Prostata infiammata: comportamenti corretti e prevenzione a tavola

A quarant’anni è grande più o meno quanto una castagna: la ghiandola, di cui sono dotati soltanto gli uomini, cresce naturalmente nel corso degli anni. Ecco come prevenire i suoi disturbi.

Collocata subito sotto la vescica, la prostata è una ghiandola che circonda un tratto dell'uretra, cioè il canale che porta l’urina o il liquido spermatico verso il pene; è avvolta in una capsula fibrosa che la isola dagli organi vicini.

Il suo ruolo principale è produrre una parte del liquido seminale grazie al quale gli spermatozoi, che vi sono immersi, vengono trasportati verso l’esterno durante l’eiaculazione. Esistono diversi disturbi, particolarmente frequenti dopo i 50-60 anni, che possono interessare la prostata: oltre all’ipertrofia prostatica benigna, la ghiandola può infatti andare incontro a malattie infiammatorie, le prostatiti, e a tumori, come l’adenocarcinoma prostatico. Le prostatiti possono essere causate da batteri, come per esempio Escherichia coli, oppure possono essere dovute a cause non infettive: la prostata ad esempio si può infiammare a seguito di interventi chirurgici o esami invasivi (come la biopsia prostatica o la cistoscopia), o di traumi, singoli o ripetuti, nella zona perineale. 

È possibile, poi, suddividere le prostatiti (sia quelle di origine batterica sia quelle definite abatteriche) sulla base della loro durata: si distinguono così disturbi di natura acuta o cronica. Nelle prime i sintomi insorgono generalmente in maniera improvvisa, possono essere anche molto impattanti a livello di qualità della vita, ma se opportunamente trattati regrediscono altrettanto velocemente; le prostatiti croniche (spesso derivate da un disturbo acuto non diagnosticato o non adeguatamente trattato) mostrano invece una sintomatologia generalmente più lieve, ma possono protrarsi per molto più tempo, addirittura per anni. 

Disturbi diversi comportano una sintomatologia differente a livello dell’apparato urinario (come difficoltà nella minzione o dolore durante la stessa, stimolo impellente di urinare, incapacità di svuotare del tutto la vescica), ma anche dell’apparato riproduttivo (come eiaculazione precoce e disfunzione erettile) e necessitano di approcci specifici. Per questo è molto importante la fase di diagnosi, che può avvalersi di diversi strumenti e metodiche: 

  • un esame fisico generale; 
  • una visita urologica, nella quale il medico può eseguire un’esplorazione rettale, per palpare la prostata e riscontrare eventuali anomalie;
  • un esame strumentale, come ad esempio un’ecografia alla vescica e alla prostata; 
  • esami di laboratorio, che possono comprendere un’analisi delle urine oppure del liquido seminale e/o di quello prostatico. A tal proposito, per diagnosticare disturbi alla prostata può essere utile misurare il valore dell'antigene prostatico specifico, comunemente detto PSA, una proteina che la prostata produce normalmente. I suoi livelli possono però aumentare quando c’è qualcosa che non va. La soglia d'attenzione varia in base all'età:
Fascia d'età Valori PSA
Fino a 60 anni 2,5 ng/ml
Tra 60 e 70 anni 4 ng/ml
Oltre i 70 anni 5-5,5 ng/ml

Il decalogo per stare sicuri

Vista la natura altamente multifattoriale che caratterizza i disturbi prostatici, e la grande variabilità dei sintomi ad essi correlati, è molto difficile stabilire una lista rigida di indicazioni, valida per tutti gli uomini e per tutte le età, per mantenere la prostata in salute. Ci ha provato la Società italiana di urologia, che ha messo a punto un decalogo che può aiutare a mantenere la situazione della prostata sotto controllo e ridurre il rischio di sviluppare alcuni disturbi, grazie all’adozione di un opportuno stile di vita e alcuni piccoli accorgimenti e precauzioni. In particolare, un aiuto importante può arrivare da un corretto comportamento alimentare: questo è vero sia perché un’alimentazione bilanciata permette di mantenere il peso sotto controllo, evitando i rischi per la prostata legati all’obesità, sia per l’effetto preventivo esercitato da cibi contenenti micronutrienti essenziali, in grado di limitare il rischio che si sviluppino processi infiammatori.

1. Dopo i 50 anni bisognerebbe sottoporsi, almeno una volta all’anno, a una visita urologica. A partire dai 40 anni dovrebbero fare la stessa cosa le persone a rischio, cioè quelle nella cui famiglia c’è un parente diretto che ha o ha avuto problemi di prostata.

2. Almeno una volta all’anno eseguire un test del PSA, sempre a partire dai 50 anni. È un esame semplicissimo, che richiede un normale prelievo di sangue e serve a verificare lo stato di salute della ghiandola.

3. Attenzione alla regolarità intestinale: la stipsi cronica e, al suo opposto, la diarrea possono provocare fenomeni irritativi tra intestino e prostata.

4. Mantenere un’attività sessuale regolare: fare sesso non è nocivo per la prostata e l’apparato uro-genitale, anzi, se praticato con regolarità, ha effetti benefici anche sulla ghiandola prostatica. Al contrario, l'astinenza prolungata può provocare ristagno di secrezioni nella ghiandola prostatica e quindi favorire l’insorgenza di infezioni.

5. No al coito interrotto: lo stimolo all'eiaculazione va assecondato, mai interromperlo volontariamente.

6. Praticare attività fisica: camminare almeno mezz'ora al giorno o appassionarsi a uno sport favorisce la circolazione pelvica e quindi previene i disturbi alla prostata. Il sovrappeso, inoltre, è un fattore di rischio per lo sviluppo di alcuni disturbi della prostata, come l’ipertrofia prostatica benigna: in tal senso l’attività fisica, anche se moderata, costituisce un importante strumento di prevenzione.

7. Due ruote sì, ma con moderazione. Soprattutto le persone a rischio dovrebbero non abusare di biciclette e motorini, poiché i microtraumi perineali che si possono verificare sono alla base degli stati di infiammazione alla prostata che possono sfociare in disturbi a lungo termine.

8. Evitare il più possibile alimenti e bevande dannose per la prostata: cibi particolarmente grassi o lavorati (come gli insaccati), spezie, peperoncino, birra e superalcolici, caffè. Evitare le bevande contenenti un alto livello di zuccheri, come alcune bibite e succhi di frutta che si trovano tra gli scaffali del supermercato. Sarebbe opportuno consumare dolci occasionalmente, e non di routine dopo ogni pasto.

Un consiglio valido per la prevenzione di molti disturbi, non solo quelli legati alla prostata ingrossata e/o infiammata, è quello di ridurre la quantità di sale: è quindi meglio scegliere cibi poveri di sodio, leggendo e confrontando le etichette degli alimenti, e sostituirlo con le spezie per insaporire le pietanze. Limitare l'uso di cibi in scatola, lavorati e surgelati.

Andrebbe limitato anche il consumo di carni rosse, tra cui quella di manzo, maiale, agnello e capra. Il pesce, le carni bianche (come quella del pollo), i fagioli e le uova sono fonti di proteine più salutari per la prostata.

9. Preferire alimenti ricchi di antiossidanti: tra queste importantissime molecole, le cui proprietà chimiche permettono di ridurre gli effetti nocivi delle cosiddette specie reattive dell’ossigeno (molecole, come i radicali liberi, che vengono prodotti in grande quantità nel corso di processi infiammatori)  ricordiamo ad esempio la vitamina A e la vitamina C e la E.

La prima è contenuta in diverse verdure, come carote, spinaci, broccoli, pomodori; la vitamina C invece abbonda in alcuni tipi di frutta (ribes, kiwi agrumi, fragole), nei cavolfiori e nei peperoni; di vitamina E, infine sono ricchi alcuni oli (olio d'oliva, oli vegetali, germe di grano).

Non va inoltre dimenticato il contributo di minerali preziosi come il selenio (carne, noci, tuorlo d'uovo), lo zinco (fegato, ma anche mandorle, noci e semi di zucca), il manganese (cereali integrali, tè nero, verdure a foglie verdi).

Non tutto il grasso, poi, viene per nuocere: è opportuno però scegliere i grassi insaturi, più salutari, come quelli contenuti nell’avocado, nelle noci o nell’olio di oliva. I grassi saturi contenuti nei latticini (come i formaggi) e altri prodotti di origine animale sono invece da evitare. Infine bisognerebbe limitare l’assunzione di grassi parzialmente idrogenati, che si trovano in molti “junk food” e nei cibi confezionati.

Per quanto riguarda pane e cereali, sarebbe opportuno scegliere prodotti integrali, che contengono più fibre rispetto a quelli raffinati. Cercare infine di non esagerare con le dimensioni delle porzioni: mangiare lentamente, masticando a lungo, è un buon trucco per sentirsi sazi più velocemente, in modo da smettere di mangiare al momento opportuno ed evitare di abbuffarsi.

10. Bere almeno due litri di acqua al giorno: così si può ridurre la concentrazione delle urine e prevenire le infezioni alle vie urinarie, che sono molto frequenti nel paziente prostatico. L’acqua va bevuta a piccoli sorsi e molto di frequente.

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