Starnutire, le regole dell’igiene e quelle del bon ton

Qual è il primo indizio del raffreddore? Lo starnuto. Che si rivela una vera e propria bomba contagiosa. Per evitarla bastano poche misure igieniche. E, perché no, un po’ di etichetta.

Goccioline Formula1

Secondo la ricerca effettuata da un’equipe della Drexter University di Philadelphia, negli Stati Uniti, lo starnuto nasce nella zona posteriore della gola, coinvolge numerosi muscoli, compresi quelli facciali responsabili dello sbattimento degli occhi, e può causare l’emissione di un enorme numero di goccioline di saliva - fino a 40mila - che “corrono” a una velocità media di 160 chilometri orari, toccando punte di 320 e dimostrandosi degne avversari dei piloti di Formula1.

Piccolissime di diametro, le goccioline, però, contengono un’elevatissima carica infettiva: sono quasi 200 milioni le particelle virali che viaggiano nell’aria o si posano sulle scrivanie e gli oggetti di uso comune negli uffici, sulle maniglie di autobus, treni e metropolitane.

Il rischio è che finiscano nelle vie respiratorie delle persone che circondano chi starnutisce, anche nel raggio di qualche metro. Per evitare il contagio basta mettere in atto alcune misure di precauzione e seguire alcune semplici norme igieniche.

Mai la mano davanti alla bocca

Siete certi di parare gli starnuti nella maniera corretta? Uno studio neozelandese ha rivelato che tre persone su quattro commettono errori madornali, sia perché non si coprono la bocca, sia perché usano come barriera le mani.

Niente di più sbagliato: nel primo caso, i virus finiscono per attaccarsi al malcapitato più vicino, nel secondo si depositano sulle mani, pronti a essere trasmessi alla prima stretta. Buona norma, invece, è tenere un fazzolettino di carta sempre a portata di mano, nella borsa o nelle tasche: proteggerà le mani, e quindi tutti gli oggetti poi toccati, dall’invasione dei germi.

Ma se lo starnuto dovesse arrivare all’improvviso, i ricercatori neozelandesi suggeriscono di coprire bocca e naso con il gomito piegato. Un’accortezza che non piacerà a tutti, utile, però, a evitare la diffusione aerea e “manuale” degli agenti infettivi: a nessuno verrà mai in mente di stringervi il gomito, né con questo potrete aprire porte o maneggiare oggetti.

Frequenti lavaggi fanno la differenza

Tra le norme igieniche, spicca poi la frequente detersione delle mani: lavarle regolarmente, infatti, allontana il rischio di contagio. Per eliminare i germi bisogna però lavarle nella maniera giusta e per almeno 30 secondi.

Ecco i 5 momenti fondamentali per l'igiene delle mani:

1 Bagnare le mani con acqua calda (non bollente)
2 Insaponarsi, meglio se con un sapone liquido (quello solido tende a trattenere i virus)
3 Strofinare palmo, dorso e polsi, pulire tra le dita
4 Sciacquare sotto l’acqua corrente
5 Asciugare con un asciugamano pulito da utilizzare una sola volta

Se non siete a casa o tra le mura del vostro ufficio, per pulire le mani utilizzate una soluzione disinfettante idro-alcolica o gli appositi gel.

Altra regola: mantenere le unghie pulite e corte: i virus amano annidarsi nella zona sotto l’unghia. Ricordatevi, perciò, di pulirle con l’apposito spazzolino.

E per chi vuol essere come monsignor Della Casa

Eccì. Se state pensando di rispondere con il solito, cordiale “salute!”, frenate la vostra lingua: secondo il codice delle buone maniere non è educato.

Il galateo, infatti, recita così: «chi starnutisce in pubblico deve chiedere scusa, chi gli sta intorno deve ignorare l’accaduto. Inoltre, si deve attutire lo starnuto con un fazzoletto ed evitare di fare la “doccia” alla persona più vicina».

Come mai, allora, si è soliti dire “salute”? L’usanza deriverebbe dagli antichi romani: considerando lo starnuto un sintomo di gravi malattie, auguravano “salus” a chi starnutiva.

Oggi sappiamo perfettamente che di starnuti non si muore, e che per guarire più in fretta ci si può aiutare con tanta vitamina C e i classici antinfiammatori. E la salute tornerà a posto anche senza gli antichi buoni auspici romani di pronta guarigione.

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