  che tiene sotto controllo la proliferazione di microrganismi potenzialmente pericolosi.

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Prevenire la candidosi: alcuni consigli utili

Esistono semplici regole che consentono di prevenire la candida evitando le condizioni che possono innescare o favorire la proliferazione del fungo. Sono diversi gli ambiti sui quali è possibile agire, primi fra tutti igiene, abitudini alimentari e stili di vita. Una corretta giene intima è molto importante: per esempio, per non contagiare la zona vaginale con germi provenienti dall’intestino è prima di tutto importante avere cura di lavarsi dalla vagina all’ano e non in direzione contraria. Inoltre sono da evitare i saponi troppo aggressivi, che possono causare alterazioni dell’acidità vaginale e i deodoranti intimi. Le lavande vaginali interne in gravidanza, a meno che non siano state espressamente prescritte dallo specialista, generalmente non sono consigliate perché potrebbero impoverire eccessivamente la flora batterica e renderla vulnerabile. I detergenti più adatti hanno un pH fisiologico, cioè simile al pH vaginale.

È importante anche avere cura di asciugare sempre la parte ed evitare in estate di indossare a lungo costumi bagnati, dal momento che l’umidità favorisce la proliferazione della candida. Anche pantaloni stretti, salvaslip e biancheria in tessuti sintetici possono creare un ambiente caldo-umido, oltre a causare uno sfregamento che irrita le mucose.

Meglio quindi usare biancheria intima di cotone e un detergente intimo delicato o, perché no, qualche goccia di calendula in acqua tiepida per alleviare bruciori e pruriti esterni. Come per tutte le infezioni, anche nel caso della candidosi il sistema immunitario è responsabile di proteggere l’organismo. È quindi utile osservare uno stile di vita che ne supporti l’efficienza. Oltre a rivolgersi ai prodotti disponibili in farmacia, per guarire più velocemente ed evitare le recidive è bene curare la dieta, eliminando gli alimenti che favoriscono lo sviluppo della candida, come lieviti, carboidrati e dolci.

La dieta ideale dovrà essere ricca di verdura, frutta poco zuccherina, proteine provenienti da pesce e carni magre e piccole quantità di carboidrati. È inoltre importante assicurarsi una corretta assunzione di liquidi, che favorirà anche la regolarità del tratto intestinale, molto importante nella prevenzione della candidosi, favorita dal ristagno di feci.

Rimedi naturali per la candida in gravidanza

Esistono diversi "rimedi della nonna" che nella tradizione popolare vengono considerati utili per alleviare i fastidi della candidosi, come per esempio il bicarbonato di sodio. Così come per i farmaci, anche per i rimedi naturali è però sempre opportuno consultarsi con il proprio medico prima di intraprendere un trattamento. Questa regola è ancora più importante durante la gravidanza, quando oltre alla propria salute bisogna salvaguardare anche quella del feto.


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