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RISPOSTA DELL'ESPERTO

Alimentazione nei primi anni di vita

Alimentazione corretta a 15 mesi

Volevo avere un consiglio sull'alimentazione: il mio bimbo ha 15 mesi e pesa 14 kg. Beve latte di notte e al mattino, frutta a metà mattina, a pranzo primo, secondo e contorno di verdura, a merenda yogurt oppure frullato di frutta mista e biscotti, e per cena spesso solo un secondo di carne o pesce con verdura e un po' di formaggio. Vorrei sapere se va bene non fargli mangiare 2 volte al giorno il primo e proporre a pranzo carne e a cena pesce o se è troppo. E se ci sono degli abbinamenti che è meglio evitare per non esagerare.

Più che gli abbinamenti, vanno considerate le quantità: la carne a mezzogiorno e il pesce alla sera possono andare bene, ma in piccole porzioni. Va ricordato che il totale delle calorie proteiche non deve superare il 30% degli apporti, considerando che anche il latte del mattino e lo yogurt della merenda contengono proteine. Perché, dunque, sacrificare sempre i carboidrati? Il 55% delle calorie deve derivare dai carboidrati. Questi nutrienti non li troviamo solo nella pasta: riso e cereali sono fonti di carboidrati preziosi e sono ricchi di fibre; inoltre si possono utilizzare non solo i derivati del grano, ma anche orzo o farro, ad esempio, con i quali si preparano pietanze gustose e sane e, abbinate ai legumi, forniscono anche proteine vegetali. Anche i formaggi e le uova sono molto proteici, andrebbe evitato l'abbinamento tra loro e con la carne e il pesce. Sacrificare il cosiddetto "primo", non significa introdurre meno calorie.

Quando i bimbi rifiutano frutta, verdura e pesce

Mia figlia di 2 anni e 8 mesi non mangia né frutta né verdura né pesce: come posso integrare? Mi sembra abbia carenza di fondamentali vitamine. Tra l'altro ha pure avuto una stomatite e non ha mangiato per sette giorni: come posso aiutarla?

Frutta, verdura e pesce. Alimenti fondamentali e sani, non dovrebbero mancare dalle nostre tavole. Ma i bambini a volte non li vogliono. Così le mamme si sentono in colpa e pensano di non sapere preparare questi alimenti in modo da renderli accettabili. Cercare di "camuffarli" in modo che i bimbi li mangino senza accorgersene non serve a molto. Può essere di un qualche aiuto rendere alcuni alimenti più "facili" da mangiare. Ad esempio, pesce o verdure possono diventare delle polpettine, una crema da spalmare o un sugo; la frutta può diventare l'ingrediente di un dolce, una crostata o un gelato fatto in casa. Ma non si riesce a fare molto altro. Provare a coinvolgere il bambino nella preparazione del pasto, verdure, frutta e pesce compresi, in genere ha un efficacia migliore. Toccare, manipolare e confezionare ciò che poi mangerà' porta il bambino ad essere più curioso. Se a tavola questi cibi ci sono con regolarità e la famiglia li consuma volentieri, stia tranquilla che crescendo li saprà apprezzare anche la sua bambina. Se proprio dovesse continuare ad essere così refrattaria, si consulti con il suo pediatra per valutare la somministrazione di integratori alimentari di vitamine e acidi grassi essenziali. Riguardo al recente episodio di stomatite, no stupisce che non abbia mangiato per giorni: le lesioni alle gengive sono fastidiose e dolorose, lasciano anche un costante cattivo sapore in bocca. Meglio proporre cibi liquidi o semiliquidi, magari freschi o a temperatura ambiente, non troppo acidi né troppo salati.

Come impostare una "dieta" a otto anni

Mia figlia ha 8 anni e pesa 50 kg. La pediatra non mi dà diete perché dice che è piccola: cosa devo fare?

Una bambina di 8 anni dovrebbe pesare 25 kg, ma è considerato normale dai 20 ai 35 kg, valutando anche l'altezza. Cinquanta kg è un peso da donna adulta, normale su un'altezza di 160 cm. Per 8 anni è un po' troppo. Il sovrappeso non è solo un problema estetico: sovraccarica l'apparato locomotore e circolatorio, oltre al metabolismo che è spesso alterato, con problemi di ipercolesterolemia e di equilibrio glicemico già da ragazzi. Il controllo del peso è buona salute e la dieta si può fare a qualunque età, purché sia bilanciata e non un fai da te. A parte il generico consiglio di evitare le merendine, le bibite zuccherate, i "bis" a tavola, le direi di consultare un dietologo specialista in età evolutiva, che vi aiuti a "insegnare" alla sua bambina a mangiare bene, con cibi sani e in giusta quantità. La bimba non va assillata con il controllo del peso, ma aiutata a prendersi cura della propria salute. Inoltre, incoraggiatela a svolgere attività fisica all'aperto, dove ci si annoia meno e ci si muove di più, oppure un corso sportivo. Un regime alimentare corretto e il movimento costante aiutano non solo a controllare il peso, ma anche a mantenersi sani.

A 4 anni mangia poche cose

Ho una bimba di 4 anni che mangia solo poche cose, non assaggia quello che non conosce e spesso rifiuta anche quello che di solito mangia. Chiede spesso i vasetti di omogenizzato, la pasta solo in bianco, formaggio e salame. Le piace la frittata ma non sempre la vuole, carne e pesce preferisce se non impanati. Prima mangiava molto pane, ora solo grissini o taralli. La frutta in generale le piace ma non vuole la verdura. Spesso digiuna se non le diamo quello che vuole lei. Come posso aiutarla a mangiare cose nuove e farle capire che è giusto assaggiare tutto? Il mio pediatra non mi è stato molto d'aiuto, purtroppo.

Nessun pediatra è di grande aiuto di fronte a un bambino che non ha curiosità verso il cibo. Le soluzioni proposte sono sempre le stesse: rispettare i suoi tempi, lasciargli autonomia nelle scelte, mangiare con lui/lei, preparare per tutti piatti semplici ma gustosi, farli partecipare alla preparazione del pasto e aspettare, prima o poi tutti mangiano tutto. Sembrano banali, ma sono la realtà. Non serve insistere, a volte anzi sembra sortire l'effetto opposto. I preparati con vitamine sono un temporaneo palliativo. È normale che durante e dopo una malattia siano inappetenti. A parte alcune regole, conviene assecondarli e lasciare che crescano: controlli che la quantità di proteine, grassi e carboidrati sia equilibrata, che non ci sia spazio per snack e merendine, se non in minima quantità, che mangi verdura e frutta. Ad esempio si può offrire la verdura a inizio pasto, magari qualcosa di crudo da sgranocchiare, come le carote, oppure mescolata alla carne come nelle polpette. La frutta può essere un rompidigiuno. Se la pasta gradita è solo bianca, pazienza. Il condimento non è fondamentale. Carne e pesce vanno bene comunque. Il formaggio è un ottima fonte di calcio e di proteine, lasci che ne mangi. Limiterei, invece, il salame, ricco di grassi e di sale. Se vuole l'omogeneizzato, lo mangi pure. Sarà lei stessa a non chiederlo più, tra qualche tempo, magari se avrà occasione di mangiare in compagnia di amici. Lasci, infine, che ogni tanto mangi qualcosa per cui è previsto usare solo le mani: un panino, un toast, una coscia di pollo.

Come fare se a 16 mesi rifiuta la carne e la frutta a pezzettini

Sono una mamma di una bimba di 16 mesi vispa e molto in forma: ha quasi 12 denti e riesce a masticare cracker, grissini e pizza, ma appena le propongo pasta un po' più grande e carne e pollo a pezzettini sputa tutto e si rifiuta di mangiare. Vuole solo omogenizzati di carne e non mangia neanche l'uovo. Ho cercato di lasciarla senza cibo, ma lei è tranquilla resiste, mangia solo la pasta con verdure, sugo e pesce, ma non posso continuare a darle pasta a pranzo e cena. Come posso introdurre la carne a pezzi? E poi è giusto darle sempre la pasta? Anche la frutta mangia solo omogenizzata e sputa se le do i pezzetti.

La bimba non è del tutto pronta per mangiare ogni cosa a pezzetti. Probabilmente accetta volentieri i cibi che le piacciono di più, come la pasta o le verdure, mentre vuole ancora gli omogeneizzati di carne, pesce e frutta. In effetti, la carne è difficile da masticare, la frutta è più aspra dell'omogeneizzato e, per il pesce, le suggerisco di stare molto attenta alle lische. L'omogeneizzato da maggiori garanzie. Sedici mesi sono pochi per insistere, prima o poi masticherà tutto. Prosegua a proporle i pezzi più grossi con gli alimenti che gradisce, sul resto aspetti che sia più grande. Non serve lasciare la bimba senza cibo: è un disagio e la collaborazione di un bambino si riduce, dando il risultato opposto.

Quando i bimbi mangiano poco dopo una malattia

Ho una bimba di 18 mesi e una settimana fa ha avuto il virus bocca-mani-piedi. Adesso si è ripresa l'unica cosa è che mangia poco rispetto a prima e quindi vorrei sapere se posso aiutarla dandole la pappa reale per farle tornare l'appetito.

Ogni infezione o episodio di malattia lascia un breve strascico: un periodo in cui il bambino ha bisogno di recuperare le forze. L'inappetenza è fisiologica in questi casi. La pappa reale è un ricostituente naturale, può aiutare, ma più di tutto aiuta l'attesa che la piccola si riprenda da sola. Ricominciare gradualmente le sue attività, come l'asilo o, comunque, il gioco o le uscite e il movimento all'aperto è sicuramente d'aiuto.

Bimba prematura che smette di alimentarsi correttamente

Sono la mamma di una bambina nata prematura e sottopeso; è cresciuta regolarmente alimentandosi esclusivamente col biberon e il latte per nati prematuri fino ai 3,5 kg, ha preso 1 kg al mese e oggi pesa 5,100 (abbiamo cambiato 7 marche di latte 1). Sono però preoccupata perché negli ultimi 15 giorni è una tortura darle da mangiare (urla, tossisce e ha continui rigurgiti). La pediatra dice son delle colichette e ci ha prescritto simeticone, ma piange solo quando mangia, rifiuta spesso di mangiare e mangia molto poco e ho paura che questo mese non cresca a sufficenza.

Se un bimbo che ha sempre mangiato e digerito bene all'improvviso rifiuta di alimentarsi e cambia le sue abitudini, possono essere svariate ragioni, non necessariamente un problema grave, ma sicuramente qualcosa che merita attenzione. Quello che lei riferisce sembra proprio correlato al latte o, comunque, al pasto. Non serve cambiare tipo di latte, ogni latte formulato contraddistinto dal numero 1 è adatto al neonato da 0 a 6 mesi, cambiare marca significa solo cambiare il nome e non la sostanza. Se serve un latte dietetico ci vuole una prescrizione del pediatra, dopo aver valutato quale sia opportuno assumere. Ci sono in commercio anche latti antirigurgito, anticoliche, addizionati di farine o addensanti, ma cambiare alla cieca, più volte, senza attendere un po' di tempo per vederne gli effetti serve a poco, se non addittura si rivela controproducente ai fini di una diagnosi. Se la valutazione della sua pediatra le è parsa poco accurata, non esiti a consultarne un altro o a consultare i pediatri e i neonatologi dell'ospedale presso cui la piccola è stata ricoverata quando è nata.

Tenere a dieta a un bambino di 7 anni

Come posso tenere sotto controllo l'alimentazione di un bimbo di 7 anni? Pesa 43 kg ed è alto, ma molto sedentario e non riesco ancora a fargli seguire una dieta.

Effettivamente 43 kg sono un po' tanti per un bimbo di 7 anni. Dovrebbe eliminare del tutto le varie merendine e snack confezionati, sostituendoli con la frutta, limitare le quantità globali di cibo introdotto durante i pasti, evitare i "bis", con occhio particolare ai cibi ricchi di grassi e carboidrati e aumentare assolutamente l'esercizio fisico. La sedentarietà non va molto d'accordo con il calo di peso. L'esercizio fisico, favorisce l'eliminazione del peso in eccesso perché porta a un aumento del metabolismo basale e porta anche a cercare cibi più sani. Può non essere facile, se il bambino tende a essere sedentario, ma pensi che è un investimento per la sua salute futura.

Mortadella ai bambini

Volevo sapere se una bimba di due anni può mangiare la mortadella.

La mortadella, come ogni salume e insaccato, è ricca di grassi e di sale; il suo consumo va quindi limitato. Non fa male in sé, ma non va mangiata troppo spesso e in grande quantità. Una o due fette una volta ogni tanto possono invece essere date anche ai bambini senza causare problemi.

Effetti sui bimbi di un goccino di caffé al giorno

Sono la mamma di una bimba di due anni e mezzo. Mia suocera dà ogni giorno alla bimba quando è da lei una punta di cucchiaino di caffè: le può far male? Io non vorrei che glielo desse...

La caffeina è un'eccitante: andrebbe sempre assunta con moderazione, ad ogni età. Se la quantità che la nonna propone a sua figlia è davvero solo la punta di un cucchiaino non fa assolutamente nulla di male, non discuterei per così poco. Insista piuttosto che non la aumenti e che non gliela proponga a stomaco vuoto. Forse la ascolterà di più così rispetto a un no assoluto.

Olive tutti i giorni a due anni

Volevo sapere se una bimba di due anni e mezzo può mangiare tutti i giorni olive. La mia bimba, che non è una golosa di altre cose, ne mangia 6-7 sia a pranzo sia a cena. Le fanno male o posso dargliele senza problemi?

Le olive sono piuttosto salate, non fanno male di per sé. Sarebbe meglio ridurre il numero o la frequenza con cui si propongono senza eliminarle del tutto.

Pasta a pranzo e a cena a un anno e mezzo

Ho un bimbo di 19 mesi che non mi ha mai dato problemi riguardo all'alimentazione. Lui fa cinque pasti al giorno (latte intero con biscotti la mattina e il pomeriggio, lo yogurt a metà mattinata e la pasta a pranzo e cena, le proteine le assume di solito con il pranzo). Da un po' di tempo sto provando a sostituire a cena la pastina (di solito la mangia con formaggino, ricotta o prosciutto cotto) con un secondo e un contorno, ma lui non gradisce molto. Volevo sapere se alla sua età è corretto che mangi pasta a pranzo e cena o devo insistere per modificare le sue abitudini.

Le tabelle nutrizionali prevedono che l'apporto dietetico di carboidrati sia del 55-60% delle calorie introdotte. I carboidrati derivano da pasta, riso, pane, cereali, dolciumi, frutta. La varietà è sempre un elemento importante della dieta, ma il buon senso deve accompagnare ogni decisione. Se a un bambino il riso proprio non piace, possiamo anche non darglielo. Le proteine, non devono superare il 25/30% delle calorie introdotte. È da sottolineare che proteine non sono solo carne e pesce, ma anche prosciutto, formaggi e uova ne contengono in grande quantità. I grassi dovrebbero rimanere al di sotto del 15/20% delle calorie. Nell'ambito di queste regole generali e attenendosi ad alimenti consentiti a un bimbo piccino, la madre può decidere cosa preparare a suo figlio. Le abitudini alimentari della famiglia, purché sane, sono da rispettare a da proporre al bambino. Gli alimenti che compaiono sulle tavole delle famiglie nordeuropee sono diversi da quelli di una famiglia asiatica: ognuno cresce egregiamente i propri figli. Tornando alla sua domanda specifica, se lei somministra al suo bimbo la pastina con prosciutto o formaggio, il piatto ha un buon contenuto di carboidrati e proteine: aggiunga un po' di verdure passate e ha fatto un piatto unico che gli risulta più gradito di un "secondo con contorno". Gli italiani sono i primi consumatori di pasta al mondo: i bambini danno il loro contributo.

Spremuta a colazione a due anni

Ho una bambina di 28 mesi a cui faccio bere tutte le mattine, verso le 11:00, 120 ml di spremuta d'arancia fatta da me. Considerando che lei fa colazione verso le 9:30 con yogurt e un biscotto, vorrei sapere se la spremuta, che lei prende molto volentieri, potrebbe darle problemi gastrici.

Non vedo alcuna controindicazione a somministrare una spremuta alla bambina. È un alimento sano e corretto. Piuttosto, mi sembra un po' poco una colazione con solo uno yogurt e un biscotto: non vuole niente di più?

Cibi conservati nell'alimentazione dei bimbi

Sono la mamma di una bimba di 2 anni e 4 mesi alla quale 1 o 2 volte a settimana do il petto di tacchino al forno e a volte anche il prosciutto cotto conservati (in busta) per farle mangiare un po' di carne. Finora non mi è venuto il dubbio che possa mangiare questi alimenti, ma da quando ho pensato che hanno conservanti mi è venuto il dubbio. Può mangiarli? Posso averle provocato qualche problema? A quale età si possono dare cibi con conservanti?

Solo pochi cibi freschi sono del tutto privi di conservanti. Quando non venivano utilizzati, d’altra parte, c’era il problema della mal conservazione con le relative problematiche, le cosiddette tossinfezioni alimentari. È bene, nella dieta, alternare gli alimenti, preparare il più possibile cibi freschi, ma con materie prime ben conservate. Sempre con buon senso. Qualche preparazione industriale “già pronta” non reca danni neppure ai bambini più piccoli.

Omogeneizzati commerciali e fatti in casa

Mio figlio ha 10 mesi e pesa 10,5 kg. Volevo chiedere se è meglio fargli mangiare omogeneizzati commerciali oppure quelli fatti in casa. Attraverso quelli commerciali riesco a dargli una vasta gamma sia di carni sia di pesci però mi hanno detto che hanno tante cose aggiunte che fanno ingrassare e sono inutili: è vero? Inoltre volevo chiedere se è vero che l'amido di mais fa male, visto che è presente anche negli omogeneizzati di frutta.

Gli omogeneizzati sono tra i prodotti alimentari più controllati e sottoposti alle regole più rigide e restrittive. Non abbia timore di sorta sulla loro affidabilità. Non contengono nulla che “faccia ingrassare”, sono bilanciati e studiati sugli apporti nutrizionali della prima infanzia. È vero che alcuni contengono amidi, ma se non ci sono intolleranze non fanno male. Rispetto alle preparazioni casalinghe offrono, come lei ha già notato, una più vasta gamma di scelta tra carni e pesci. Dunque, via libera con tutti i preparati che vengono proposti. Comunque, va detto che non ci sarebbe nulla di male a sostituirli con preparati fatti in casa, purché anche per questi ultimi le materie prime siano di provenienza certa e sicura. Il preparato casalingo richiede molto più tempo e pazienza: la pappa di un bimbo piccino va cotta e sminuzzata, il pesce va pulito e deliscato completamente, insomma il preparato commerciale è indubbiamente più semplice e comodo. Alla lunga è però più costoso di quello fatto in casa. È su questi punti che si gioca la concorrenza, non sulla qualità.

Bambini vegetariani

Si può far seguire una dieta vegetariana o vegana a un bambino? Alcuni pediatri sostengono di sì...

Tendo a sconsigliare la dieta vegetariana e vegana a un bambino. Carne e derivati animali contengono aminoacidi essenziali e vitamine indispensabili per l'accrescimento in quantità infinitamente maggiore rispetto agli altri alimenti. Per raggiungere l'apporto necessario per una crescita adeguata la dieta vegetariana/vegana deve essere accuratissima, cosa che spesso si scontra con la pratica (per esempio, non sempre un bambino assume tutta la dieta che gli abbiamo prescritto) e una carenza nutrizionale nell'età evolutiva può avere conseguenze gravi.

Budino al cioccolato a merenda

Ho un bimbo di 10 mesi che da tre settimane va al nido. Premetto che oltre alle sue pappe gli sto facendo assaggiare un po’ di tutto. a parte i dolci. Venerdì al nido gli hanno dato come merenda budino al cioccolato: è la prima volta, ma secondo lei va bene? Io mi sono un po’ arrabbiata con le educatrici, sono forse esagerata?

A 10-12 mesi si completa lo svezzamento, cioè si introducono tutti gli alimenti. Il budino è un'ottima merenda, anche quello al cioccolato. L'asilo, comunque, di solito chiede se lo svezzamento è completo o se manca l'introduzione di alcuni alimenti, come latte o uovo, prima di stabilire il menù di ogni bambino.

Alimentazione a 22 mesi e possibile Crohn

Sono la mamma di una bimba di 22 mesi che di peso è sotto il 3° percentile (ancora pesa 8,850 kg) ma gli esami fatti sono tutti buoni. Potrei sapere in linea di massima quali dovrebbero essere le quantità di pasta, pesce, carne, formaggi e uova che dovrebbe mangiare e quante volte a settimana? Inoltre mi sono accorta che proprio vicino l'ano ha altri 2 buchetti e la pediatra mi ha consigliato di portarla (a suo avviso per scrupolo) da uno specialista perché mi ha detto che quei buchetti possono essere i sintomi della malattia di Crohn. Volevo sapere che cosa è questa malattia e se può essere la causa del poco accrescimento.

Le quantità di alimenti dovrebbero rispettare delle indicazioni di massima per una buona salute, ma nella realtà sono molto variabili. Gli apporti devo essere distribuiti tra carboidrati (circa il 55% delle calorie introdotte), proteine (circa il 30% delle calorie introdotte, suddivise tra proteine animali e vegetali), grassi (non più del 15% delle calorie introdotte, suddivisi in grassi animali e vegetali). Fonte di proteine sono la carne, il pesce, le uova, i legumi, il latte e i latticini, gli insaccati e i salumi. I carboidrati sono contenuti nelle farine, nella pasta, nel riso, nei cereali, ma anche negli altri alimenti catalogati come proteici. Ugualmente i grassi sono contenuti in molti prodotti di derivazione animale, oltre a costituire i principali condimenti. La carne rossa non andrebbe proposta più di 2-3 volte alla settimana (per una bimba di quasi 2 anni, porzioni di 60-70 grammi di alimento pesato prima della cottura), 2-3 volte la carne bianca, 3-4 volte il pesce (80 grammi a porzione), 2-3 volte il formaggio (50 grammi circa), 1 volta le carni o salumi conservati (compreso il prosciutto cotto, in porzioni di 40-50 grammi), 2-3 volte i legumi e 1 volta l'uovo. Le quantità sono indicative, riferite a un bimbo di 2 anni. La variabilità è legata al gusto personale e alla fame che il piccolo presenta in quel periodo. Non si deve essere rigidi, solo aver presente le indicazioni generali. Una deroga una tantum non crea affatto problemi, la deroga sistematica, alla lunga, può essere dannosa. La sua bimba è effettivamente piccina per la sua età. Controlli che mangi a sufficienza (è la prima causa di scarsa crescita), forse ha poco interesse per il cibo. Riguardo alla malattia di Crohn, è una malattia infiammatoria cronica dell'intestino, che ha svariati sintomi. Le fistole perianali (forse sono tali i "buchetti" vicino all'ano) possono far parte della malattia di Crohn, ma esistono anche come anomalie anorettali isolate. Faccia comunque la visita specialistica che le ha consigliato il suo pediatra e tenga controllato il peso della bimba.

Cozze ai bambini, sì o no

Oggi mi hanno sgridata perché circa un anno fa ho dato da mangiare a mia figlia una decina di cozze. Lei non ha avuto alcun malessere, ma mi viene detto che gli effetti intossicativi potrebbero protrarsi nel tempo e che fino a 5 anni non gliele posso dare. È davvero così?

Le cozze crescono vicino ai porti e non in mare aperto: è più facile che contengano sostanza inquinanti, se coltivate in acque molto inquinate, e non vanno mai consumate crude per il rischio di infezioni alimentari. Gli allevamenti vengono, però, controllati. Se la provenienza è sicura e vengono ben cotte non mi preoccuperei di lasciar passare così tanto tempo prima di rioffrirle alla bambina.

Succo d'arancia a un mese

La mia pediatra mi ha consigliato di iniziare a dare alla mia bambina di un mese il succo d'arancia. In verità non le ho dato ancora perché ho paura: non è troppo presto?

Il succo d'arancia a un piccolino di un mese mi pare un po' un azzardo. Le indicazioni dell'OMS sono di svezzare (dare cioè alimenti diversi dal latte) solo dopo i sei mesi. Si può valutare di anticipare di un mese lo svezzamento dei bimbi che ricevono latte artificiale.

Quando introdurre nella dieta fragole, melone e anguria

Ho una bambina di 22 mesi e volevo sapere se potrebbe mangiare tranquillamente fragole, melone e anguria.

Dopo l’anno di età, in particolare dopo aver introdotto nella dieta alimenti basilari come il latte e i derivati, l’uovo, il pesce e i legumi, il bambino può assaggiare tutto. Via libera, dunque, anche alla frutta estiva, particolarmente golosa e attraente per i colori vivaci che la caratterizzano e il gusto dolce che incontra quello dei bambini.

Rifiuto di colazione e merenda a 18 mesi

Sono la mamma di una bimba di 18 mesi che da un mese circa rifiuta di fare colazione e merenda: non vuole né latte né yogurt né frutta né succhi di frutta, né biscotti. Non so proprio che darle specie al mattino. Lei ha sempre avuto periodi nei quali beveva il latte e altri nei quali non lo beveva, ma adesso lo rifiuta categoricamente sia con il biberon sia con il cucchiaio. Lo stesso a merenda non vuole niente né frutta fresca né omogeneizzati. A volte al mattino le do un po’ di prosciutto cotto ma non so se posso darlo tutti i giorni e se faccio bene o no. Cosa potrei darle almeno al mattino?

Spesso i bambini tra 1 e 2 anni hanno periodi di rifiuto del latte: a volte è questione di gusto, semplicemente non lo gradiscono, altre volte è sintomo di un'intolleranza. Se gli esami indicano che non ci sono allergie, si può provare a proporlo sotto forma di frullati o budini. Se anche queste preparazioni non piacciono, nulla vieta di proporre a un bambino un pasto dal sapore più salato anche a colazione. Molte popolazioni fanno colazione a base di alimenti per noi italiani improponibili: riso, pesce, salumi, formaggi, pane, accompagnati da altre bevande come te, spremute o anche acqua. Le suggerirei di non insistere con il latte, anche se è un alimento importante: cerchi un'alternativa tra i sapori che la sua bambina gradisce, pensando alla colazione del mattino come a un qualsiasi altro pasto. È importante farla, per evitare un digiuno troppo prolungato dopo il pasto della sera. La merenda non è fondamentale, se a pranzo ha mangiato bene. Ne parli, comunque, anche con il suo pediatra per valutare la bambina nel suo insieme, controllando peso e altezza e studiando bene le quantità di cibo che assume con i due pasti che, mi pare di capire, fa volentieri.

Parmigiano, effetto astringente

Volevo sapere se il parmigiano è astringente.

Non ci sono cibi propriamente "astringenti", che abbiano cioè effetto direttamente sulla riduzione della quantità e fluidità delle feci. Definire astringenti alcuni alimenti è un comune modo di dire dei cibi poveri di scorie, che vengono quindi consigliati negli episodi di diarrea e nel caso sia necessario ridurre il transito intestinale in particolari condizioni (per esempio preparazione a esami diagnostici addominali, interventi chirurgici). Tra questi cibi rientrano il pesce, la carne, i salumi, latte e derivati. Il parmigiano non è dunque un antidiarroico, ma, essendo piuttosto povero di residuo e ben digeribile, è consigliato nell'alimentazione in caso di gastroenteriti e diarree. Viceversa, se il problema è contrario, cioè se dobbiamo aiutare un intestino pigro, non è l'alimento da consigliare, ma nemmeno da evitare: può essere tranquillamente aggiunto a una dieta varia e ricca di fibre.

La dieta giusta di un bimbo di 10 mesi

Mio figlio ha quasi 10 mesi. È un bambino che non riesce a mettere su peso ed io ho sempre paura di nutrirlo in modo errato. Quando è nato pesava 3,3 kg, ora ne pesa 8,2 kg. Cosa dovrebbe mangiare un bimbo dell'età del mio?

Per un bimbo di 10 mesi 8,5 kg non sono così pochi. La dieta dovrebbe essere quasi completa: 2 pappe solide e 2 pasti di latte. La pappa può ormai contenere tutte le varietà di carne, pesce, legumi e formaggi, oltre a tutte le verdure. Dovrebbero mancare solo l’uovo e il latte vaccino, da introdurre tra i 10 e i 12 mesi secondo le indicazioni che le dà il suo pediatra. A volte, però, i bambini non sono molto interessati alla pappa, preferiscono il latte; inoltre, la dentizione e le malattie che spesso si presentano nella stagione invernale, frenano un po’ l’appetito con il risultato di rallentare anche la crescita. I casi di allergie e intolleranze alimentari si accompagnano in genere anche ad altri sintomi, come alvo che si modifica o eruzioni cutanee; comunque una visita pediatrica approfondita, con bilancio di salute, dovrebbe essere di aiuto.

Frutta sciroppata tutti i giorni

Mia suocera, alla quale per motivi di lavoro lascio la mia bimba di 20 mesi, tutti i giorni a fine pranzo le somministra la frutta sciroppata (ananas, pere, pesche, albicocche. Vorrei sapere se fa male dal punto di vista nutrizionale o se è troppo calorica per la sua età.

La frutta sciroppata non fa male in se stessa. È molto dolce, contiene inevitabilmente conservanti (anche se li definiamo naturali) ed è più calorica della frutta fresca. Sarebbe meglio non abusarne. A parte le calorie, che sono importanti se la sua bambina è tendenzialmente cicciottella, sarebbe giusto abituare la bambina ai sapori differenti della frutta fresca di stagione (la frutta sciroppata, in fondo, è un po’ tutta uguale), inoltre, le fibre presenti nella frutta fresca, si riducono molto nella frutta conservata, frullata, spremuta o, comunque, lavorata. Detto questo, lascio a lei la valutazione sull’opportunità o meno di intervenire con sua suocera: consideri l’aiuto prezioso che le arriva, il rapporto nonna-bambina, cioè la invito a considerare anche altri aspetti del problema, oltre a quello nutrizionale. Spesso le nonne agiscono sulla base della loro esperienza personale (hanno cresciuto altri figli e altri nipoti), magari non tutto concorda con le più recenti indicazioni dei pediatri, ma il problema va affrontato con la dovuta delicatezza e buon senso.

Rifiuto del biberon a 4 mesi

La mia bimba di quasi 4 mesi è stata finora allattata al seno. Dovendo tornare al lavoro è una settimana che mi tiro il latte per congelarlo e lasciarlo a mia mamma da darle con il biberon. Avevo dato per scontato che non avrebbe avuto problemi a prenderlo perché quando era molto piccola (2 sett) l'aveva preso tranquillamente per 1 settimana e in più all'inizio di febbraio le avevo dato un biberon di latte artificiale senza problemi. Invece l'altro giorno mia mamma leha offerto il biberon, ma non c'è stato verso di farglielo prendere: fa qualche ciucciata e poi comincia a piangere disperata appena glielo si avvicina. Ho provato con il mio latte scongelato, con il mio latte appena tirato e anche con quello artificiale, ho cambiato 3 biberon, ma niente da fare. Il fatto è che lei mangia alle 7 del mattino e poi dovrebbe mangiare alle 11, mentre io arrivo verso le 12:15 e posso allattarla solo a quell'ora. Cosa mi consiglia di fare? La allatto io quando arrivo? E se capita che devo tardare come farle prendere il biberon?

Il rifiuto del biberon in un bimbo ben allattato al seno è del tutto normale. Quale bambino vorrebbe lasciare qualcosa di così caldo e accogliente come il seno materno per una bottiglia di plastica e una tettarella di gomma? A pochi giorni di vita è paradossalmente più facile: il neonato non ha ancora la capacità di farsi valere come a 4 mesi. Se la madre deve rientrare al lavoro non ci sono molte alternative: o il piccolo accetta il biberon oppure accetta di digiunare fino al rientro della madre. Mi pare che sua figlia abbia già scelto. Dal punto di vista della sua salute, attendere un’ora o anche di più prima della poppata non è un grave problema: soprattutto se è ben cresciuta è tranquillamente in grado di farlo senza danni alla salute. Non insisterei con il biberon, almeno fino a quando il latte materno c’è, e rimanderei la soluzione del problema a quando questo dovesse scarseggiare (e non è detto che ciò accada). Eventualmente, ma solo dopo i 6 mesi, si può provare a proporre al piccolo qualche alimento più consistente e diverso dal latte dato con il cucchiaino, come pappe o frutta. A volte lo accettano meglio del biberon.

Alimentazione nei primi anni di vita

Tra tabelle, schemini e riassuntini ho spesso faticato a capire con quali tempi certi alimenti andavano introdotti nella dieta di mia figlia. Ora lei ha due anni e mezzo e mi chiedo se le sia consentito mangiare davvero di tutto (tutto ciò che è ragionevole e sano proporle, intendo) o se vi siano dei cibi che ancora debba evitare. In particolare mi chiedo: è corretto non proporle molluschi e funghi fino ai sei anni? Per la frutta ci debbono essere degli accorgimenti? Va bene tutto: anche fragole, pesche e altra frutta che ha fama di essere potenzialmente allergizzante? Infine mi chiedo: il muesli, i cerali integrali, ma anche pasta e riso integrali posso proporglieli tranquillamente?

Dopo l'anno di vita, più precisamente dopo aver introdotto gli alimenti più importanti: latte e derivati, uova, pesce, carni bianche e rosse, legumi e tutte le verdure, si da normalmente il via libera ad una dieta completa, come gli adulti. Infatti si usa dire che dopo l'anno si può mangiare tutti quanti gli stessi cibi, con gli accorgimenti di buon senso. Cioè eviterei di proporre regolarmente al bambino (ma non solo ai più piccoli) cibi troppo ricchi di grassi, alimenti fritti, quantità eccessive di dolci, ma se ogni tanto dovesse succedere che ne mangia piccole porzioni, credo che non succeda proprio nulla. Purché non sia la regola. Riguardo a molluschi e frutti di mare in genere, sono da evitare se crudi e di incerta provenienza; non vedo problemi se vengono cotti. I funghi si possono proporre anche ai piccoli se acquistati da rivenditori sicuri e non raccolti da noi, a meno che chi li raccoglie non sia un micologo professionista: un eventuale avvelenamento avrebbe conseguenze peggiori sui più piccini (e, comunque, non è gradevole per nessuno!). La frutta estiva si può invece proporre a tutti dopo i 12 mesi senza preoccuparsi troppo del fatto che a qualcuno può dare allergie: se dovesse accadere si provvederà a eliminare il singolo frutto dalla dieta. Insomma, con buon senso un bimbo di 2 anni può assaggiare di tutto. Sicuramente darei quindi i cereali integrali e non, comprensivi di frutta essiccata e di noci/nocciole come il muesli.

Nitrati nelle verdure e alimentazione bambini

Dai sei mesi e fino a un anno di età del mio bambino, sia per pranzo sia per cena, ho preparato il brodo e la passata di verdure con zucchine, carote, patata e coste. Recentemente ho letto che le coste contengono molti nitrati, e che con la cottura producono nitriti (che finiscono soprattutto nel brodo) che sono sostanze tossiche/cancerogene. A volte bollivamo tutte le foglie della costa, anche se ne passavamo solo alcune (ma nel brodo le sostanze rimanevamo). Visto che ho usato le coste per così tanto tempo, devo preoccuparmi? Nel caso, ci sono controlli che posso fare per stare più tranquilli?

Le verdure a foglia verde, in effetti, contengono alte quantità di nitrati, del tutto innocui, correlate alla quantità di nitrati presente nel terreno di coltivazione. I nitrati si trasformano in nitriti con il calore e in ambienti poco aerati (sacchetti di conservazione), anch'essi di per sè innocui, ma in grado di legarsi con le ammine (derivati proteici) nell'ambiente acido dello stomaco, trasformandosi in nitrosammine, potenzialmente cancerogene. I nitriti vengono anche usati come conservanti alimentari, in particolare negli insaccati. Un alto contenuto di nitriti nella dieta è stato correlato con un aumento del tumore gastrico. Detto questo è da sottolineare che è un aumento molto lieve, non del tutto dimostrato (non come fumo di sigaretta-tumore al polmone, per intenderci) e che i nitrati derivanti dalle verdure sono molto mal quantificabili: andrebbero dosati nel terreno di coltivazione. Inoltre spesso le stesse verdure contengono dosi piuttosto alte di vitamina C, che inibisce il legame nitriti/ammine, annullando l'eventuale effetto cancerogeno. È buona norma lavare bene le verdure (si eliminano parte dei nitrati presenti in superficie), anche prima della cottura. Comunque perché si possa parlare di effetti cancerogeni, l'esposizione deve essere a forti quantità e protratta nel tempo (anni e anni). Non si angusti per le poche foglie di coste che ha messo nei brodi: le quantità di nitrati finiti nella pappa saranno state probabilmente infinitesimali. Cerchi per il futuro di alternare verdure a foglia con le altre (carote, zucchine, fagiolini, ugualmente ottime per preparare le pappe).

Alimentazione e crosta lattea dei neonati

Sono mamma di una bambina di appena due mesi. Da più di un mese presenta delle crosticine di colore giallognolo sul cuoi capelluto e sulla fronte che la pediatra mi ha diagnosticato come "crosta lattea". La sto curando con olio di mandorle le croste pian piano stanno andando via. In effetti dalla fronte sono già scomparse. La mia alimentazione è già molto salutista (no fritti, no dolci ipercalorici), ma mi hanno suggerito di eliminare anche il latte i suoi derivati e le uova. Ci sono davvero legami, scientificamente provati, tra alimentazione e dermatite seborroica dei neonati?

La crosta lattea, o dermatite seborroica, è dovuta a un'aumentata secrezione di sebo nelle regioni del volto e del cuoio capelluto. Si chiama così perché si manifesta nei lattanti, ma non ha nulla a che vedere con il latte. La sua origine non è allergica e non c'è evidenza che l'alimentazione della madre possa in qualche modo influenzarne l'andamento. Non c'è ragione di stare a dieta. Di solito si risolve spontaneamente nell'arco di 3-4 mesi. Per trattarla si consigliano bagni con sostanze oleose che non irritano la pelle, non si deve mai grattare via le crosticine dalla pelle con le unghie, ma vanno lasciate staccarsi da sole, eventualmente aiutandosi con un pettine fitto. Il ricorso a pomate medicamentose specifiche va prescritto solo dal medico.

Marina Battaglioli

Pediatra e neonatologa

Specializzata in Pediatria Generale nel 1994 e in Neonatologia nel 1996, dal 2000 assume l’incarico a tempo indeterminato presso il reparto di Patologia Neonatale e Nido dell’Ospedale Buzzi, dove attualmente è Dirigente medico di 1° livello.

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