Prurito da stress

In situazioni di disagio emotivo il corpo può lanciare un SOS attraverso la pelle: curare i sintomi non basta, è importante ricercare la causa dello stress.

Si dice che gli occhi siano lo specchio dell’anima. E se invece fosse la pelle a esprimere realmente i nostri stati d’animo? Pensate a quando si diventa “rossi per la vergogna”, o “bianchi dalla paura”.

O, ancor peggio, quando si viene colti da un fastidioso prurito, difficile da mandare via, che non è però riconducibile ad alcuna causa patologica.

Numerosi studi hanno indagato negli ultimi decenni il legame fra la psiche e il corpo, con particolare attenzione a quelle che vengono definite malattie psicosomatiche: si tratta di disturbi che, pur essendo scatenati da un malessere psicologico, si manifestano a livello fisico, spesso proprio a discapito della nostra pelle.

Per esempio, si parla di dermatite da stress quando i sintomi di questa patologia fanno la loro comparsa o peggiorano in periodi particolarmente intensi e ricchi di preoccupazioni. Se però a manifestarsi è solo un'intensa e improvvisa sensazione pruriginosa, allora si ha a che fare con un cosiddetto "prurito da stress".

Un campanello d’allarme

Il meccanismo che innesca il prurito da stress non è ancora del tutto chiaro: si è ipotizzato che un malessere di tipo psicologico sia in grado di attivare le cellule immunitarie della cute, dando luogo a un processo infiammatorio.

Secondo altri, lo stress causerebbe la produzione di sostanze che rendono più sensibili le fibre nervose della pelle, causando appunto la sensazione di prurito.

È comunque ormai chiaro che lo stress rappresenta una delle componenti fondamentali nelle malattie cutanee: in alcuni casi contribuisce a peggiorare disturbi preesistenti, determinati per esempio da allergie o infezioni; in altri invece sembra essere l’unica causa scatenante.

In questo caso il prurito deve essere considerato un campanello d’allarme, un segnale di disagio inviato dal nostro inconscio. Di solito a soffrirne sono proprio persone che hanno difficoltà a verbalizzare le proprie emozioni, che negano i propri sentimenti. E così è il corpo (e in particolare la pelle) a esternare ciò che la mente non riesce a esprimere.

Curare il corpo e la mente

La diagnosi di prurito da stress viene eseguita dal dermatologo quando il prurito compare improvvisamente, in concomitanza con un periodo emotivamente complesso, e senza che sia possibile individuare, attraverso approfondite analisi, alcuna causa patologica, come per esempio un’allergia da contatto, un’infezione batterica o virale o una reazione autoimmunitaria.

In questo caso curare i sintomi è solo un palliativo: la terapia più efficace sarà comprendere il motivo o l’evento che abbia scatenato il malessere e cercare, per quanto possibile, di rimuoverlo o superarlo. Potrà essere d’aiuto dedicarsi ad alcune pratiche di rilassamento, come lo yoga o la meditazione, o, nei casi in cui il disagio ha origine profonde, prendere in considerazione un percorso di psicoterapia.

Nei periodi in cui il prurito si fa più intenso, e spinge a grattarsi con insistenza, il dermatologo potrà però consigliarvi una crema lenitiva che contenga sostanze ad attività emolliente come il pantenolo che facilita la naturale rigenerazione della pelle, diminuendo l’infiammazione e dando sollievo dal fastidioso prurito.

Sarà inoltre utile adottare alcune accortezze: come fare dei bagni brevi con acqua tiepida e utilizzare indumenti in fibra di cotone o seta che non irritano la pelle e usare quotidianamente sul tutto corpo creme idratanti ricche di sostanze emollienti.

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Lisa Trisciuoglio
Lisa Trisciuoglio
Milanese di nascita, cresce alle porte della metropoli, dove ritorna per frequentare la Facoltà di Scienze biologiche all’Università statale di Milano. Fin dalla tesi di laurea decide di dedicarsi alla ricerca scientifica, prima all’Istituto europeo di oncologia, poi in un laboratorio del Dibit, all’Ospedale San Raffaele di Milano, dove consegue un PhD in biologia cellulare e molecolare. In quegli anni, accanto alla passione per la ricerca, matura anche l’interesse per la divulgazione scientifica. Al termine del PhD, decide infatti lasciare il camice e le provette per entrare nel mondo dell’editoria medico-scientifica. Durante lo svolgimento del Master in “Comunicazione e salute: dall’informazione alla formazione”, presso la Facoltà di Farmacia dell’Università di Milano, fa la sua prima esperienza in un’agenzia di comunicazione scientifica, e da quel momento intraprende diverse collaborazioni nell’ambito della medicina e della salute, sia verso il grande pubblico sia nei confronti del medico e del farmacista. Nel frattempo, inizia anche la sua avventura di mamma, prima di Anna e dopo qualche anno del piccolo Giacomo. Da quel momento in poi la sua vita si divide fra la famiglia e il lavoro, che continua a svolgere come freelance per diverse agenzie di comunicazione ed editoria scientifica.

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