Reflusso gastroesofageo, attenti al peso

La malattia da reflusso gastroesofageo è un disturbo assai diffuso. Colpisce con maggiore prevalenza le donne e la sua gravità può dipendere dallo stile di vita, dall’alimentazione, ma anche dal peso corporeo.

I chili di troppo non fanno bene alla digestione. Anzi, a volte un eccesso di peso è all’origine di difficoltà digestive, senso di pesantezza gastrica dopo un pasto e di reflusso gastroesofageo, un disturbo che consiste nella risalita di acido dallo stomaco verso l’esofago.

Le cause del reflusso, è bene precisare, possono essere molteplici. Anche i sintomi possono variare da individuo a individuo.

Un altro buon motivo per restare in forma

Recenti studi hanno messo in evidenza che oltre alle cattive abitudini alimentari (mangiare in fretta, saltare i pasti, abbuffarsi a cena eccetera) anche l’eccesso di peso può favorire o aggravare i sintomi del reflusso.

In pratica, chi è in sovrappeso, o addirittura obeso, dovrebbe prestare attenzione ai sintomi del reflusso, perché se insorgono vanno curati.

Attenzione quindi se compare una sensazione di rigurgito acido nell’esofago, associata a bruciore localizzato al petto e nello stomaco.

È soprattutto di notte o quando ci si corica che il fastidio si fa sentire di più. Nei casi più gravi, il dolore al petto è così intenso da essere confuso con un attacco di angina pectoris.

Possono anche insorgere: irritazione delle mucose delle vie respiratorie e della gola, disturbi alle corde vocali, abbassamento di voce, laringite, raucedine, tosse cronica e asma.

Sport e dieta sono fondamentali

Una regolare attività fisica, in particolare di tipo aerobico, aiuta a bruciare le calorie in eccesso e mantenere costante il peso.

Oltre a prevenire l’insorgenza del disturbo, è utile anche a chi ne soffre già: tenere sotto controllo il reflusso e i suoi sintomi, attraverso i farmaci giusti, è più semplice se si perdono i chili di troppo.

Senza dimenticare l’importanza dell’alimentazione: vanno evitati tutti quegli alimenti o bevande che possono aumentare la secrezione gastrica di acido (cioccolato, bibite gassate, caffé, té eccetera).

E ovviamente vanno tenute d’occhio le calorie complessive da assumere ogni giorno.

Se questi correttivi non bastano

Quando, nonostante tutte le attenzioni a dieta ed esercizio fisico, il reflusso si fa sentire, seguendo le prescrizioni del proprio medico curante è possibile associare alle corrette linee di condotta anche un trattamento farmacologico.

A questo scopo sono disponibili farmaci che riducono la secrezione di acido gastrico, come gli inibitori della pompa protonica, che oggi si possono trovare anche in formulazioni da banco, cioè che non richiedono la ricetta medica.

Questi farmaci, andandosi a legare in modo specifico alle strutture dello stomaco deputate alla produzione di acido, ne inibiscono l’attività e questo concorre al mantenimento di pH gastrico adeguato.

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