Cosa fare se il raffreddore non passa

In genere se ne va in una settimana. E se dura di più? Forse è colpa di alcuni nostri comportamenti sbagliati.

È quasi un rito annuale: con l’autunno arriva il raffreddore. Come il panettone a Natale e l’uovo di cioccolato a Pasqua, in questa stagione è difficile scansare qualche giorno di infezione da parte dei virus.

Di solito, i sintomi di un raffreddore spariscono nel giro di due o tre giorni. Nel 70 per cento dei casi si guarisce in una settimana, ma non è insolito che perduri anche per due settimane.

A volte non ce ne accorgiamo nemmeno, ma è proprio ciò che facciamo (o non facciamo) a farci stare male più a lungo del previsto.

Anche perché al giorno d’oggi è difficile rallentare il ritmo, stare a casa e riposare pochi giorni. Per cui tendiamo a far finta di niente sperando che con poco sforzo i sintomi migliorino rapidamente lo stesso.

Per evitare che i sintomi durino a lungo

Ecco gli errori più comuni che prolungano la sintomatologia del raffreddore.

Errori Perché
Mancanza di sonno Il riposo ha un ruolo importantissimo nel sistema immunitario. È stato
dimostrato che dormire meno di sette ore per notte aumenta la
probabilità di prendersi un raffreddore di circa tre volte. E quando si
ha già il raffreddore, la mancanza di riposo rende più lenta la
guarigione.
Poca acqua I liquidi hanno un posto importante nei processi di guarigione. Se il
raffreddore fatica ad andare via si può provare a bere più acqua o
spremute. Quando i liquidi scarseggiano infatti può verificarsi una
condizione di disidratazione, dal momento che il fabbisogno d'acqua
aumenta quando si è ammalati.
Abuso di decongestionanti topici Soprattutto di notte, il naso chiuso può diventare un incubo. E quindi i
cosiddetti decongestionanti nasali possono diventare un sollievo
enorme. Attenzione però: usarli al giusto dosaggio è ok, ma se l’uso
diventa prolungato questi preparati possono indurre tolleranza al
farmaco, con scomparsa dell’efficacia. Fondamentale seguire le
indicazioni riportate sul foglietto illustrativo.

E se non fosse raffreddore?

Il naso che cola può facilmente essere confuso con altri disturbi, come per esempio la sinusite o le allergie, dal momento che danno sintomi molto simili a quelli del raffreddore. Fare attenzione dunque alle differenze: i sintomi del raffreddore se ne vanno solitamente dopo alcuni giorni, mentre quelli delle allergie persistono per più giorni. Entrambi provocano tosse, naso che cola e starnuti, ma i dolori muscolari, l’affaticamento e una riduzione dell’appetito sono tipici del raffreddore.

Le sinusiti sono difficili da diagnosticare, soprattutto nelle fasi iniziali. Hanno però alcuni sintomi particolari, quali dolore facciale, emicrania, febbre e muco verde o giallo.

Esercizio fisico senza esagerare

Anche se la maggior parte degli italiani è sedentaria, è probabile che chi è abituato a un’attività sportiva intensa spesso non voglia fermarsi per un semplice raffreddore. È un errore: l’esercizio fisico durante un raffreddore non è controproducente, ma deve essere poco intenso per non interferire negativamente con l’immunità. Che cosa si intende per poco intenso? Per esempio, al posto di un’ora di jogging è preferibile fare una camminata di 10 chilometri.

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