Una casa a prova di influenza

Regole “domestiche” per tenere alla larga i virus responsabili dei malanni invernali.

Per prevenire l’influenza non è sufficiente prendere adeguate precauzioni quando si è fuori casa, cercando di evitare i luoghi affollati nei periodi di massima circolazione dei virus, lavandosi spesso e bene le mani con acqua e sapone o passandole più volte al giorno con gel disinfettanti, stando a distanza di sicurezza da persone con sintomi da raffreddamento e così via.

Anche dopo aver varcato la soglia di casa bisogna rispettare una serie di regole igieniche fondamentali.

La prima, dopo aver tolto giubbotto, sciarpa e guanti, è ancora una volta lavarsi le mani: un gesto che deve precedere qualunque altra attività domestica, se non si vogliono disperdere tra soggiorno, cucina e camera da letto i virus raccolti inconsapevolmente lungo la strada.

Se, poi, i virus influenzali in casa già ci sono a causa di un familiare ammalato, a questa buona abitudine vanno aggiunti alcuni accorgimenti specifici.

Soprattutto se il parente è influenzato

Innanzitutto, dopo la diagnosi la persona con l’influenza deve cercare di soggiornare per lo più nella stessa stanza per limitare la diffusione dei virus negli ambienti domestici, ed evitare di seminare inavvertitamente qua e là fazzolettini usa e getta: basta ricordare di posizionare un cestino di fianco al letto o al divano.

Una seconda azione preventiva fondamentale consiste nell’arieggiare più volte al giorno la stanza o l’intera casa (naturalmente senza prendere freddo) perché i virus influenzali si trasmettono soprattutto per via respiratoria e bastano pochi starnuti o una semplice conversazione per saturare l’ambiente.

Benché l’influenza non sia una malattia infettiva grave e i virus vivano soltanto poche ore al di fuori del corpo umano, per ridurre ulteriormente il rischio di contagio è consigliabile tenere separati gli asciugamani e lo spazzolino da denti dell’ammalato da quelli dei familiari sani e disinfettare giornalmente le superfici d’uso comune.

In cucina, non è necessario rispettare precauzioni particolari, salvo quella di lavare le stoviglie subito dopo l’uso con acqua calda e comune detersivo o, preferibilmente, nella lavastoviglie che, grazie alle alte temperature, assicura un migliore abbattimento di virus e batteri.

I pasti, però, il malato dovrebbe consumarli nella propria stanza, almeno nei primi 3-4 giorni di influenza e finché c’è febbre alta, perché la distanza ravvicinata imposta dall’essere seduti allo stesso tavolo e la naturale conversazione espongono a un elevato rischio di contagio.

Una notevole fonte di infezione spesso sottovalutata sono, poi, i telefoni: la persona malata dovrebbe utilizzare esclusivamente il proprio cellulare e, nei limiti del possibile, evitare di rispondere al fisso di casa (salvo, poi, pulirlo accuratamente con un detergente disinfettante subito dopo) perché la prossimità dell’apparecchio con naso e bocca durante l’impiego lo rende una minaccia per l’utilizzatore successivo.

Se a essere ammalato è un bambino, si dovrebbe avere l’accortezza di mantenere puliti e riuniti nella stessa stanza anche i giocattoli che usa più spesso: soprattutto se si tratta di bambole di pezza od orsacchiotti di pelouche, un bagnetto con acqua calda e detersivo ogni tanto è caldamente raccomandato.

Vediamo un breve riepilogo delle precauzioni da mettere in pratica in caso di influenza.

Cosa fare Cosa evitare
Il malato deve cercare di soggiornare per lo più nella stessa stanza Lasciare in giro fazzolettini usa e getta
Posizionare un cestino di fianco al letto o al divano Utilizzare gli stessi asciugamani e lo stesso spazzolino da denti
Arieggiare più volte al giorno la stanza
Disinfettare giornalmente le superficie d’uso comune
Far consumare al malato i pasti nella propria stanza
Tenere puliti i giocattoli, se si tratta di un bambino
Lavare le stoviglie subito dopo l’uso
Il malato deve utilizzare esclusivamente il proprio cellulare e non il telefono di casa

Come si trasmette l'influenza

Tutti questi accorgimenti sono necessari perché, come accennato, il virus dell'influenza si trasmette per via respiratoria.

Il mezzo di trasmissione sono le goccioline di saliva rilasciate nell'ambiente circostante, a volte attraverso tosse e starnuti, ma anche più semplicemente respirando.

Per questo motivo è buona norma coprire bocca e naso ogni volta che si tossisce o si starnutisce: si riducono la diffusione nell'ambiente dei microbi che si trasmettono per via aerea e il rischio di contaminare oggetti e superfici circostanti.

È proprio per questo che in Giappone è tanto diffusa l'abitudine di indossare le mascherine chirurgiche. Non si tratta, infatti, solo di un modo per proteggersi dall'inquinamento atmosferico, né di un metodo per evitare di entrare in contatto con i microbi presenti nell'ambiente in cui vive chi indossa la mascherina.

Questa abitudine, che affonda le sue radici nella pandemia di influenza che nei primi anni del XX secolo ha causato migliaia di decessi nella popolazione giapponese, ha piuttosto lo scopo di evitare la trasmissione delle malattie infettive che si potrebbero diffondere attraverso le secrezioni respiratorie.

Per limitare la diffusione delle proprie secrezioni respiratorie nell'ambiente si possono utilizzare però anche altri stratagemmi, come tossire e starnutire in un fazzoletto o nella piega del gomito.

Quest'ultima è una scelta migliore rispetto a quella di utilizzare la mano nuda, soprattutto quando non si ha la possibilità di lavarsi accuratamente le mani contaminate di saliva e secrezioni respiratorie.

Per iniziare ad adottare questi semplici accorgimenti non è però necessario aspettare che compaiano i sintomi dell'influenza; anzi, dovrebbe diventare un gesto automatico anche quando si pensa di non essere ammalati.

Infatti, l'influenza è contagiosa anche durante il cosiddetto periodo di incubazione. Questa fase può durare da 1 a 4 giorni (in media ha una durata di 2 giorni) e la maggior parte degli adulti può iniziare a trasmettere il virus dell'influenza a partire da un giorno prima della comparsa dei sintomi.

Questi ultimi includono febbre (particolarmente alta nel caso dei bambini), dolori, brividi, capogiri, mal di testa, arrossamenti del volto, malessere generale, nausea e vomito, disturbi respiratori, tosse e starnuti, naso che cola e mal di gola.

La comparsa di vomito e diarrea è invece sintomatica di un'altra sindrome di origine virale che viene comunemente definita “influenza gastrointestinale”, ma che non ha nulla a che fare con alcun ceppo del virus dell'influenza.

I vantaggi del vaccino

Gli accorgimenti che si possono prendere per evitare la trasmissione dell'influenza tra le mura domestiche, insomma, non mancano.

D'altra parte, il riposo è uno dei cardini del trattamento di questa patologia stagionale che ogni anno costringe a letto migliaia di persone tra la fine dell'autunno e i primi mesi dell'inverno.

Il picco delle epidemie cade proprio nel periodo invernale, quando alle nostre latitudini ci premuriamo di tenere porte e finestre ben sigillate per lasciare fuori il freddo, creando però ambienti caldi e umidi in cui il virus dell'influenza si trasmette con maggiore facilità.

Nella maggior parte dei casi i medici non prescrivono un trattamento specifico per accelerare la guarigione; insieme al riposo consigliano un'idratazione adeguata e l'assunzione di antinfiammatori per abbassare la febbre e combattere i dolori tipici della sindrome influenzale.

In genere tutto ciò è sufficiente per alleviare i sintomi nell'arco di 3 o 4 giorni, ma in alcuni casi più severi, o quando il rischio di complicazioni è particolarmente elevato, potrebbe essere necessario assumere dei farmaci antivirali.

Questi medicinali sono più efficaci se si inizia ad assumerli entro 2 giorni dalla comparsa dei primi disturbi, e possono aiutare a sbarazzarsi più rapidamente dei sintomi anticipandone la scomparsa di circa 1 giorno.

Per quanto riguarda invece la prevenzione, l'arma più efficace è il ricorso alla vaccinazione, da ripetere tutti gli anni perché, a causa dell'elevata capacità di mutare del virus dell'influenza, gli anticorpi della stagione influenzale precedente non sono sufficienti a proteggere dai microbi in circolazione l'anno successivo.

Chi ha bisogno di più protezione?

In Italia la vaccinazione non è gratuita per tutti, ma solo per le persone a rischio di complicazioni, in particolare:

  • per gli anziani, a partire dai 65 anni di età
  • a partire dai 6 mesi di età, per tutti coloro che convivono con malattie che aumentano il rischio di complicazioni, come, fra le altre, il diabete, malattie croniche ai polmoni e all'apparato respiratorio, patologie cardiovascolari e tumori
  • per i bambini e adolescenti che assumono a lungo termine acido acetilsalicilico
  • per le donne nel secondo e nel terzo trimestre di gravidanza
  • per chi è ricoverato in strutture per lungodegenti
  • per i medici e il personale sanitario di assistenza
  • per i familiari e chi sta in contatto con persone ad alto rischio
  • per alcune categorie di lavoratori, come gli addetti a servizi pubblici di primario interesse
  • per chi lavora a contatto con animali che potrebbero trasmettere virus dell'influenza non umani
  • per i donatori di sangue.

L'importanza della prevenzione

In generale, prevenire l'influenza è importante sia per la propria salute sia per quella della collettività.

Garantirsi una casa a prova di influenza significa ridurre la diffusione di un virus che nel migliore dei casi rovinerà le giornate per una o due settimane con febbre, dolori e altri disturbi guaribili, ma che può anche causare un serio peggioramento portando a problemi più gravi come polmoniti e infezioni del sistema nervoso.

Rosanna Feroldi
Rosanna Feroldi
Da adolescente le avevano detto di fare il liceo classico e ha scelto lo scientifico. Alla maturità, le hanno detto di iscriversi Lettere e Filosofia e ha puntato su Biologia. Dopo laurea e tirocinio, al dottorato in elettrofisiologia ha preferito un corso di comunicazione e giornalismo scientifico della Facoltà di Farmacia - Università Statale di Milano. Insomma, non è il tipo che si lascia convincere facilmente. Da lì, è iniziato, più per gioco che per scelta, un percorso professionale che continua con soddisfazione da quasi vent'anni, passando da attività di consulente per la comunicazione su salute e stili di vita sani per il Progetto Città sane - Comune di Milano alla proficua collaborazione con la Fondazione San Raffaele di Milano, dove per 13 anni si è occupata di realizzare il magazine dell'Ospedale San Raffaele destinato ai pazienti e materiale divulgativo distribuito nell'ambito di campagne di sensibilizzazione, nonché di supportare l'attività di ufficio stampa. Contemporaneamente, entusiasta, mai stanca ed esagerando anche un po', ha interagito con numerose realtà editoriali come giornalista scientifica e medical writer, realizzando contenuti per riviste dirette al pubblico, ai medici e ai farmacisti. Il sopravvento del web ha cambiato molte cose, ma non l'ha indotta a desistere. Così, eccola ora alle prese prevalentemente con progetti editoriali online e attività di comunicazione/reportistica medico-scientifica nelle aree cliniche più disparate. A volte, si chiede come abbia fatto, altre come continuerà. The show must go on.

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